Non chiediamo soldi, ma sostenete le nostre produzioni e le nostre attività
L’appello dei giovani imprenditori
Dai giovani ‘che ce l’hanno fatta’ un appello alle Istituzioni: non chiediamo soldi, ma sostenete le nostre produzioni e le nostre attività, c’è bisogno di promozione e sostegno alla commercializzazione, perché partiamo svantaggiati, con infrastrutture datate, collegamenti lenti e insufficienti. Sono i ragazzi di ‘Vantativinne’, che Franco Laratta ha ‘scoperto’ e poi raccontato, sono 20 storie vere, di ragazzi calabresi che hanno resistito e innovato con intelligenza e coraggio. Franco Laratta è impegnato in un tour per la Calabria (tappe anche fuori e all’estero) per parlare di una terra ricca di talenti e di giovani ‘che ce l‘hanno fatta’. Questi ragazzi, nelle ultime tappe di Crotone, Cotronei, San Giovanni in Fiore, Casali del Manco e Scalea, hanno inteso lanciare un appello alle istituzioni calabresi, per sostenere il loro impegno. Un appello che, hanno sostenuto i ragazzi, non è una richiesta di elemosina, ma qualcosa di molto più importante: un progetto a sostegno delle imprese attive, costrette a pagare costi altissimi nella distribuzione e nella commercializzazione. Franco Laratta è in giro con il volto positivo della Calabria: Stefano Caccavari e con il suo ‘Mulinum’ che si diffonde in Italia; Caterina Ceraudo Stella Michelin e ‘regina’ della cucina calabrese; Gabriele Bafaro con il suo vino come ai tempi dei romani; Luigi Granata che porta per il mondo le sue collezioni in seta con i monumenti e le eccellenze della Calabria; con gli artisti come Filippo Arlia, Federico Veltri, Francesco Rodilosso, Raffaele Montepaone, Luigi Spartaco Iusi che conquistano le scene internazionali nonostante la loro giovane età, eppure capaci nella loro arte di eccellere. E poi Lorenzo Pupo, Vincenzo Pugliano e tutti gli altri che sono in primo piano per affermare un’idea vincente e positiva della Calabria, che sono l’esempio vivente di una Calabria che nonostante tutto è viva, forte, produce e vince.
Per Franco Laratta “la Calabria soffre troppo perché non crede in sè stessa, perché ha una struttura debole, una burocrazia soffocante, l’assenza totale di ‘visione’ e di programmazione. Siamo una terra ricca, molto ricca, ma si sente povera e incapace di reagire. Questi nostri ragazzi sono la dimostrazione che si può fare molto, si può resistere e vincere. Ma dobbiamo uscire dalla profonda recessione psicologica che abbatte ogni speranza”.