Non abbandoniamo questa terra di meraviglie e di cultura!
Mi appello a tutti i miei coetanei: non abbandoniamo questa terra di meraviglie e di cultura!
Francesco De Luca è un giovane studente che ha da poco terminato il corso di studi al Liceo classico.
Ragazzo che in realtà dimostra ben più dei suoi 18 anni. Attentissimo all’attualità, conosce ed interviene sui tanti problemi del momento. Puntuale e preciso, sul suo profilo Facebook appare come un moderno sognatore. Non perché avverta il desiderio di estraniarsi dalla realtà attraverso il sogno. Perché in realtà sente forte il peso del mondo in cui viviamo, comprendendo benissimo di esserne parte viva e attiva. E sapendo che dovrà lottare.
L’utopia che si fa realtà.
Proprio l’attaccamento alla realtà mi ha spinto, fin da piccolo, a cercare risposte alle mie tante domande, ai miei sogni e alle utopie. Così ho deciso di impegnarmi in prima persona, affinché ciò che a me non piaceva potesse cambiare. Era forse questa un’utopia, che per me ha prima di tutto un significato: continuare a credere, ancora oggi, che cambiare è possibile, che un altro mondo, più giusto, è possibile. Dobbiamo crederci tutti, però. E tutti insieme combattere. I giovani e l’utopia di Gioacchino da Fiore. Nell’utopia gioachimita si intravede un mondo migliore, è l’Età dello Spirito che descrive il grande filosofo e profeta calabrese. Un mondo migliore che si potrà realizzare solo se noi giovani avremo la forza ed il coraggio di reagire, attraverso le armi della cultura. Se sapremo rispondere ad una crisi che è sociale e culturale, ancor prima che economica.
Il mito della partenza che si fa paura.
Già alla mia età ci si presenta di fronte ad uno dei più grandi interrogativi che travolge la vita di noi giovani : “partire o rimanere?” Sappiamo quanto la risposta a questa domanda condizionerà il nostro futuro, ma ancor di più quello della nostra terra. Avere all’incirca vent’anni in Calabria significa avere il coraggio di fare scelte importanti, forse improduttive dal punto di vista professionale ed economico, ma necessarie se non si vuole far morire questa regione. Bisogna crederci nel cambiamento, lavorare con fatica, per vederlo realizzato.
La Calabria tra grandi miserie e straordinarie bellezze.
La Calabria offre grandi ricchezze, un territorio eterogeneo, un clima mite, la sua posizione di centralità all’interno del bacino mediterraneo, una storia, un patrimonio artistico e culturale da custodire e valorizzare. Una regione dalle mille contraddizioni la nostra. Ma se poi si rapportano le tante ricchezze ad un’arretratezza burocratica e infrastrutturale di cui questa terra è vittima, a cui va ad aggiungersi un ben più grave atteggiamento di assuefazione a cui noi Calabresi siamo ormai condannati da molti anni.
La Calabria che vuole cambiare è quella che non si accontenta, quella che spinge oltre, quella che investe, anche con sacrificio, nel turismo e nella cultura, che insieme all’agricoltura rappresentano la chiave di volta per lo sviluppo di questo territorio.
Io sono calabrese. E voglio rimanere.
Io ho scelto di restare in Calabria e ne sono orgoglioso, voglio lanciare un appello a tutti i miei coetanei: non abbandoniamo questa terra di meraviglie e di cultura, una terra straordinaria che, però, senza il nostro impegno rischia purtroppo di sprofondare nell’abisso.
Non ci resta dunque che unire le forze e lavorare fianco a fianco, perché il mondo possa essere sempre più simile a come lo abbiamo sempre sognato.
Ci voleva un ragazzino di 18 anni per scuotere le coscienze di quanti non vogliono
più lottare. Francesco De Luca, studente del Classico ‘Gioacchino da Fiore’ di Rende, sa già che non vuole e non può arrendersi. Lui resterà qui, non andrà via. Ma resterà col chiaro intento di combattere. Perché vuole vivere in una Calabria diversa.