Cautela e qualche polemica nel Pds
Laratta (Ppi): Ci chiediamo se il Pds creda ancora nellUlivo
Dibattito aperto su Mancini , il “mancinismo”, la “Cosa 2” e il riavvicinamento tra il PDS e il sindaco sospeso di Cosenza dopo una stagione di incomprensioni.
Cosenza – Dibattito aperto su Mancini, il “mancinismo”, la “Cosa 2”, il riavvicinamento tra il Partito democratico della sinistra e il sindaco sospeso di Cosenza dopo una lunga stagione di incomprensioni tra questo ultimo e taluni esponenti di rilievo della Quercia, soprattutto per il diverso modo di intendere due questioni vitali per il Paese e indissolubilmente legate tra loro: giustizia ed emergenza-mafia, con quel che ne consegue per gli aspetti che riguardano il «pentitismo».
La possibilita’ che Giacomo Mancini ex segretario del Psi condannato di recente per concorso esterno in associazione mafiosa, possa entrare nella “Cosa 2” contribuendo a far nascere quel grande partito socialista democratico europeo di cui D’Alema è fautore e il suo braccio destro, Marco Minniti, convinto paladino, ha innescato reazioni a catena.
La collaborazione tra Mancini e il Pds ad un progetto politico comune, per ciò che rappresenterebbe, va certamente oltre gli ambiti locali. E’, infatti per molti il segno che alcuni scenari stiano per mutare all’orizzonte della politica calabrese e nazionale. Nessuna fuga in avanti, tengono a sottolineare i dirigenti pidiessini. Ma non si può far finta che tutto, adesso, sia come prima o che non sia successo nulla.
Smarrimento politico, in città, dopo il «nulla osta» a Mancini sancito sul finire di un dibattito su «Società, istituzioni e partiti nel Mezzogiorno che cambia», svoltosi avant’ieri sera nel ridotto del Teatro Rendano e a cui hanno preso parte tra gli altri l’ex parlamentare socialista e il numero due della Quercia. Ben presente vi è comunque la certezza che la “Cosa 2” debba ancora seguire un percorso lungo ed irto di difficoltà, si tratta, insomma, di un progetto futuribile, e anche per questo forse oggi non possono essere posti veti pregiudiziali nei confronti di chicchessia, né recitare un irrealistico “de profundis” per le sorti dell’Ulivo. E tuttavia la novità esiste e per questo non mancano rea: zioni forti, come quella di Sergio Aquino, consigliere comunale cosentino di Rifondazione comunista che fotografa così il disgelo Mancini-Pds: «Siamo nuovamente agli accordi di vertice, portati avanti dal vecchio ceto politico che cerca di mantenere potere e posizioni acquisite nel passato più o meno recente.
«Riguardo a Mancini», dice il segretario del Si, FRanz Caruso, «ha vinto le ultime elezioni Amministrative presentando una lista trasversale e affermando che i partiti e le ideologie non esistevano più. Ha così raccolto consensi in ogni ambiente, a sinistra come a destra, anzi quest’ultima, è stata addirittura decisiva per la sua elezione. Poi ed è storia più recente, l’appello ai cosentini affinché alle consultazioni politiche del ’96 votassero per Vittorio Sgarbi e quindi per Forza Italia. Mi chiedo, e chiedo al Pds, cosa c’entri oggi Mancini con la sinistra, con la “Cosa 2” e il partito socialista democratico europeo.
I socialisti tuttavia, continue-ranno a colloquiare con il Pds, perché il dialogo politico prescinde dalla “Cosa 2”. Fa però riflettere che Ia Quercia abbia visto in Mancini il referente cosentino. Mi sembra evidente, pertanto, che a livello locale vi sia una clamorosa, seppur celata, spaccatura».
E il Pds locale cosa dice? E’ nota la sua opposizione alla Giunta Mancini che regge le sorti della citta’. Tanto netta da aver portato, nei mesi scorsi a promuovere in Consiglio comunale una raccolta di firme finalizzata allo scioglimento dell’assise e, quindi, a nuove elezioni. Ma il progetto è fallito.
«Per quanto ci riguarda», afferma Pietro Midaglia, segretario della Federazione pidiessina, «non cambia nulla. Siamo e resteremo all’opposizione della Giunta Mancini. Permangono infatti tutti gli elementi critici che ci hanno indotti a fare una scelta di questo tipo. Il nostro giudizio sull’Amministrazione comunale retta da Mancini resta fortemente critico». «Continuiamo a chiederci», afferma il segretario dei Popolari, Franco Laratta, «se il Pds continui a credere o meno nella costruzione e nel rafforzamento dell’Ulivo. Il dubbio in noi si fa sempre più forte. Per quanto ci compete, guardiamo al ricompattamento della sinistra come ad una fase politica che non può escludere il centro: un centro, anzi, che dovra assumere ancora più forza. Ulivo e “Cosa 2” non sono incompatibili, ma i popolari e le forze di centro non accetteranno presenze egemoni-che».
La Fondazione Guarasci che ha promosso il confronto tra Mancini e Minniti con una nota a firma del presidente, on. Pietro Rende, precisa che l’approfondimento del tema «ha inevitabilmente espresso richiami all’attualità politica che, in ogni caso, non sono da configurarsi come impropria procedura di richiesta e concessione di «nulla osta» di alcun tipo. Nessuno ha chiesto nulla osta, nessun altro, pertanto, poteva concederne».