L’oro bianco di Calabria è a rischio.
«Serve un piano strategico per l’acqua»
«In un momento di difcoltà, con la siccità che sempre più spesso negli ultimi 10 anni, crea gravissime difcoltà al settore, è giusto che le istituzioni e la politica calabrese trovino una risposta urgente e definitiva. Diversamente si rischia di far saltare la produzione, che in Calabria è pura ricchezza». Così Franco Laratta, già parlamentare e attualmente amministratore Ismea, l’Ente economico del governo che finanzia i progetti dei giovani in agricoltura. Lo straordinario profumo dei nocchi calabresi, quel sapore unico, accompagna Franco Laratta nel corso di una visita nei campi del crotonese dove si coltiva l’oro bianco della nostra agricoltura. È tempo di raccolta, in una vasta area dove il nocchio viene coltivato da almeno 160 anni, in particolare nei 5000 ettari della fascia ionica, da Strongoli a Botricello. Eccezionale la diffusione nella zona di Isola di Capo Rizzuto dove operano decine e decine di aziende, e poi a Rocca di Neto dove raggiungendo la Statale 106 da una strada interna, si rimane affascinati da una lunga distesa di coltivazione e da un profumo intenso. I nocchi di Isola Capo Rizzuto colpiscono per l’aroma persistente, e per quel sapore indimenticabile. Il nocchio calabrese viene definito “d’oro” poiché rappresenta una preziosissima risorsa economica per il territorio, come appunto una miniera d’oro della nostra agricoltura. Ma la situazione attuale è molto grave. «Non c’è acqua per i nocchi e la sopravvivenza. È emergenza sociale più che economica». Roberto Torchia, presidente del Consorzio di bonica Ionio crotonese, lo ha gridato oggi, lo ripete da anni: «Abbiamo richiesto ulteriore irrigazione di soccorso perché l’economia che ruota attorno alla coltura dei nocchi è essenziale». Basti pensare che gli ettari coltivati a nocchio sono 3mila, con un giro di affari che arriva no a 30 milioni di euro. Per tutto questo Franco Laratta chiede «un piano strategico per l’acqua. Così non si può andare avanti, c’è il rischio concreto che venga messa in ginocchio l’intera agricoltura calabrese. Si perde e si spreca tanta acqua in Calabria. Occorrono interventi straordinari e urgenti»