Il musicista che fa dialogare classica, lirica, pop, etnica
Successo al Rendano di Cosenza per Francesco Perri e della sua Serrensemble Orchesta.
Francesco Perri musicista. Forse basterebbe fermarsi qui, anche se il suo curriculum è molto più eloquente. Dice tanto di un giovane e moderno direttore d’orchestra, studioso, ricercatore, docente.
Ma vi annoieremmo a morte nell’elencare titoli, riconoscimenti, premi, qualità artistiche di questo brillante artista cosentino. Un paio di notizie possono far capire di chi e di cosa parliamo: Francesco Perri ha al suo attivo oltre 500 concerti in Italia e all’estero. Nel 2016 scrive la Music Opera ‘Francesco de Paula’, recensita come primo lavoro di importanza culturale e di diffusione sulla figura del Santo calabrese, ricevendo il patrocinio del cardinale Ravasi, di monsignor Fisichella, della Fondazione dei beni per le attività culturali della Chiesa, Vatikan media. Dal 2020 è il Direttore del Conservatorio statale di musica “S. Giacomantonio” di Cosenza..
Ma veniamo all’oggi. Nel quadro delle iniziative: “Il Rendano e il suo sipario storico” realizzate grazie alla sinergia tra il Comune di Cosenza e l’Associazione culturale Polimnia, il pubblico del grande teatro di tradizione ha assistito, entusiasta, a un concerto della Serrensemble Orchestra diretta dal maestro Perri. Concerto che in realtà è stato un vero e proprio dialogo in musica. Con la musica classica che ha incontrato il jazz, il pop, il rock.
In una sfida avvincente, il segno di come la grande musica, si possa e si debba aprire, si debba confrontare con ogni altro genere musicale. E come ha detto Francesco Perri: deve dialogare con tutti, perché la musica, tutta la musica, porta in sé un messaggio di pace.
Nel corso del concerto, in un clima allegro e perfino ironico (anche tra gli splendidi orchestrali), abbiamo assistito a un lungo percorso artistico e musicale, un viaggio, durante il quale la ‘Casta diva’ della leggendaria Callas ha dialogato con la più leggera e sensuale ‘Una rotonda sul mare’ di Fred Bongusto. E poi da Morricone ai Queen, il viaggio è andato avanti con punte altissime in termini di qualità ed esecuzione.
Il tutto non voleva essere un gioco, ma un obiettivo, per dimostrare che la musica è e rimane sempre una, con la sua forza, la sua potenza, divenendo messaggera di pace, in un momento storico terribile.
Quindi le musiche, le note, le canzoni, le sinfonie, si sono strette in un grande abbraccio sul palco del Rendano, in un grido di speranza.
È stato un bel successo quello della Serrensemble Orchesta, con lo straordinario Maestro Perri, con il giovane e convincente tenore Federico Veltri, con un applauditissimo violino solista Pasquale Allegretti Gravina. Molto interessante la direzione artistica di Luigia Pastore, l’anima di queste iniziative.
Francesco Perri è un artista che si è sempre contraddistinto per la sua serietà: “Ho sempre parlato di dialogo in musica e non di contaminazione. Nella contaminazione uno perde sempre qualcosa di sé. Guardo con stupore e ammirazione i bambini. Pur non parlando la stessa lingua comunicano perfettamente”.
Francesco Perri ha sempre ipotizzato linguaggi che interagiscono pur non perdendo nulla della propria intima diversità. E allora classica, lirica, pop, etnica possono tentare di esprimersi contemporaneamente, mantenendo ognuno le proprie caratteristiche senza bisogno di contaminarsi.
Il pubblico, in questi anni, sta livellando l’ascolto; un sentire, sempre più abituato al
concetto di “cover”, alla non possibilità del concetto di variazione; tutto maledettamente
uguale all’originale. Le interpretazioni sono diventate massificanti, i tempi, le dinamiche
uguali, giustificando il tutto dietro una presunta conoscenza di una precisa grammatica musicale mentre la diversità trova difficoltà ad esprimersi perché tacciata di “non stile”.
“Sarà necessario ripensare il concetto di musica oggi che è energia sempre nuova”, conclude Francesco Perri.
Intanto è partito il progetto di restauro del sipario storico del Rendano, una splendida opera di Paolo Veltri che la realizzò nel 1901 su disegno di Domenico Morelli.
L’Associazione Polimnia, con la sua dinamica presidente Luigia Pastore, ha promosso e già avviato una serie di concerti, mostre, convegni, allo scopo di sostenere finanziariamente il restauro del prezioso manufatto.
La splendida opera, visibile in questo periodo all’interno del Rendano raffigura l’arrivo a Cosenza di Luigi III d’Angiò, duca di Calabria, insieme alla sposa Margherita di Savoia. Siamo nel 1433.