Quando l’ISIS eravamo noi!
Certo, ora siamo avanti anni luce. In pieno progresso culturale e tecnologico. Abbiamo case, scuole, tanta democrazia, molta ricchezza (ma anche molta ingiustizia sociale).
Ma non dimentichiamo che siamo stati quelli delle crociate, delle ‘streghe’ arse vive, delle terribili torture di massa, della santa Inquisizione, dei religiosi e filosofi bruciati in piazza, delle stragi dei dissidenti e dei protestanti, degli orrori del novecento, delle carneficine nel cuore dell’Europa. Per secoli abbiamo tagliato teste e bruciato libri…… e fino agli anni ’60 del secolo scorso, avevamo il delitto d’onore, i matrimoni riparatori dello stupro, le donne sottomesse e malmenate.
E ancora oggi, nell’ Anno Domini 2015, ben 140 donne sono state ammazzate da mariti, compagni, genitori: il femminicidio fra le mura domestiche del nostro cattolicissimo Paese!
Così, per dire che noi, occidentali civili e democratici, abbiamo dovuto fare un cammino lungo tanti secoli, per essere quello che oggi ci vantiamo di essere.
Ed è stato un cammino iniziato solo negli ultimi secoli, con la Rivoluzione francese prima, le conquiste liberali e democratiche dell’ Europa poi, e con il notevolissimo passo in avanti fatto dalla Chiesa cattolica con i Concilio Vaticano II e con l’avvento dei papi più aperti e disponibili del ‘900: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, fino al regnante Francesco.
L’ estensione del concetto di progresso anche alla sfera etica è invece opera dell’illuminismo settecentesco, convinto che la liberazione dell’uomo dai suoi errori teorici e dalle sue superstizioni dogmatiche, sia di necessità anche un affrancamento dalle cause della sua inferiorità morale (“giusto=razionale” e connubio etico-teoretico “Audes scire”): “il progresso si afferma come criterio di interpretazione globale della storia dell’umanità”.
Il mito del progresso, la illimitata fiducia nella scienza, l’affermarsi del pensiero positivista, condussero anche ad una sorta di nuova religione laica, che respingeva, come oscurantista e nemica del progresso la vecchia religione dei padri.
La ‘Rerum novarum’, enclica di Papa Leone XIII di fine ‘800, aprì nuovi orizzonti ai movimenti cristiano-sociali. Le indicazioni del papa offrirono prospettive nuove ad un cattolicesimo democratico e sociale.
L’umanità si abituava a vivere, con l’inizio del ‘900, grazie anche alle conquiste sociali e ai progressi indotti dal movimento socialista e dalle forze sociali e popolari, “la vita sociale e politica senza farci intervenire la Chiesa, senza far ricorso ai suoi poteri trascendenti, e ai suoi ministri, ritenuti forniti di questi poteri”.
Un vento forte di libertà e di democrazia soffia in Europa, anche se l’imminente e inarrestabile avanzata del fascismo e del nazismo, e del comunismo nell’Unione Sovietica e poi nell’Europa dell’est, avrebbe provocato in pochi decenni una spaventosa catastrofe e una carneficina senza precedenti, che sarebbe costato milioni e milioni di morti. E parliamo di pochi decenni fa!|
Quando l’ISIS eravamo noi, ce lo racconta Till Neuburg:
“Nei tre secoli successivi al 1.484 (inizio dell’Inquisizione)
9 MILIONI DI DONNE E BAMBINE sono state trucidate nei modi più infami con l’accusa di stregoneria. E finire sul rogo o essere impiccate era una delle soluzioni meno cruente. Quasi sempre le confessioni venivano estorte con torture di una atrocità inimmaginabile. Tra i metodi raccomandati dai più pervertiti misogini dell’epoca, il più adatto al “gentil sesso” era il topo vivo messo nella vagina e poi cucita. Il topo con la testa rivolta verso gli organi interni della vittima. La bestiola, cercando affannosamente una via d’uscita, graffiava e rodeva le carni e gli organi dei suppliziati.”
Perché questo non accada mai più nel mondo, l’unico modo non è la guerra, non sono le bombe, né tantomeno chiudere i confini e barricarci in casa nostra. Ma è la diffusione della cultura, l’avvento della democrazia (non imposta con la guerra!), la riscoperta del dialogo e del confronto fra diversi. E, non per ultima, l’affermarsi delle religioni che credono nella pace, nella libertà, nella ‘misericordia’ come ci sta insegnando Papa Francesco.