Chi fa politica deve essere senza macchia
Chi crede nei partiti alla fine è premiato
Per quanto riguarda San Giovanni in Fiore bisogna credere di più nelle nostre potenzialità. Pubblicato da “il Corriere della Sila” giugno 2007
Lincontro di questo mese è con lon. Franco Laratta, deputato della Margherita, al quale abbiamo sollecitato il suo parere sulla vita politica nazionale e regionale, ma anche sui fatti di casa nostra di cui egli è cittadino a pieno titolo.
Onorevole Laratta, Lei è sicuramente uno dei volti nuovi e giovani del parlamento italiano, ci dice cosa ha favorito la sua ascesa in politica?
Ventanni di continuo impegno,dal gradino più basso sin da ragazzo (il movimento giovanile prima, il consigliere comunale poi), quindi passo dopo passo tutti gli altri incarichi, fino al più alto al quale non avevo mai pensato: il Parlamento della Repubblica. Una bella storia fatta di tantissimo impegno,
sacrifici, rinunce, ma anche dal continuo contatto con tanta gente di questa Calabria che ha creduto in me.
Molti la definiscono politicamente freddo e deciso, lei invece, come si giudica?
Non so dare una definizione di me stesso. Di certo non sono un freddo, semmai sono uno che non ama prendere in giro la gente con vuote promesse.
Conservo uno sms di un giovane amministratore di Rose: Sei una persona eccezionale, un politico rigoroso di cui la nostra terra ha bisogno come laria. Ecco, non mi sento eccezionale, ma serio e rigoroso sì!.
A quale proposta di legge sta dedicando di più la sua attenzione?
A quella che vieta la propaganda elettorale ai mafiosi; a quella a sostegno dei piccoli comuni (diventata legge in questi giorni); a quelle in favore delle famiglie monoreddito; dei giovani e dei precari. Oltre a tutto limpegno al momento dellapprovazione della Finanziaria al fine di ottenere maggiori risorse per le opere pubbliche, le strade e le diverse infrastrutture della Calabria.
E poi decine di proposte, progetti e idee per tentare di migliorare la qualità della vita nel Paese e soprattutto in Calabria, dove troppe cose vanno ancora male.
Lei si sta distinguendo a livello nazionale anche per alcune proposte per il rinnovamento della classe politica?
Parto dal presupposto che i politici vengono percepiti come una inamovibile casta di corrotti e di privilegiati lontani dalla gente. Ed ecco perché credo che ci sia urgente bisogno di una scossa: basta con gli incarichi senza limiti di tempo. Perché solo il sindaco e il presidente della provincia restano in carica al massimo dieci anni, mentre i consiglieri regionali durano anche venticinque anni e al parlamento non cè limite di legislature? Non va bene così. A tutti i livelli bastano due o al massimo tre legislature e poi bisogna fare largo a nuovi gruppi dirigenti. Basta, inoltre, con i condannati e gli inquisiti per reati gravi nelle istituzioni: chi fa politica deve essere senza macchia. Ed è questa una battaglia che porteremo anche nel Partito Democratico perché se ne faccia carico e la sostenga con forza in Parlamento.
Qualè stato il suo più bel risultato politico?
Gli ottomila mila voti ottenuti da candidato a consigliere regionale nel 2005, tra i più votati della Calabria, anche se poi non è scattato il terzo seggio a Cosenza. Tutti voti ottenuti senza potere, senza risorse, senza inganni: ottomila voti puliti, veri, espressione del sostegno di tantissima gente che mi ha seguito e sostenuto con tanto affetto. Il giorno dopo quel risultato mi è arrivata una telefonata di Rutelli, poi subito dopo quelle di Franco Marini e Dario
Franceschini. Tutti e tre per complimentarsi di quel bel risultato. E anche per farmi capire che ci sarebbe stato un seguito. Come poi, in effetti, è accaduto lanno dopo. Così mi sono trovato in Parlamento.
La sua più grande delusione invece?
Assistere alla progressiva sconfitta della Politica, quella con la P maiuscola. Oggi tutto intorno vedo affari, lotta per il potere e per le poltrone. È la fine degli ideali e dei principi. È una sconfitta.
La nascita del Partito democratico è certamente la novità più rilevante del momento, quali secondo lei, le ripercussioni nel nostro paese?
Cambierà tutto anche qui da noi. Saremo chiamati ad allargare gli spazi politici e ad investire in una nuova classe dirigente, fatta anche e soprattutto di donne e di giovani. Bisogna cambiare anche a San Giovanni in Fiore, perché anche qui cè un forte ritardo nella qualità della vita politica.
Qualcuno sostiene che la Margherita nel nostro paese ha pensato più a tutelare le poltrone di alcuni, che impegnarsi per il bene comune, qual è la sua opinione?
La Margherita si è comportata bene o male come tutti gli altri partiti. Forse più degli altri ha saputo investire in un gruppo di giovani. Si è anche molto impegnata per far crescere la città. I problemi sono tanti, i risultati non sempre sono entusiasmanti, ma la buona volontà cè sempre stata.
Ci indichi unidea, un progetto che secondo lei può far uscire il nostro paese da questo stato di declino?
San Giovanni in Fiore ha bisogno di credere di più nelle proprie potenzialità. Ha bisogno di lavoro produttivo, di sviluppo, dinvestimenti privati. Dallambiente, dalla natura, quindi dal Parco della Sila, potranno venire risposte positive per la nostra crescita. Cè bisogno di sostenere il nostro artigianato, le attività produttive. Cè bisogno di credere nella nostra storia e nella nostra cultura: Gioacchino da Fiore e la sua splendida Abbazia
devono entrare nei grandi circuiti del turismo religioso e culturale.
Ha uno spunto, una proposta da consigliare agli attuali amministratori?
Di volare un pò più alto. Di credere di più nella necessità di dare una svolta alla nostra città.
Cosa vorrebbe che succedesse di positivo per il futuro della nostra città?
Vorrei che ritornasse la forza delle idee, il coraggio di progettare il nostro futuro, il desiderio di costruire tutti insieme, senza più divisioni, un avvenire migliore. E che ritornasse lottimismo nei cittadini e nei suoi amministratori. Altrove ce lhanno fatta, perché ci hanno creduto veramente.
Intervista di Francesco Mazzei