Mina, da 4O anni simbolo di un Paese che sa resistere e vincere
Il 23 agosto 1978- giusto 25 anni fa- Mina lasciava definitivamente le scene! Al termine di un concerto spettacolare alla Bussola di Viareggio, Mina canta Grande, Grande, Grande, il pubblico le tributa un applauso infinito, lei- alta come sempre, capelli lunghi e rossi come non mai, elegante e un spaventata più del necessario- abbandona lo spettacolo e si rifugia nella quiete di Lugano da dove sarebbe uscita solo’ per incidere uno-due album all’anno.
Sul perché di quella fuga’ dai concerti è mistero. Mina abbandona le scene nel momento di grande successo: i suoi dischi vanno al massimo, la stampa la insegue e forse la tormenta troppo, è una diva che fa moda e tendenza, ha milioni di fans che la adorano. Eppure lascia. Ma la sua carriera è tutta di grandi e clamorosi abbandoni. Nel 1967 lascia il cinema dopo 13 films di scarso livello e dice no a Fellini che la inseguiva per il Viaggio di G. Mastorna’, mai così realizzato. Nel 1974 lascia la televisione: dopo 15 anni di trionfi, dopo avere rivoluzionato i sabato sera, dopo Studio Uno, Teatro 10, Milleluci, Mina abbandona il piccolo scherma che aveva contributo a fare grande. Inutilmente Canale 5 la insegue per anni a suon di offerte miliardarie: la Tv non la interessa più!
Dal momento in cui Mina torna ad essere solo ed esclusivamente voce, incide album doppi per 20 anni consecutivi, ed una serie di cd singoli di successo, la sua assenza diventa mistero e passione’.Tutti si chiedono dov’è, cosa fa, perché ha lasciato. Lei tace. Parlano le splendide copertine dei suoi album che la propongono misteriosa, divina, alla Leonardo con la barba imponente, manichino calvo in Attila, geometrica come disegnata da Picasso, rotonda come una donna di Botero, elegantissima in una cappa rossa firmata Versace per l’abum Cremona’, inquietante mentre compare dal lago dei misteri di Loknes. E parla sui giornali: prima su Liberal, oggi sulla prima pagina della Stampa con alcuni fondi colti e graffianti, per lunghi anni alla radio, il mezzo di comunicazione da lei preferito.
Ma fanno soprattutto testo i suoi splendidi album, gli omaggi a Battisti e Modugno; le canzoni inedite di autori giovani e sconosciuti, la riscoperta’ di Celentano con un album a due voci che ha fatto storia ed ha venduto un milione e mezzo di copie!, lo splendido Dalla Terra’ che ripercorre un millennio di musica sacra in latino e in volgare. Ora è uscito Napoli Secondo Estratto, il secondo album dedicato alla storia della canzone napoletana, inciso dal vivo in studio, un omaggio alla grande canzone melodica che già nel cd Napoli’ del ’96 ha fatto gridare al capolavoro.
Mina appartiene alla storia dell’Italia moderna. Da oltre 40 anni anticipa i tempi e le mode, incide canzoni che appartengono alla tradizione e spingono sull’innovazione, ha una voce che incanta sempre di più (La più bella voce bianca del mondo disse Luis Armostrong), è forte e coraggiosa ma anche debole e spaventata. E’ stata- nel 1963- inconsapevolmente simbolo del riscatto delle donne italiane ancora emarginate e chiuse in casa (in quell’anno rimane incinta pur non essendo sposata e suscita scandalo quando è costretta per questo a lasciare la TV di Stato!); ha rivoluzionato il modo di cantare quando negli anni ’60 cancella di colpo la tradizione musicale italiana di Nilla Pizzi e Claudio Villa; ha attraversato l’epoca degli urlatori, il rock, il jazz, il melodico moderno, rimanendo sempre se stessa, nuova e coraggiosa, mai costretta a fare quello che non le piaceva. E mentre mezza Italia ancora canta Grande,Grande, Parole Parole, E Poi , L’importante è finire, Acqua e sale, lei canta con Cocciante e Piero Pelù, viene corteggiata da Pavarotti, incide brani di Zucchero e Daniele Silvestri, duetta con Ivano Fossati.
Io non mi preoccupo se sono o non sono una diva, canto per me, perché mi piace cantare. Il giorno che non mi piacerà più, smetterò!, disse Mina nel 1978, prima di andare via. In attesa del suo prossimo disco d’autunno, nella speranza di un grande concerto di una sera, o di una fugace presenza in televisione, godiamoci la Mina di oggi, di sempre. Passati i 60 anni, rimane la più grande.
Franco Laratta