Ma io difendo Napolitano!
Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall’ufficio competente costituito presso la corte d’appello di Milano”.
Non ha torto il Presidente della Repubblica nella sua nota di qualche ora fa. E così quando aggiunge: al di là della ventilata soluzione politica alla mancata presentazione delle liste, c’era la necessità di intervenire tempestivamente. Il testo del decreto legge firmato ieri sera dal presidente della Repubblica “non ha presentato a mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità “, il Presidente appare puntuale e preciso. E poi coglie nel segno quando così conclude, non senza una punta di irritazione: “Un effettivo senso di responsabilità dovrebbe consigliare
a tutti i soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi governa di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri!
Indubbiamente il Decreto Legge Salvaliste del Pdl, abnorme da molti punti di vista, prima di tutto nella sua originale pretesa di essere un decreto interpretativo di una legge elettorale a comizi ormai convocati. Detto questo, è chiaro che la battaglia deve essere tutta ed esclusivamente politico-istituzionale, e lopposizione deve condurla in tutte le sedi. comprese le piazze, e in tutte le forme democratiche e civili. Lerrore che ancora una volta compie una parte di opposizione, è quello di trascinare nella mischia il Presidente della Repubblica, che per definizione è arbitro, notaio, garante. Nulla più. Ruolo che Napolitano esercita con puntualità e precisione. Mai una volta sopra le righe, mai una volta al di fuori del ruolo costituzionale che gli è proprio.
Coraggioso e determinato nella sua qualità di Massima Istituzione dello Stato, sempre super partes, garante vero degli interessi del Paese.
Il Presidente della Repubblica non ha la possibilità di bloccare una legge, al massimo la può rinviare alle Camere per una seconda lettura.
Il Capo dello Stato non può non firmare un Decreto Legge, che è a tutti gli effetti un atto esclusivo del Governo che successivamente il Parlamento ratifica. Al massimo può richiederne una riscrittura , un più attento approfondimento. Ma poi il suo ruolo finisce qui. Se si rifiutasse di firmare o promulgare una legge o un decreto legge si porrebbe al di fuori dei poteri che gli assegna la Costituzione italiana.
Il Presidente Napolitano, nel particolare equilibrio politico uscito dalle ultime elezioni generali (che hanno sancito una schiacciante vittoria della maggioranza di centro-destra), ha assunto un ruolo per certi aspetti inedito: ha utilizzato con decisione e frequenza la tattica di persuasione per meglio influenzare il governo e per convincerlo ad approvare proposte di legge e decreti legge, non solo e non tanto nel rispetto pieno della Costituzione, ma anche tenendo conto delle diverse sensibilità presenti nel Paese e nelle Istituzioni. In questo senso è arrivato perfino a inviare alla presidenza del Consiglio dei Ministri lettere di parere preventivo che contenevano il suo punto di vista in merito alle proposte di legge o decreti legge in via di approvazione da parte del Governo.
Anticipando, così, il suo giudizio!
E in alcuni così si è visto costretto a rimandare indietro le bozze di decreti che si era fatto inviare al Quirinale prima ancora dellapprovazione da parte del consiglio dei Ministri. Esattamente come è accaduto nel caso di questi giorni del decreto salvaliste del pdl.
Ovviamente, più di questo il Presidente della Repubblica non poteva fare. Averlo trascinato dentro la polemica infuocata di queste ore è stata una sciocchezza clamorosa, anche pericolosa per la tenuta degli equilibri costituzionali. Questo perché si rischia di indebolire la forza ed il prestigio del Capo dello Stato. Di renderlo più vulnerabile, facendo così il gioco delle destre al governo, soprattutto di Berlusconi, che ha sempre vissuto come fumo negli occhi il ruolo di controllore costituzionale del Capo dello Stato.
Le responsabilità del decreto salvaliste del pdl risiedono tutte nel Governo, in particolar modo del Presidente del Consiglio e , se possibile, ancora di più nel Ministro dellInterno, competente esclusivo in materia elettorale.
Per come sono state trattate materie così sensibili, lopposione democratica può e deve combattere durissime battaglie in tutte le sedi.
E quando il decreto arriverà al voto in parlamento, bisognerà chiedersi se, come gesto estremo, le opposizioni non debbano lasciare lAula. Un rifiuto violento quale unica e fortissima risposta alla violenza del Governo nei confronti del Parlamento e del Paese.