Non inganniamo la Calabria!
Una ‘preghiera’ ai candidati alle diverse cariche istituzionali: non vendete sogni e non create illusioni! Non buttatela in promesse irrealizzabili. Non suscitate aspettative impossibili. Dite la verità: perché sarà dura, e tutti devono saperlo.
Semmai promettete il massimo impegno, la totale trasparenza degli atti e delle scelte, la negazione di ogni forma di clientelismo, lotta dura alla corruzione e al malaffare!
Perchè un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione!
Le condizioni della Calabria sono così gravi che sarà complicatissimo venirne fuori.
L’eredità che lascia il centrodestra è pesantissima, in termini di fallimenti e di gravi ritardi.
La crisi economica, con la recessione che non vuole finire, sta provocando danni gravissimi in Calabria, regione in cui persistono fortissime carenze strutturali che rendono praticamente impossibile fare impresa. Eccettuata l’agricoltura che, nonostante tutto, rimane il ‘motore’ della nostra economia, ma un motore che bisogna potenziare e sostenere, per il resto la situazione è veramente allarmante.
I dati che tutti conosciamo, ci dicono che senza interventi urgenti, l’economia regionale appare sempre più vicina al collasso.
Le imprese chiudono in un numero sempre crescente, in tante non riescono a restituire i prestiti alle banche. Tantissime le attività commerciali e industriali sommerse dai debiti.
Secondo la Cgia di Mestre, in Calabria una piccola azienda su due è costretta a dilazionare il pagamento degli stipendi ai propri dipendenti proprio per effetto della mancanza di liquidità, un dato che automaticamente porta quei dipendenti ad avere a loro volta delle crisi di liquidità producendo un’ulteriore contrazione della spesa per consumi.
C’è un buon documento predisposto dal ‘Tavolo Giovani e Legalità’, coordinato dal giovane studente universitario Vincenzo Pugliano di Amantea, nel corso della ‘leopoldina’ Pd di Gioia Tauro di qualche mese fa, dal quale emerge in tutta la sua gravità, la condizione quasi disperata della nostra regione: In Calabria il tasso di occupazione ai minimi storici, mentre il tasso di disoccupazione è in continuo aumento. Migliaia gli inattivi e gli scoraggiati. Ma è soprattutto “emergenza giovani: due su tre sono a spasso, ossia senza un’occupazione, e oltre il 30% dei laureati under 34 non lavora. La Calabria, nel 2001, vedeva partire il 17,2% dei propri giovani. Dieci anni dopo a saltare sul treno era il 27,1%, dieci punti in più. Arrivati al 2011, dunque, ad aver salutato la propria terra sono state quasi 360 mila persone, che qui non riuscivano più a trovare la strada per tirare avanti, tra cui tantissimi giovani con un titolo di studio in mano. Uno spreco di talenti inaccettabile. Si chiama fuga dei cervelli, perché sono le menti più brillanti ad abbandonare le terre natie e in questo la Calabria sta proprio in cima. La Calabria è al quarto posto tra le regioni con maggiore emigrazione, ma se si fa il raffronto con la densità demografica, la fotografia è inquietante. Ad andarsene sono proprio i cervelli, i giovani che con le loro conoscenze sarebbero in grado di investire nelle risorse locali. Il problema, dunque, è che nessuno investe in loro, nella possibilità di farli rimanere.
Il quadro non è completo se non si mettono nella ‘lista delle macerie’ le condizioni della sanità, dell’ambiente, dell’ assurda incapacità di spendere i fondi comunitari, della difesa del territorio, dell’abbandono della montagna, della fuga dai centri-storico ormai in profondo degrado, delle infiltrazioni criminali, della devastante corruzione, della mediocrità della classe politica regionale che appare priva di competenze e qualità, delle condizioni del nostro patrimonio storico, culturale, paesaggistico. E l’elenco non finirebbe mai.
E mentre è partita la più cialtrona delle corse, quella di garantirsi un posto nella futura giunta regionale o in qualche ente o struttura, non si capisce se si voglia veramente investire in una nuova e qualificata classe dirigente, nella società civile, nel mondo della cultura e delle professioni, affinchè qualche personalità qualificata e competente, lontana dal mondo della politica, entri in consiglio regionale o in giunta. Dio solo sa quanto la Calabria abbia bisogno di nuove e competenti energie per farla uscire da un declino che sembra ormai inarrestabile. Potrebbe farlo Mario Oliverio, che dalla primarie ha avuto una notevole spinta verso la vittoria del 23 novembre, dovrebbe farlo il pd calabrese, che pure soffre di profonde lacerazioni interne.
I ragazzi della ‘leopoldina’ di Gioia Tauro, concludevano così il loro amaro documento sulle condizioni della Calabria (documento che il pd farebbe bene a non tenere in un cassetto):
In mezzo a tutto ciò sta una terra bellissima, ricca di storia, tradizioni, risorse paesaggistiche e naturali. Dal pollino allo stretto questa terra conta 750 km di spiagge, tre parchi nazionali, laghi e fiumi meravigliosi. Un patrimonio artistico, architettonico e culturale inestimabile. Borghi antichi, insediamenti della Magna Grecia, percorsi eno-gastronomici, tra accoglienza, folclore e colture di pregio. Ma soprattutto ci stanno tante persone perbene e lavoratori onesti che hanno sacrificato la loro intera vita per la propria famiglia. Imprenditori che denunciano il pizzo, cooperative sociali o agricole che operano nei beni confiscati alla ndrangheta. Giovani che investono nella propria formazione con la speranza di poter lavorare e creare una famiglia in questa bellissima terra. Calabresi pronti a guidare un nuovo percorso per questa regione mettendoci la faccia.
Non c’è altro da aggiungere.