Il programma di 5stelle per l’Europa, in 7 punti.
Vediamo cosa propone Grillo per le europee del 25 maggio.
1) Il Referendum per la permanenza dell’ Italia nell’euro.
“Per dovere di cronaca va detto che ad oggi i Trattati Ue non prevedono la possibilità di uscita dalla moneta unica ma solo dall’ Unione europea. Questo perché l’adozione di una moneta unica era stata concepita all’inizio come un processo irreversibile volto a rafforzare l’integrazione economica e politica dei Paesi Ue.” (Lo scrive Alessio Pisanò, sul Fatto Quotidiano, giornale che ha sempre sostenuto Cinquestelle). Non c’è altro da dire.
2) Abolizione del Fiscal compact.
Il Fiscal compact è un trattato. Quindi parlamento Europeo non ha alcuna competenza in merito. Saranno i governi dei singoli Paesi membri a discutere, modificare, aggiornare i Trattati.
3) Adozione degli Eurobond.
E’ una proposta che appartiene già ad altri partiti, il Pse prima di tutti. Occorre però sapere che gli Eurobond non risolvono i problemi che abbiamo, basti pensare che i debiti restano a carico dei rispettivi Paesi, quindi ciascuno resta con il proprio debito. Cambia solo lo strumento di negoziazione. Anche in questo caso c’è da dire che non è il parlamento europeo a decidere.
4) Alleanza fra i Paesi mediterranei per una politica comune.
E’ una proposta vaga e indefinita, che può significare tante cose ma anche niente. Su questo argomento esistono già diverse Commissioni nel Parlamento europeo.
5) Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio.
Su questo ci sono larghe convergenze nel PPE e nel PSE. Anche in questo caso non c’è competenza da parte del Parlamento europeo, ma è argomento che riguarda i Trattati.
6) Finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni.
Non si capisce che cosa si intenda dire e fare. Nel bilancio pluriennale 2014-2020 la politica agricola comune avrà 960 miliardi di euro in stanziamenti d’impegno (più 908,4 miliardi di euro in pagamenti). Andrebbe chiarito cosa si intenda per “finalizzati ai consumi nazionali interni”.
7) Abolizione del pareggio di bilancio.
La legge costituzionale non parla di “pareggio” ma di “equilibrio” di bilancio, ma non si tratta di una misura europea. La competenza è del Parlamento nazionale. Ma 5 Stelle ha votato contro l’unica proposta di deroga che è stata presentata. Dovremmo però chiederci se sia necessario porre un “freno” alla capacità di “sforamento di bilancio” oppure no, tornando quindi ad indebitarci senza alcun limite.
Come si può notare, molti dei suddetti punti non sono di competenza del parlamento europeo. Ma sono i Trattati tra gli Stati membri che possono discuterne e cambiarli. Quindi occorre molta competenza ed autorevolezza dei governi nazionali, al fine di coinvolgere tutti gli Stati in una discussione positiva, finalizzata a migliorare l’Europa.
Il Movimento di Grillo non sta dimostrando finora nessuna particolare conoscenza delle istituzioni europee, dei suoi meccanismi e del suo funzionamento.
Il M5S non ha nemmeno specificato con chi intende allearsi in Europa.
Il Pd andrà nel PSE, FI e altri partiti di centrodestra andrà nel PPE.
Per fare un gruppo all’europarlamento occorrono deputati di almeno sette Paesi.
Il rischio reale è che M5S, pur eleggendo in Italia un determinato numero di parlamentari europei, non potrà incidere in alcun modo in Europa.