Laratta e le quote rosa. Risposta alle critiche di Marilina Intrieri
La collega Marilina Intrieri su ‘Calabria ora di ieri 27/9 replica ad una mia critica sul regolamento per la composizione delle liste del Pd.
La Intrieri non si sofferma su quanto da me detto a proposito delle liste senza preferenze (un errore, così come ritengo sbagliata lattuale la legge elettorale, tanto che ho firmato una proposta di legge per il ripristino delle preferenze al Parlamento), né sullabbinamento delle primarie nazionali con quelle regionali, nelle sulle candidature (da evitare) dei big della politica (parlamentari, consiglieri e assessori regionali), né sul fatto che il meccanismo regolamentare abbia prodotto anomalie e forti contraccolpi nei dirigenti locali.
Si sofferma, la collega Intrieri e con lei altre donne, sulla mia critica all imposizione rigida di una quota obbligatoria di donne in lista per le primarie, pari al 50%. Definendo ‘disdicevole’ la mia presa di posizione.
Tranquillizzo Marilina (una donna che si è distinta per le sue lunghe e variegate battaglie nei diversi partiti di appartenenza) e le dolcissime amiche candidate. Non sono affatto contro le donne in politica, ci mancherebbe altro. Sarei un imbecille a sostenere ciò.
Ritengo soltanto che una classe dirigente al femminile non si possa costruire per legge! Che il percorso semmai è un altro. La quota fissa del 50% ha prodotto tante anomalie, tanto che potrei fare lesempio di diverse donne che sono state candidate nonostante non ne avessero alcuna intenzione. Sono convinto che le donne non debbano farsi usare per coprire un vuoto o per rispettare un regolamento. Questo è dannoso per le donne stesse, costrette alla recita delle ‘belle statuine’ per far piacere a qualcuno e per rispettare determinate regole.
Per quanto mi riguarda, le donne sono state non da ora, ma da sempre, mie eccezionali compagne e amiche nel mio percorso politico. Senza bisogno di regole e costrizioni, il mio gruppo ha sempre valorizzato le presenze al femminile. E nelle liste delle primarie abbiamo concordato insieme le
migliori presenze, maschili e femminili, da valorizzare in questa competizione per le primarie. Giusto per fare qualche nome al femminile della Provincia di Cosenza: è il caso di Stella Fabiani e Floriana Chiappetta, capoliste sul Tirreno; Anna Maria Di Cianni capolista sul Pollino, Veronica Puntorieri sull’Alto Jonio, Clelia Badolato capolista su Rende, Carmela Turano capolista a Castrovillari, Rossella Tafuri nei primi posti su Castrovillari, insieme a tante altre donne in posizioni intermedie della lista nei diversi collegi. Tutto qui. Ovviamente sono tutte giovani donne che hanno fatto esperienza nei partiti e hanno amministrato comuni (Fabiani, Punterieri, Chiappetta) o Province (Clelia Badolato già assessore all’ Edilizia scolastica in prov di Cosenza e ora consigliera provinciale a Cosenza e membro della Direzione Nazionale della Margherita) o vengono dai settori privati (Rossella Tafuri) e così via tutte le altre amiche candidate, che sono tante.
Si tratta quasi sempre di donne che si sono misurate con il voto e hanno sempre dato un contributo importante alla vita politica e sociale delle comunità di appartenenza. Donne ‘vere’, per l’appunto. Non comparse, invitate cioè a candidarsi solo per raggiungere una percentuale! E questo è sì disdicevole.
Al termine di tutto ciò posso riferire di avere ricevuto decine di attestati di condivisione da parte di donne ( e la cosa non mi ha sorpreso affatto) alla mia critica sulle quote fisse del 50%. Il più interessante è quello di Ermanna Carci Greco, una donna che ha una storia vera in politica, che mi ha autorizzato a riferire che condivide in pieno la mia presa di posizione. E ha definito ‘mortificante’ per le stesse donne un sistema di cooptazione forzata.