Dal Nord non un centesimo agli ospedali del Sud
Le donazioni agli ospedali del Nord, in preda ad una devastante epidemia di coronavirus, sono qualcosa di esemplare.
Solo un neo: ma un centisimo ai devastati ospedali del Sud, nessuno ha pensato di donarlo?
Eppure noi siamo un grosso mercato per gli imprenditori del Nord. Compriamo le loro auto, il loro abbigliamento firmato, facciamo la spesa nei loro supermercati, guardiamo le loro Tv. E la regione da 20 anni paga profutamente i nostri ricoveri negli ospedali del Nord.
Nemmeno un centesimo per gli ospedali calabresi che stanno per affrontare la piena del coronavirus in arrivo.
I nostri imprenditori qualcosa la stanno dando. Ma ovviamente è poco. Questo possono.
La lista delle donazioni dei milionari del nord è lunga e ricca:
Silvio Berlusconi, Caprotti Junior a titolo personale ed Esselunga.
Prada ha donato 6 postazioni di terapia intensiva per 3 ospedali di Milano.
Molto ha donato la Famiglia Agnelli. E poi
Versace, Intesa San Paolo, AD Gucci, Eurospin, Giorgio Armani, Gruppo Kering, Benetton, Orogel, Mediolanum, Lavazza ecc ecc.
Offerte per centinaia di milioni di euro che solleveranno la potentissima sanità lombarda messa a dura prova, con medici e tutto il personale sottoposto a turni massacranti. I veri eroi.
Ma alla povera Calabria nemmeno briciole. Briciole al sud.
“Dovete morire”, sembra di sentire da una voce da lontano. Dovete morire perché avete ridotto così i vostri ospedali. Giusto! Ma i tagli fatti dai governi Berlusconi in poi, non hanno drammaticamente impoverito le nostre già deboli strutture sanitarie. Abbiamo fatto tutto noi.
E i fallimentari commissari che da 15 anni mandano i vari governi? Scandalosi.
Il sud non ha bisogno di elemosine. Ma almeno qualcuno, tra presidenti, parlamentari e istituzioni varie, qualcuno che dica ai ricchissimi imprenditori del Nord: ci siamo pure noi, che siamo rimasti da soli, ci dovrebbe pur essere? O state tutti zitti?