Se questo fosse un Paese normale ..!
Giorni intensi per la Politica e le Istituzioni italiane. Giorni di forti tensioni che rafforzano, semmai ve ne fosse bisogno, la convinzione che questo nostro Paese non riesce ancora a diventare un Paese normale. Normale nel senso del saper vivere ogni evento, anche quelli più gravi, con il necessario distacco, la giusta freddezza, lindispensabile equilibrio.
Accade invece che . Che un rettore di una grande università italiana, molto politicizzata e con un passato di forti contestazioni, inviti il Papa allinaugurazione dell anno accademico. Forse il rettore sbaglia momento e circostanza, ma fatto linvito, egli non si è dimostrato allaltezza delle sue funzioni. Quello che però appare assai grave è che un gruppetto di docenti, una minoranza per la verità, attacca duramente il Pontefice per lannunciata visita alla loro università, scomodando Galileo, la laicità delle istituzioni pubbliche, la libertà ecc ecc. Diventando subito cattivi maestri, visto che un centinaio di studenti (anche loro una estrema minoranza) decide di seguire il loro insegnamento e finisce per occupare il rettorato. Addirittura.
Se questo fosse un Paese normale, i docenti e gli studenti che non gradivano la visita del Papa
(invitato dal Rettore!) avrebbero prima ascoltato lintervento del Papa nell ateneo e poi, eventualmente, in una successiva assemblea avrebbero potuto contestare e contraddire le espressioni del Pontefice. E magari discutere dellinvito a parlare allinizio dellanno accademico. Invece con la strada scelta hanno infierito un duro colpo alla laicità dello Stato e hanno riportato improvvisamente il Paese in un clima di scontro del quale nessuno ne sentiva il bisogno.
Se questo fosse un Paese normale, non avremmo assistito alla pesante strumentalizzazione che il centro-destra ha fatto in merito alla mancata visita del Papa alla Sapienza di Roma. NellAula di Montecitorio si sono sentite le urla di alcuni leader di partito che sono arrivati ad invocare una marcia riparatoria in Vaticano! E che pena sentir urlare il nome del Benedetto XVI per accusare gli avversari politici di avere impedito al Papa di parlare. Proprio dopo avere ascoltato gli interventi del ministro Mussi e dellon. Violante (entrambi di provenienza pci-pds), che avevano in Aula di Montecitorio duramente condannato i contestatori della Sapienza con espressioni che nemmeno ai tempi della Dc si erano mai sentite in parlamento.
E per finire su Mastella e i Giudici italiani. Se questo fosse un Paese normale, il ministro Guardasigilli, investito da una vicenda grave che ha visto coinvolta la propria moglie, non avrebbe pronunciato che due-tre semplici espressioni in Parlamento: Mi metto da parte fino a quando la vicenda che vede coinvolta mia moglie non sarà chiarita. Continuerò a sostenere lealmente il governo dai banchi del Parlamento senza chiedere niente a nessuno. Ma siccome il nostro non è un Paese normale, finisce che Mastella, verso il quale non abbiamo mai nutrito eccessiva simpatia per il suo stile rude ed eccessivo, ha ragione da vendere nel reagire in maniera così forte e per certi aspetti drammatica. Per alcune semplici ragioni. Ad esempio: larresto della moglie del ministro avviene proprio nel giorno in cui egli doveva leggere in Parlamento la Relazione annuale sullo stato della Giustizia in Italia. Strana coincidenza. Ancora: la signora Mastella non era informata di alcun provvedimento a suo carico da parte della magistratura quando invece su tutte le agenzie di stampa la notizia circolava da ore. E poi: perché larresto (sebbene ai domiciliari) e non un più opportuno avviso di garanzia? Cerano veramente i rischi della fuga della signora Mastella (presidente del consiglio regionale della Campania) o la possibilità che la stessa inquinasse le prove della tentata concussione? Tentata!
In un Paese normale la magistratura usa prudenza, attenzione e fa mille verifiche prima di arrivare ad uno scontro diretto con il potere legislativo e con quelle esecutivo (con il Parlamento e con il Governo). Ben sapendo che senza prudenza e attenzione lo scontro tra gli altri poteri dello Stato rischia di minare dalla base la stessa democrazia di un Paese civile. E mettere a grave rischio l autonomia e limparzialità della magistratura. Alcuni magistrati non si rendono forse conto del danno che stanno facendo alla Magistratura e alla Giustizia nel nostro Paese. Sono una minoranza, un estrema minoranza, a fronte di tantissimi magistrati che fanno il loro dovere, rischiano la vita, operano in contesti assai difficili e in condizioni di isolamento, senza mezzi né risorse. Ed è proprio per loro, per la democrazia nel nostro Paese, che il potere politico deve abbassare i toni e decidere con saggezza e molta prudenza su argomenti tanto delicati per la democrazia stessa di un Paese. E tutti insieme, destra e sinistra, avviare la stagione delle Riformi istituzionali e costituzionali, senza le quali il Paese arretra terribilmente e non potrà mai dirsi un Paese moderno. E normale!