Presentato “Il cuore e la terra” a Cirò Marina
CIRO’ MARINA sabato 26 marzo 2016
“Per uno sviluppo a misura d’uomo, soprattutto da realizzarsi con passione e amore per la propria terra”. Questo il tema centrale della presentazione del libro di Nicodemo Oliverio e Franco Laratta, dal titolo suggestivo “Il cuore e la terra”, nel salone congressi di Palazzo Porti, a Cirò Marina, promosso dalla sezione Radici della città, presieduto da Francesca Paladini. Il libro, come affremato dagli autori, è nato dopo un lungo visitare tante realtà legate alle diverse colture, produzioni agricole e aziende di trasformazione enogastronomiche della nostra tanta amata e allo stesso tempo poco rispettata terra di Calabria. Gli autori hanno offerto al qualificato pubblico presente in sala, uno spaccato delle nostre eccellenze, della nostra capacità di produrre qualità e prodotti invidiati in Italia e all’estero, ma allo stesso tempo, la nostra incapacità a fare sistema, a fare rete, a collaborare per rilanciare il Brand Calabria nel suo complesso. Dopo il saluti della presidente, Francesca Paladini, sono stati affrontati i temi legati alle produzioni agricole, le sue aspettative, le criticità connesse alla poca innovazione, fatta eccezione per alcuni settori e per aree limitate della nostra Regione. Si è parlato della riduzione delle aree agricole coltivate e tante sono emerse le cause dell’abbandono da parte dei giovani. La ricerca del posto fisso, oggi diventato difficile, poca remunerazione: basti pensare che per comprare un caffè, come ha detto Nicodemo Oliverio, ci vogliono due chili di uva o dieci chili di arance.
Ma anche la mancanza di misure infrastrutturali, come la banda larga e la rete dei trasporti, da quella stradale a quella ferroviaria che creano dislivello rispetto alle aziende del centro nord ed altre situazioni connesse. Ma soprattutto, il mancato investimento nella formazione professionale, nella scuola, come affermato nella sua “accorata” dissertazione, l’agronomo e Antonio Scalise che ha puntato senza parafrasi la negligente azione del mondo agricolo e non solo sul versante della cooperazione. “Oggi gli Istituti agrari chiudono o sono ridotti organicamente, le scuole professionali hanno poca aderenza con il mondo produttivo. A tutto questo si deve aggiungere l’incapacità di fare rete e comunità il che isola le eccellenze che pur ci sono.” Una Calabria produttiva unita per un rilancio della Regione che è e resta terra di passione e cuore. Merito quindi all’associazione Radici che con il suo presidente Internazionale, Francesca Gallello, ha saputo contribuire al rilancio dell’immagine e della storia di una Calabresità che viene apprezzata nel mondo ma che ci isola perché non sappiamo vendere la nostra immagine positiva di terra ricca di cultura, storia, passione e cuore alle quali si legano magnificamente le nostre eccellenze enogastronomiche che sono appunto, la terra, il mare, l’archeologia, la cultura. Per questo, come ha detto Laratta, bisogna che la Calabria abbia un progetto comune per decidere cosa fare e con quali risorse. Così potremo fare in modo che non si imbottigli solo l’8% del nostro olio.
A favorire una nostra rinascita, i forti investimenti economici previsti dagli aiuti Europei che dovrebbero favorire i produttori e invogliare i giovani a sperimentare e innovare, creando nuova economia, possibilmente sostenibile. Ma anche, come ha detto Oliverio, le prossime misure legislative che dovrebbero favorire uno snellimento burocratico delle troppe normative di riferimento, un certo snellimento nei controlli e quindi semplificazione. Non poteva mancare, parlando di produzioni, sviluppo, ricerca e innovazione, un particolare riferimento alla viticoltura del cirotano che rappresenta ancora oggi il settore produttivo trainante del nostro territorio. A parlarne Valentino Zito, presidente del Consorzio di Tutela, momentaneamente in “stand Bay”, come ha detto, per facilitare l’inserimento di altre cantine e produttori e creare un clima nuovo e partecipato a tutto il comparto, per presentare con un unico marchio la nostra produzione vitivinicola. Un ragionamento al quale ha fatto eco l’intervento di Nicodemo Librandi, dell’anonima Cantina, il quale fino ad oggi in posizione critica verso lo stesso Consorzio, ha affermato, rivendicando la forte azione innovatrice profusa in questi anni, che oggi si dice pronto ad ascoltare e percorrere una strada comune che deve essere però condivisa da tutti. Il libro, “la terra e il cuore”, quindi come veicolo e spunto, scelto dall’associazione Radici per rivendicare l’orgoglio di una calabresità, spesso ignorata da noi stessi e per la quale invece bisogna impegnare il cuore. I lavori sono stati moderati dall’esperto, Salvatore Audia, che con le sue domande ha fatto emergere quanto di buono c’è ma anche quanta strada ancora bisogna percorrere e costruire per dare competitività sui mercati nazionali e internazionali.
Oscare Grisola, pubblicato su www.ilcirotano.it