Come si trasforma la democrazia!
Viviamo giorni difficili. I comuni sciolti per mafia, il susseguirsi di inchieste, gli arresti eccellenti, delineano il quadro di un Paese che vede le sue istituzioni soffocate da una cappa che ne mina lefficacia e la salute delle istituzioni. E il prezzo che il Sud e la Calabria pagano è altissimo.
Se poi consideriamo la pesantissima situazione debitoria di quasi tutti i Comuni, molti dei quali rischiano il dissesto, e delle Regioni, ne viene fuori un quadro gravissimo, che mette in discussione la qualità dell’intero sistema democratico.
Populismo e demagogia certo non migliorano la situazione, anzi, distraendo i cittadini dai problemi reali, amplificano le difficoltà con cui quotidianamente facciamo i conti. Difficoltà che devono essere affrontate con senso di responsabilità e non essere utilizzate come strumento di costruzione del consenso. Lesatto contrario, ad esempio, di ciò che fa il M5S: le tentazioni nascoste nel loro programma elettorale porterebbero in brevissimo tempo, infatti, alla messa in discussione dellintero apparato democratico-istituzionale che oggi conosciamo. O ancora peggio Forza Italia: il cui desiderio unico è la riabilitazione politica di Berlusconi, responsabile dei mali che oggi vive il Paese. Senza parlare delle tuttora vive spinte secessioniste della Lega.
Quello con cui facciamo i conti è il risultato del fallimento dei governi della prima e della seconda repubblica. La-moralità ha disperso i valori ed i principi che stanno alla base di quelle forme di cooperazione e di solidarietà che permettono ad una collettività di condividere fini ed obbiettivi, e che consentono quindi alla società stessa di progredire. Il familismo a-morale ha assunto caratteristiche predominanti nella vita sociale: linteresse per il collettivo ha ceduto il passo allegoistico interesse del singolo o del gruppo ristretto, e le pratiche disoneste si sono innestate nei rapporti di potere.
Il malessere istituzionale, la crisi dei partiti, il sentimento di antipolitica che si è diffuso, la crisi istituzionale che è crisi di democrazia hanno concesso allindifferenza ed al disinteresse di prendere il sopravvento, consentendo al Partito degli astensionisti di toccare il 40%.
Bisogna domandarsi se il nostro Paese ha coscienza per iniziare ad interrogarsi su questo; se ha la volontà di farlo, oppure se continuerà ad invocare il nuovo ma delegando la responsabilità del cambiamento senza parteciparvi, nella consapevolezza che lesitazione o la mera delega impedirà il nascere del nuovo.
Una società svogliata e appiattita su se stessa è una società che non vuole cambiare, che tende a perdere ogni orizzonte valoriale, la propria moralità, la sua libertà. E da questa consapevolezza che è necessario partire per invertire la rotta di degrado del Paese e ridare credibilità alle istituzioni e fiducia alla politica. E non potrà che essere il frutto di un processo lungo e difficile fatto di impegno costante e coerente, retto da un profondo investimento emotivo ed allo stesso tempo razionale, che deve portare a cambiare radicalmente la società in tutti i suoi aspetti culturali, politici, sociali. Deve essere linvestimento intellettuale ed emozionale di unintera collettività da portare avanti con lottimismo della volontà, senza perdersi danimo, ma senza rinunciare al pessimismo della ragione e, dunque, alla consapevolezza che il cambiamento è un sogno assai fragile e che può sgretolarsi in un batter di ciglia perché da sempre i cambiamenti danno adito negli esseri umani a reazioni contrastanti ed a volte autolesionisti.
Ed è questa la grande responsabilità che ha assunto il Presidente del Consiglio e la grande sfida di Matteo Renzi.
La capacità di prendere delle decisioni sagge, rapide e che hanno una certezza sul piano della loro applicazione, infatti, rappresentano lunica strada che possono portare il Paese, il Sud, la Calabria fuori dalla crisi, regalando una nuova stagione di opportunità e di progresso. Ma bisogna tenere sempre a mente che il nuovo diventa cambiamento solo e soltanto in presenza di una collaborazione altruistica. In tal senso diventa fondamentale smontare le resistenze vecchie e nuove che ci sono nella società e nelle istituzioni, ma anche mettere ai margini quelle strategie interne che, nel tentativo di riconquistare posizioni di potere, rallentano il Partito, il Governo, il Paese. Mai dimenticare, infatti, che è al proprio interno che il cambiamento trova le maggiori opposizioni.
Solo così sarà possibile portare lItalia nellEuropa che conta, riprendere per mano la nostra giovane democrazia, ridare fiato alle nostre istituzioni ed alla nostra economia, colmare i deficit di cittadinanza che ci sono tra noi ed il mondo che ci guarda.