“Conzativicci”! Dio disabile e…na maniata e ciuoti!
La commedia in dialetto cosentino, Conzativicci, non è altro che la rappresentazione della genialità quotidiana di una città che vive di problemi, impazzisce per i colori del Cosenza calcio, subisce torti e inganni.
In “Conzativicci”, commedia scritta in diciannove giorni da Sergio Crocco, che diventa grande a sua insaputa!, a recitare sono attori improbabili, abili e soprattutto disabili, attori finti e personaggi veri.
Ma sono i diversamente abili che finiscono per essere i trionfatori di una commedia acuta, irriverente, ironica, tagliente. Un caso senza precedenti in Calabria.
Tutti insieme raccontano e ridono delle grandezze della banalità, del fallimento della politica locale e della società nel suo insieme, dell’arrendevolezza del cosentino medio, indifferente e talvolta complice, ma quasi sempre vittima.
Sergio Crocco, autore e regista della commedia, ha messo in piedi una sorta di baraccone felliniano, fatto di comicità inarrestabile e di drammaticità toccante. Ma forse non avrebbe mai immaginato che questo baraccone improponibile, avrebbe scritto una delle più belle e convincenti pagine della commedia calabrese. Con punte geniali davvero irraggiungibili, qualche involontaria ma ordinaria caduta, una serie di improvvisazioni da manuale.
Fra tutti trionfa Dio! Dio? Si, Dio, e per giunta disabile e in
carrozzella. Hai visto mai? Così come è in carrozzella lArcangelo ‘Tatangelo’ Gabriele. Straordinaria la prova interpretativa di Roberto Giacomantonio (Dio) e Gianni Moretti (Tatangelo Gabriele), quasi sempre in scena, irascibili, irriverenti e straordinari nell’affrontare una serie improbabile di santi o presunti tali.
Enorme il personaggio di Totonno ‘u squalu, interpretato dal bravissimo Antonio Filippelli, che tiene il palcoscenico con padronanza e grandi capacità. C’è Donnu Scantu, un eccezionale Eliseno Sposato Jr., che richiama il leggendario Duonnu Pantu, e che incarna il peggio del cosentino, con le sue manie, la sua volgarità, i suoi eccessi. C’è Donna Bretta, la brava Serena Clausi. Meravigliosa l’nterpretazione di Davide Carpino, nel ruolo del sindaco di Cosenza che non è interessato a nessun problema, ma piazza cerchi colorati in ogni dove. Con il sindaco e gli altri personaggi sulla scena, si assiste ad una serie di battute e di scene che sono da manuale. E si ride a crepapelle, anche quando finisce sotto la scure degli attori, l’intera classe politica cosentina.
Grandiosi Telesio, San Francesco da Paola (immenso!), la Madonna del Pilerio e quella lunga serie di santi veramente improponibili, che danno il nome ai diversi comuni cosentini.
Gli “eroi” del calcio cosentino sono i miti della commedia, come l’ironia contro i catanzaresi, il sarcasmo politico, la cosentinità fanatica e popolare.
Una commedia che ti costringe a due ore di incessanti risate, seguite da applausi pieni e spontanei, segno di un gradimento vero da parte
del pubblico che da 16 repliche affolla i teatri, le piazze e perfino lo stadio di Cosenza!
Ma c’è un trucco ed un inganno in questa spettacolare commedia. Perché quando ancora non hai smesso di ridere, ti costringe a pensare,
a riflettere sui problemi quotidiani e sui fallimenti di una società che ha perso sotto tanti punti di vista!
Domenica 22 al Marconipiù di Rende, la commedia ha fatto ancora una volta il tutto esaurito, con oltre mille spettatori. Il ricavato della vendita dei biglietti della commedia è destinato alla realizzazione di un parco giochi, in cui bambini normodotati e non, possano giocare insieme senza barriere architettoniche. Quasi un miracolo. Così come è stato quasi un miracolo vedere recitare i disabili, fino a diventare i protagonisti assoluti della scena.
Tutto il resto è puro spettacolo.
Una prova unica e di grande impatto.