Spending review: Ma davvero grande è bello?
Il governo taglia. Taglia tutto. Occorre risparmiare miliardi e miliari di euro. Presto. Anzi subito. Ma siamo sicuri che così si risparmia davvero? Siamo certo che miglioreranno i servizi in qualità ed efficienza?
Io ho molti dubbi. Sono molti anni che qualcuno ci spiega che grande è bello, che il piccolo è inutile, se non dannoso, e costa molto. E via con la globalizzazione. Via con i Grandi Centri Commerciali, le Tav, i Ponti, le Frecce Rosse. Tutto grande, tutto bello, tutto veloce, tutto comodo!
E così si tagliano gli ospedali medio-piccoli, si accorpano a quelli grandi. Si dimezzano gli istituti scolastici, si cancellano gli uffici postali, si minaccia la cancellazione dei piccoli comuni, si chiudono i piccoli aereoporti.
Il risultato nella Sanità è già evidente: il deficit aumenta,i servizi non migliorano, i grandi ospedali scoppiano letteralmente, riprende l’emigrazione sanitaria.
Le province. Per un decennio sono stati trasferiti compiti e funzioni dello Stato e delle Regioni alle Province. Oggi ci si inventa la totale cancellazione delle piccole e medie province: quasi il 50% del totale. Ma ne vorrà fuori un gigantesco buco, un vuoto, tra Regioni e Comuni, che qualcuno dovrà pur coprire. Volete scommettere che alla fine non si risparmierà nulla? Più semplice sarebbe costruingere le province a …fare le province. A gestire cioè strade, scuole, territorio, ambiente. Evitando di occuparsi di politica estera, della grande convegnistica e delle sagre! Riportare tutte le competenze alle regioni significa intasare ancora di più quest’ultime che già operano in condizione di grave confusione, incapaci di spendere le risorse proprie e quelle comunitarie, fallimentari nelle deleghe proprie come sanità, agricoltura, turismo, energia, ambiente.
Ma che fine hanno fatto le leggi che toglievano la gestione alle regioni per trasformarle in ente esclusivamentelegislativo e di programmazione?Silenzio, a molti fa comodo così!
L’amministrazione della Giustizia. Come per gli ospedali, anche qui vale il principio che grande è bello.Applicando, il governoMonti, la legge del Governo Berlusconi, il tribunale dovrebbeessere uno solo per provincia. Una provincia come Cosenza ne perderebbe addirittura tre. Un errore gravissimo. Concentrare tuttosul tribunale della città di capoluogo, porterà ad una vera e propria paralisi, un gigantesco caos in settore assai delicato.
Edeccoche spuntano le deroghe: ne lasciamo un altro, forse due. Ma a cosa giova?
Stesso discorso per le scuole: moltissime perdono le autonomie, altre vengono accorpate, nei piccoli comuni si va verso lo smantellamento totale. Grande è bello: e così si torna a viaggiare verso la città più grande. Vivere in uncomune medio-piccolo non converrà più a nessuno. Tanto gli uffici postali non ci sono più, i comuni presto spariranno, degli uffici non c’èpiù traccia. Anche ipiccoli negozi hanno dovuto chiudere: il Centro Commercialedella città è grande,fresco eospitale! Grande è bello.
Al di là di ospedali, scuole, province e tribunali (prefetture e questure comprese), quello checontinua a non convincere è proprio l’idea del grande è bello!Anche perchè non è vero che produca risparmio. Almeno finora nessuno lo ha provato.
Lo Stato arretra, chiude, accorpa. Dopo un trentennio di forte, e costosissima, avanzata, lo Stato oggi non ce la fa più. E taglia, chiude, licenzia. Oggi si pagano le scelte del passato, i gravissimi ritardi degli ultimi anni, lo sperpero e gli sprechi in tutti gli Enti pubblici. Per troppo tempo, dal comune più piccolo alle province, dalle Regioni allo Stato, tutti hanno sprecato e sperperato. Oggi vivono una situazione drammatica, sommersi dai deficit di bilancio. Una bolla destinata a scoppiare e fare molti danni.
Ma grande è bello non è la risposta giusta.Soprattutto manca una riforma più complessiva delle istituzioni del Paese. Per cui con un emendamento si cancellano decenni di storia, si tratta allo stesso modo enti utili ed enti inutile (oltre 3.500 sarebbe quelli inutili già censiti, che però resistono ai tagli da almeno un decennio).
Qualche anno fa ci eravamo permessi, chi scrive e una trentina di deputati, di proporre un’ Assemblea costituente per riscrivere in un anno la Costituzione e riformare profondamente le Istituzioni del Paese. Non se ne fece nulla.
Oggi, a tempo scaduto, qualcuno ha preso la scure e colpisce a fondo. Ma ormai è tardi. E molti si faranno male!
Franco Laratta