Totò Acri, comunista calabrese, grande amministratore.
Vorrei qui ‘recuperare’ la splendida figura di Totò Acri, presidente della Provincia di Cosenza per 10 anni, sindaco e consigliere regionale della Calabria, scomparso prematuramente nel 2009. Acri viene ancora oggi, e da tutti, ricordato come un politico serio, competente e trasparente.
Credo sia giusto che un uomo così straordinario, rigoroso, attento, diventi un esempio da imitare, un vero punto di riferimento per le nuove generazioni della politica calabrese! Soprattutto in questi anni in cui, parlare di politica in Calabria è un vero e proprio azzardo.
Non che la classe dirigente calabrese sia tutta marcia, corrotta e incapace. Lo dimostra il fatto che qui abbiano vissuto e lavorato per tanti anni, uomini politici di grande valore come Riccardo Misasi, Giacomo Mancini, Fausto Gullo e Antonio Guarasci, e nella prima metà del ‘900 Don Luigi Nicoletti. E fra questi anche Totò Acri.
Se c’era una cosa che faceva andare in bestia Totò Acri, era il fatto che in tanti consideravano i politici ”tutti ladri, tutti uguali”! Andava in escandescenze, si arrabbiava molto quando sentiva fare di tutta l’erba un fascio.
Un aspetto importante della sua limpida personalità era l’amore per la Politica. Sì, quella con la P maiuscola, quella delle idee, degli ideali, dei progetti. Fino alla fine non ha mai smesso di definirsi comunista: Caro Franco, io sono e resterò sempre un comunista, mi diceva spesso durante i viaggi che facevamo insieme ogni mattino, e per diversi anni, da San Giovanni in Fiore a Cosenza. Ecco, comunista come ‘servitore austero e incorruttibile, sempre al servizio della gente’.
Scrisse un grande papa, Paolo VI: La politica è la più alta forma di carità. Con quella felice affermazione, Paolo VI sosteneva che la politica è un impegno, personale e anche di gruppo, a favore della collettività. Ecco, il presidente Acri, comunista vero e onesto, ha finito per per agire come dovrebbe fare un cristiano in politica, nel senso e nel segno di quella vocazione politica tracciata da Paolo VI.
?Acri, inoltre, aveva un altissimo senso delle Istituzioni. L’ho sentito una volta gridare, in un bar della nostra San Giovanni in Fiore, contro qualcuno che doveva avergli detto qualcosa di inopportuno: ” Voi mi potete fare anche a pezzi dal punto di vista personale, perchè io non sono nessuno, ma se si tratta della Provincia non vi consento di pensare certe cose”!
Ecco, Acri sindaco, Presidente di Provincia, Consigliere regionale amava, rispettava, difendeva le Istituzioni. E anche questo deve essere un esempio da indicare alle nuove generazioni, in un momento in cui le Istituzioni democratiche sono avvilite, calpestate, offese da una certa politica che le sfrutta, le strozza, le calpesta impunemente.
Acri un esempio di onestà. Lo vorrei dire a tutti i ragazzi che guardano alla politica come totalmente corrotta. E vorrei che si sapesse che Totò Acri è rimasto onesto e pulito per tutta la sua carriera politica.
Lho conosciuto direttamente, sono stato per anni al suo fianco a San Giovanni in Fiore e poi in Provincia, ho sentito quello che diceva e cosa pensava. Ma aveva una fortissima allergia, quasi un senso di disgusto, per quei politici che fanno affari e sono inclini alla corruzione. Diceva di queste persone cose irripetibili.
Totò Acri riposa nel cimitero di San Giovanni in Fiore. Il caso ha voluto che fosse sepolto di fronte alla tomba di don Luigi Nicoletti. Due uomini politici calabresi così distanti, così vicini, cosi testardi, così onesti. Che hanno fatto, entrambi, della politica, una grande battaglia per la crescita e la promozione sociale delle popolazioni amministrate.
Franco Laratta