Pubblicato su Il Crotenese di venerdì 28 luglio 2006
Immediatamente dopo il terribile omicidio Fortugno (ma è stata fatta piena luce su esecutori, mandanti e soprattutto movente?) la Calabria guadagnò una fortissima simpatia in tutto il Paese. La personalità discreta, da uomo onesto e per bene, di Franco Fortugno, ci aiutò molto, così pure la sincera emozione dei calabresi, i grandi e sentiti cortei popolari, le denunce spontanee di gruppi e associazioni, limpegno vero dei partiti e delle istituzioni, le grida di rabbia e di dolore di Pippo Callipo. Tutti a gridare Adesso basta; tutti ad impegnarsi per una Calabria diversa, migliore, finalmente riscattata da secoli di arretratezza. Dopo alcuni mesi da quel tragico 16 ottobre di Palazzo Nieddu, in Calabria tutto è come prima, forse anche peggio. La ndrangheta è tornata ad uccidere indisturbata; vaste parti del territorio sono sempre più nelle mani della criminalità; la voce delle associazioni antimafia si è fatta più debole; nessuna giustizia per le decine di persone uccise nella locride negli ultimi anni (il caso Congiusta ne è lesempio più eclatante) e così per tutti gli altri uccisi nelle varie zone della Calabria; nessun investimento previsto nellimmediato dopo-Fortugno si è realizzato a favore della crescita e dello sviluppo della nostra terra; la Giunta regionale è diventata ancora più debole e sempre più lontana dalla società, mentre è fallimentare la gestione dei settori strategici come agricoltura, turismo, sanità. Il tutto è aggravato dal fatto che i fondi comunitari che saranno disimpegnati a fine anno (speriamo che ciò non avvenga, ma i segnali vanno tutti in questo senso) ammonterebbero a centinaia di milioni di euro (forse 1000 miliardi di vecchie lire!). Tutto questo mentre i giovani hanno ripreso ad emigrare in cerca di lavoro, le imprese vivono in un mare di difficoltà, i sindaci sono sempre più soli nella gestione delle mille emergenze dei comuni piccoli e grandi. Se tutto questo è vero, comè vero, la Calabria è destinata a rimanere sola, ancora più sola di prima. A livello romano si fa più forte la sensazione che questa Regione è veramente ingovernabile, che i calabresi non sono in grado di darsi un governo forte, autorevole e coraggioso, che le antiche divisioni sono destinate a diventare insanabili lacerazioni. Cosa fare per fermare questa devastante situazione? Non saprei dirlo in due righe. Dico soltanto che non cè più tempo a disposizione, che occorre decidere subito, che è necessario governare veramente questa Regione utilizzando le risorse e le energie disponibili. Vogliamo parlare tutti insieme? Loiero, la Giunta regionale, i sindaci, gli imprenditori, i sindacati: vogliamo decidere tutti insieme per una volta cosa fare della nostra Calabria? Fermiamoci, quindi, un momento a riflettere. Fermiamo questa brutta cosa allautodistruzione. Approfittiamo di giorni di riposo di agosto per decidere cosa fare, ognuno secondo il proprio grado di responsabilità. Ma dopo, alla ripresa di settembre, con una radicale svolta rispetto a quanto fatto finora, si deve assolutamente decidere cosa fare di questa bella e sfortunata regione. Prima che la Calabria si perda definitivamente.
Franco Laratta