La politica in Calabria è morta da anni. Nessuno si muove per il recupero della democrazia e della civiltà
Non rassegniamoci all’idea che la Calabria sia tutta marcia, tutta mafia, tutta corruzione. Altrimenti questa terra è persa per sempre.
La risposta dello Stato e delle forze dell’ordine è sempre più forte e incisiva. Ma non può bastare, da sola non risolveil problema della criminalità alla radice.
Dov’è la politica in Calabria? Dove sono le istituzioni educative e formative? Dove sono le università? Che fine ha fatto la cosiddetta società civile, la chiesa, il mondo della cultura?
Ma la responsabilità più grande e più grave è proprio della politica, dei partiti, delle istituzioni democratiche.
Cosa fanno, cosa facciamo, oltre che a fare le liste per partecipare alle elezioni e un migliaio di inutili convegni all’anno?
La politica come mezzo per conquistare il potere è esattamente la morte della politica.
In Calabria c’è bisogno di affrontare il tema della devastante penetrazione delle mafie in tutti i settori produttivi ed economici.
Ma nessuno affronta nel profondo quello che sta accadendo, nessuno propone strumenti e mezzi a salvaguardia delle aziende sane e degli imprenditori onesti, e anche di tantissimi sindaci e amministratori trasparenti, lasciati da soli, senza supporti nè sostegni.
La politica è morta nel sud di questo paese, è morta e sepolta da anni in Calabria, senza che niente e nessuno faccia qualcosa per recuperare un ruolo e una funzione civile e democratica.
Il rischio grave che stiamo correndo è che la stragrande maggioranza dei calabresi, che sono onesti, si senta improvvisamente una minoranza, una vuota, inutile e abbandonata minoranza.
Così i tanti politici e amministratori onesti, sempre in prima fila nei territori, così i tantissimi imprenditori onesti e trasparenti che lottano quotidianamente contro gli assalti criminali.
pubblicato su casinistanews.blogspot.it