Il responso delle urne nei centri della regione dove domenica si è votato per rinnovare le Amministrazioni
IL PPI CON IL 17% DEI VOTI DIVENTA IL SECONDO PARTITO DOPO IL PDS
SAN GIOVANNI IN FIORE Riccardo Succurro, sostenuto dal Pds, dal Ppi e dal Si, e il sindaco di San Giovanni in Fiore. Quasi il 52,5% dei consensi e un abissale distacco dal secondo (a sorpresa), Giovanni Mancina che con la sua civica «Patto per San Giovanni», ottiene il 18%. Crolla il centro-destra che con il candidato sindaco Francesco Martire ottiene soltanto il 16% dei voti. Questi i primi dati a caldo della tornata elettorale che ha visto impegnati domenica poco più di 11.200 elettori. I1 centro-destra, quindi, ottiene un grosso successo riuscendo a vincere direttamente al primo turno, grazie ad un distacco di 35 punti percentuali rispetto al candidato sindaco Giovanni Mancina. Nel centro, sinistra registra un dato clamoroso il Ppi che ottiene circa 1.800 voti e quasi il 17% dei consensi: soltanto un paio di mesi fa i popolari erano attestati al 6% con 700 voti (dati del 21 aprile, elezioni politiche). n successo clamoroso dei popolari ha trascinato la coalizione al successo. Buona l’affermazione del Pds che arriva quasi a 3.300 voti, mantenendo i voti delle elezioni politiche, mentre i socialisti conquistano poco più di 1.200 voti. I1 candidato sindaco del centro-sinistra ottiene quasi 6.000 voti personali e sbaraglia i concorrenti. «Sono felicissimo della vittoriaafferma a caldo Riccardo Succurroanche perché la vittoria non e mia e non e della coalizione, ma e la vittoria della gente perbene di questa città, della gente onesta e sincera che spera nella crescita e nello sviluppo della nostra società». Dicevamo del crollo della destra. Impressiona il risultato di Forza Italia-Ccd-Cdu che insieme arrivano intorno a 1.100 voti. Crollo anche di An che raggiunge gli 800 voti contro gli oltre 2.000 del 21 aprile scorso. I1 candidato del Polo, Martire, supera i 1.800 voti. Buono il successo di Rifondazione comunista che si aggira attorno ai 1.300 voti e del candidato sindaco Rugiero che si e fatto molto notare in campagna elettorale. La Fiamma di Giuseppe Gentile conquista il 3% dei voti. Dicevamo del successo di Mancina che con una propria lista ottiene un risultato insperato: oltre 2.100 voti personali e quasi 1.200 del suo Patto. Mancina appena espulso dal partito dei Socialisti italiani, era vicesindaco con la passata giunta di centro-sinistra. Poi, improvvisamente, la rottura e la sua decisione di correre da solo, fuori dal centro-sinistra. Mancina sperava nel ballottaggio ma il centro-sinistra ha vinto da solo, anche senza Rifondazione comunista. I dati sono, al momento in cui scriviamo, non ancora ufficiali. La campagna elettorale si e svolta nel segno del grande rinnovamento. Nelle liste non vi erano pressoché uscenti. Entusiasmo nella coalizione dell’Ulivo per il nuovo trionfo- delusione nella destra dove sarà bufera per alcune scelte fatte in occasione di questa competizione. Del resto, non e difficile capire che qualcosa non ha funzionato se tutti e quattro i partiti del Polo hanno dato al candidato sindaco Martire appena il 16% dei consensi. Pienamente soddisfatti i popolari che diventano il secondo partito della città recuperano il voto moderato e cattolico, e vincono grazie ad una lista di giovani che ha dato tanto al partito con l’entusiasmo e l’impegno. I seggi sono cosi distribuiti: 7 al Pds, 3 ai Popolari, 2 ai socialisti, 3 a Rifondazione, 2 al Patto di Mancina, 1 a Forza Italia, 1 ad An. Secondo dati solo ufficiosi (oggi potrebbero emergere novità dal controllo delle schede) questi gli eletti al consiglio comunale: Pds: Roberto Minardi, Giovanni Spadafora, Giuseppe Spadafora, Stefano Conte, Salvatore Friio, Francesco Spina Giovanni Foglia. Ppi: Giovanni Romano, Francesco Madia, Giovanni Belcastro. Socialisti italiani: Antonio Piano, Antonio Nicoletti. Vanni Tricarico. Forza Italia: Alfonso Lorenzano. An: Francesco Martire. Lista civica «Patto per San Giovanni»: Giovanni Mancina, Pasquale Arcuri. Rifondazione comunista: Franco Ruggero, Biagio Marra, Gerardo Longo.