Razzi all’Unical: come vi è venuto in mente?
Razzi! L’arrivo del senatore Razzi all’Unical ha creato un vespaio di polemiche. Così alla fine l’appuntamento “culturale” si sposta in un albergo. Eppure per l’università avrebbe rappresentato una ghiotta occasione per una profonda riflessione sulle condizioni del mondo. Soprattutto sullo stato di salute della pace ai tempi di Trump, Putin, Kim Jong-un e del cinese 習近平, 习近平, Xí Jìnpíng, tutti amici particolari del senatore italiano. Avremmo saputo di più sul futuro della Siria e del suo dittatore بشارحافظ الأسد, Baššār Ḥāfiẓ al-Asad con il quale il senatore Razzi ha potuto posare in un selfie che è già entrato nella storia.
Antonio Razzi avrebbe raccontato al rettore e a tutti gli illustri relatori anche le sue cene con Francesco, papa, vescovo di Roma, patriarca della Chiesa latina, sommo pontefice della Chiesa cattolica e sovrano dello Stato della Città del Vaticano.
Dicono i biografi del senatore che lo stesso ha partecipato a svariate missioni all’estero. Ricordano quelle ad Addis Abeba, a Ginevra, a Pechino, a Pyongyang, a Bali, a New York, a Taiwan, a Tripoli, in Vietnam, a Mosca e altri Stati europei.
Nel mese di aprile 2009 si adoperò molto a favore dei terremotati dell’Aquila, organizzando opere di beneficenza e raccolte di fondi dalla Svizzera.
Questo suo dinamismo internazionale per favorire l’amore e la concordia fra i popoli, potrebbe portarlo alla conquista del prestigiosissimo Nobel per la pace 2017.
Detto questo, si capiscono poco le contestazioni e le prese di distanza in merito all’iniziativa all’università della Calabria, con il suddetto senatore Antonio Razzi, il Magnifico Rettore Unical e altre importanti personalità. Una volta decisa, liberamente e dopo attenta valutazione, è curioso ripensarci, fuggire dall’evento e costringere l’illustre senatore dipietrista-berlusconiano a ripararsi altrove in fretta e furia.
L’Unical ha visto negli anni la presenza in cerimonie ufficiali di presidenti della Repubblica, ministri, uomini delle istituzioni internazionali, scienziati di chiara fama. Da qui sono passati: G. Rohlfs, G. Amelio, F. Iacobucci, B. Ulianich, Saverio Strati, Benigni, Martone, solo per citarne alcuni. Ed è da molti anni considerata una delle migliori università italiane.
Abbiamo sempre creduto, con un eccesso di solennità, che l’università fosse da considerarsi come una cattedrale della cultura e della conoscenza.
Quello che è accaduto in questi giorni alla nostra pregiatissima università con la presenza di Razzi, richiama un’ amara espressione di Helen A. Killer: «L’Università non è il posto dove cercare le idee». Come dire: ma come vi è venuto in mente?
Pubblicato mercoledì 24 Maggio 2017 su "il Corriere della Calabria"