Mina – Dalla Terra
Si tratta di un vero e proprio evento, uno straordinario viaggio nella storia della musica sacra lungo un arco di tempo compreso tra il settimo e il diciannovesimo secolo. Si intitola Dalla Terra e vuole essere una vera e propria invocazione, una preghiera senza fine e senza tempo che la voce incantevole e struggente di Mina recita con passione e straordinaria partecipazione. Il disco, arrangiato per buona parte da Gianni Ferrio e curato con grande sensibilità da Massimiliano Pani che si è servito della collaborazione del teologo Luigi Nava, di Massimo Lattanzi e di Monsignor Marco Frisina, una vera autorità in questo campo, presenta dodici brani che sono stati interpretati da Mina rispettando i testi originali. Tra le esecuzioni più coinvolgenti troviamo Veni Creator Spiritus, l’Ave Maria di Gounod (con la splendida rilettura Jazz di Pani), il Magnificat (uno straordinario inedito di Frisina) e il mottetto Dulcis Christie nel quale Mina duetta con se stessa con straordinaria dolcezza. E ancora la coinvolgente Quannu nascette ninno, che è l’antenato di Tu scendi dalle stelle e, in questa versione, appare una grande prova di partecipazione di Mina ad un evento sacro, un’esecuzione intensa che, cantata in napoletano antico, tocca il cuore.
Quello che poi colpisce in Dalla Terra è Mina che canta la Madonna, che si veste dei panni di Maria, la mamma distrutta dal dolore per la morte del Figlio. In questa parte, Mina supera se stessa e ci regala alcuni brani di grande effetto. Un disco difficile, ambizioso e certamente unico nella straordinaria discografia dell’ex Tigre di Cremona. Mina ha voluto misurarsi con diversi linguaggi musicali: il gregoriano che incanta, il genio di Monteverdi, la finezza di Pergolesi. A tutto ciò si aggiunga il fatto che Mina canta questo superbo disco in lingue diverse: ovviamente il latino (che lei mastica’ con incredibile facilità come fa in Magnificat), il volgare, il suggestivo e commovente dialetto napoletano antico e lo spagnolo (Nada te turbe è di grande trasporto). Grazie all’incantevole voce di Mina, alla partecipazione al disco di veri e riconosciuti esperti di musica sacra e da oltre duecento fra musicisti, coristi e tecnici, il risultato è senza dubbio un disco eccellente. Un lavoro per palati fini, forse poco commerciale, ma così intenso da far sospettare che Mina abbia non solo prestato la sua grandissima voce al progetto, ma abbia donato in ogni canzone tutto il suo amore. Insomma, un graditissimo regalo che Mina fa ai suoi più fedeli fans dopo quarant’anni di canzoni. Dalla Terra è senza dubbio un vero e proprio disco d’amore. Amore che unisce le dodici canzoni prese liberamente da una gigantesca produzione che attraversa la storia della cristianità e la storia dell’uomo nei secoli. Mina sfida, così, se stessa, le sue passioni e la sua grandezza, e sembra condividere le angosce, le paure, l’immensa fede di Maria e di quanti nel disco cantano le Lodi a Cristo e si sentono infinitamente piccoli nell’universo illuminato dalla luce di Dio. Mina sembra credere in tutto quello che canta nel disco: lo si sente dai sospiri, dal coinvolgimento emotivo, dalle impercettibili sfumature della sua voce, dalla partecipazione intensa, dalla grande spiritualità della sua interpretazione, dalla autorevolezza con la quale affronta prove difficili con risultati eccellenti sotto il profilo emozionale. Lontani i tempi di Tintarella di luna e perfino di Acqua e sale, Mina si immerge ora nel profondo dello spirito umano e solca i sentieri dell’animo regalando all’ascoltatore momenti di piacere e di partecipazione. Non capita tutti i giorni di ascoltare un disco così. Piacerà certamente a quanti hanno imparato in quarant’anni a conoscere la voce di Mina e a capire che davvero poteva cantare di tutto. Qualcuno disse: «Mina con quella voce può anche cantare l’elenco telefonico», oggi lei ha dimostrato di sapere cantare il Vangelo, facendolo vibrare con la passione della sua voce e con l’emozione del suo cuore.
Franco Laratta