Il partito della condivisione.
Non cè alcun dubbio che il centro-sinistra si trovi davanti ad un bivio: rinnovarsi oppure morire. Il fatto che lUlivo rimanga ancora una sommatoria di partiti e di classi dirigenti non prospetta niente di buono nella grande battaglia per sconfiggere la destra in Calabria e nel resto del Paese. I passi che sta movendo il centro-sinistra sono ancora deboli, limmagine non brilla, la capacità di riconquistare il consenso perduto è tutta da verificare. Il nuovo Ulivo deve ancora nascere.
Nel momento in cui i partiti non trovano la forza di superare lo choc provocato dal berlusconismo allintero sistema della rappresentanza democratica, cè bisogno di una vera sfida per sconfiggere il disinteresse generale verso tutto quello che dice e fa la classe politica. Compresa quella di centro-sinistra. E allora si pone a noi tutti una scelta coraggiosa: aprire veramente le porte dei partiti (anche se di essi rimane poco) e far entrare tutti coloro che hanno voglia di partecipare. Al di là delle tessere e degli incarichi, è giunto il momento di consentire a tutti la partecipazione alle scelte, ai programmi, ai progetti. E alle designazioni. Insomma è il momento della condivisione, il momento di condividere le decisioni con iscritti, eletti e simpatizzanti. E necessario spiegare i processi, fare scelte che siano accettate, riuscire a fare della partecipazione il momento forte di qualsiasi processo di decisione. E il momento di una nuova primavera della politica dopo la triste e lunga stagione dellincertezza che dura da un decennio.
Il centro-sinistra deve capire che non è più il tempo né il momento di chiudersi, di restringere la partecipazione, di giocare agli equilibri fatti a tavolino o, peggio ancora, calati dallalto ad una base che non è più disponibile ad accettare le scelte a scatola chiusa.
Nei giorni scorsi ho comunicato la messa in rete di un mio sito web. La cosa, destinata ad aprire una finestra di dialogo con tanti amici sparsi su un vasto territorio, è stata vista come lannuncio di una mia discesa in campo in vista delle elezioni per la presidenza della Provincia (della cui cosa sembra che nessuno voglia parlare!). Credo che ogni giusta aspirazione debba essere oggetto di discussione e di confronto. E quindi di condivisione. Dico questo per entrare nellargomento della scelta dei candidati, a qualsiasi livello. E per dire subito come la penso: nessuno può immaginare di fare scelte e di imporle alla base dei partiti e soprattutto alla base elettorale. Sarebbe un suicidio per il centro-sinistra. Le candidature (comprese quelle alla Presidenza della Regione, avviate e annunciate nel peggiore dei modi con oltre due anni di anticipo!) devono essere per lappunto, condivise, discusse, accettate. Nessuno può imporre niente a nessuno! Così come è fuori da ogni logica immaginare di fare le scelte nellottica dellappartenenza, inseguendo un equilibrio fra province, Regioni e Parlamento, distribuendo le designazioni allinterno della coalizione e rispettando esclusivamente le quote elettorali dei singoli partiti. Mi sembrano cose del tutto prive di buon senso in un momento tanto delicato della vita politica.
E torna il tema delle primarie. Argomento che si affaccia ad ogni scadenza elettorale da almeno un decennio, per poi essere gentilmente messo in soffitta con la solita scusa che le primarie non si possono organizzare mancando una legge che le disciplini. E vero, non siamo negli Stati Uniti. Ma una cosa è certa: con le primarie o con un sondaggio, con una consultazione vasta oppure affidandosi ad un comitato formato da saggi, eletti, simpatizzanti e cittadini impegnati .. limportante è che i candidati ottengano il consenso e la condivisione da parte di una vasta platea di elettori. Se manca il consenso e la condivisione non cè si ritirano i candidati e si passa ad altre proposte.
E importante che il centro-sinistra si renda conto che non ci sono più soltanto i partiti che possano decidere nel chiuso di una stanza; oggi cè tutto un mondo nuovo che ci guarda con interesse, ma anche con sospetto. Questo è un mondo fatto da movimenti, associazioni, gruppi di pacifisti laici e cattolici, cittadini impegnati in senso ampio. Un mondo che non può essere lasciato ai margini, non può non partecipare e condividere. Ben sapendo che chi è destinato ad assumersi impegno di governo dovrà farlo senza condizionamenti e al solo scopo di promuovere lo sviluppo, il lavoro, la promozione umana, sociale e culturale dei cittadini, secondo un programma chiaro che deve essere sottoposto agli elettori. Al governo dei comuni, delle province e della regione non possono però non partecipare le diverse componenti sociali che si riconoscono in un progetto politico fortemente alternativo: immagino un disoccupato accanto ad un intellettuale, un imprenditore a fianco di un giovane e di un esperto, il docente con il professionista, tutti insieme nel governo delle amministrazioni accanto agli uomini indicati dai partiti. Uomini, donne, giovani per dare vita ai governi del centro-sinistra che siano alternativi a quelli fallimentari del centro-destra.
I partiti devono recuperare immediatamente un importante ruolo guida, progettando e programmando la crescita e lo sviluppo. Devono però farlo e parteciparlo: la vera sfida è la condivisione. Dei progetti, dei programmi, delle candidature. Idee chiare, progetti concreti, uomini forti e determinati per lanciare la sfida del cambiamento. Solo così torneremo a vincere.