l futuro è adesso e per la nostra Calabria ripartiamo dalla natura
GIOVANNI “El Fuser” OLIVERIO è un ragazzo di Belvedere Spinello, nella Valle del Neto, provincia di Crotone.
Un liceale brillante, dinamico, “comunista”, ama la libertà, i social, le nuove tecnologie e considera questi strumenti fondamentali per tenersi in collegamento con il resto del mondo.
E fin qui nulla non ci sarebbe nulla di particolare. Il bello viene ora. Ed è lui a svelarlo.
«La terra, le mie radici, il mio futuro. Io mi sento libero a contatto con la natura, con gli animali, quando sono nelle stalle della mia famiglia. Poi guardo le mucche e i vitelli, quando in cerca di pace e di frescura si rifugiano nelle carne naturali del “Lentischio”.
Nella caverna di Platone ci si sente prigionieri e ingannati; nelle caverne di Belvedere, vediamo i raggi di sole che riescono a penetrare e ad illuminare il tutto. Ed è forte il senso di pace e di libertà!
Mio nonno possedeva terreni ed animali, con i quali dava da vivere alla famiglia. Sono cresciuto a diretto contatto con questo mondo. Nel quale mi sento a mio agio, mi sento utile, e soprattutto libero.
Da qui guardo al mondo, ai suoi problemi, al futuro. Alla Calabria, la terra dalla mille potenzialità. Ma è solo con la natura, con l’agricoltura che noi possiamo creare sviluppo.
Mi sento comunista!
La politica? No, non è losca come dicono tutti. La politica significa “essere cittadini”. Devono cominciare i cittadini a fare politica e a farla bene.
L’euro? No, non si può uscire dall’euro, noi solo con l’euro possiamo ottenere gli stessi diritti dei Paesi più forti. L’Europa è un buon progetto, ma il suo progetto deve tornare al messaggio originario.
Amo questo Papa.
Credo che il Papa ci stia facendo scoprire il senso e i valori originari del cristianesimo. Ci ha ridato una Chiesa missionaria, umile, povera. Il Papa predica uguaglianza e giustizia per tutti. Ci ha aperto gli occhi e il cuore ci sta insegnando a rinunciare agli eccessi, a lottare per gli ultimi di questa terra.
Lo ammiro.
Il futuro è adesso, è oggi, lo stiamo già vivendo. Il futuro si costruisce passo dopo passo. Penso al futuro che ha saputo creare mio padre. E prima di lui mio nonno. Credo che la politica la si debba fare per far migliorare le nostre condizioni di vita. E io vorrei farla un giorno. Insieme ad alcuni compagni di vita. Abbiamo dato vita ad un piccolo Movimento, per contrastare quei partiti che hanno tradito i loro ideali.
L’estremismo come malattia.
“Turista con i sandali non fare scandali/ se ci siamo dimenticati di essere figli di emigrati”, è una frase di Caparezza che mi viene in mente quando guardo la politica estremista che si schiera contro gli immigrati, al solo scopo di guadagnare consenso elettorale. Diceva Lenin che “l’estremismo è una malattia infantile”. Credo vadano riconosciuti i diritti che spettano ad ogni cittadino del mondo. E poi, diciamolo chiaramente: non è vero che gli immigrati ci rubano il lavoro. E’ esattamente il contrario: siamo che li sfruttiamo e li malpaghiamo».
Giovanni è un ragazzo tutto passione. E’ qui, è nato in questa terra difficile, ma non sogna di andare via. Vuole rimanere in Calabria, a lavorare nell’azienda di famiglia, accudire gli animali, lavorare la terra. E fare politica. Ma intanto studia. Guarda al mondo ma non si dice preoccupato. Sa bene che un giorno, nulla sarà come oggi. E scommette che sarà migliore, con un ritorno alla natura, all’essenziale, ai valori.