L’Affruntata, tra fede e ‘ndrangheta!
Anche quest’anno, le solite polemiche, le minacce, i ricatti attorno ad una processione religiosa nel sud. Come molti sanno, è in questi eventi religiosi che i boss locali affermano la loro forza e lanciano segnali alla gente. Fino a poco tempo, il clero era consenziente, in parte complice perchè troppo debole. Da qualche anno, i parroci e i vescovi hanno cominciato a reagire, rifiutando le ingerenze dei mafiosi locali nelle processioni religiose. Quest’anno il vescovo di Vibo Valentia ha addirittura bloccato la ‘sacra rappresentazione’ della domenica di Pasqua a Sant’Onofrio. Non aveva avuto assicurazioni e certezze sulla presenza attiva dei boss locali alla gestione della stessa.
Ma cos’è l’ “Affruntata”?
Ogni domenica di Pasqua, a mezzogiorno, a Sant’Onofrio (nel vibonese) si rinnova una suggestiva “sacra rappresentazione”, detta l’ “Affruntata”! Le sue origini si perdono nei tempi lontanissimi.
Viene ripetuta ogni anno in diversi comuni della regione; gli emigrati calabresi nel mondo la ripropongono nelle loro nuove parrocchie.
Si tratta di un evento di grande suggestione, molto bello e partecipato. Insieme ai ‘Vattienti’ di Nocera Terinese e Verbicaro, è uno dei riti della settimana santa più conosciuti nel mondo.
Vi ho assistito a Pasqua del 2010, quando due colpi di pistola vennero sparati, alcuni giorni prima, alla porta della canonica, contro il parroco che voleva combattere le infiltrazioni malavitose nella gestione della rappresentazione sacra, fenomeno questo molto diffuso in diverse parti della Calabria.
In quella Pasqua, proposi da tutte le istituzioni di prendere parte alla processione, in segno di solidarietà al parroco. E così ci ritrovammo in tanti, parlamentari, consiglieri regionali e lo stesso presidente della Regione Calabria. E decine di migliaia di persone accorse da tutta la Calabria. Molti emigrati, come ogni anno, sono venuti dall’estero.
Nella rappresentazione, Giovanni, discepolo prediletto di Gesù e molto legato alla Madonna, gira di corsa i vicoli del paese, nel tentativo di trovare Maria Addolorata, per comunicarle che suo Figlio Gesù era risorto!
Giovanni, dopo una corsa infinita, finalmente incontra Maria, disperata, completamente vestita di nero; ma la Madonna non crede alle sue parole!
Allora Giovanni, cerca di corsa Gesù e lo convince a seguirlo.
In un’ampia piazza, davanti a migliaia di persone, avviene lo struggente incontro: Maria vede arrivare il figlio con Giovanni, ed esultante getta via il mantello nero e si lancia di corsa verso il Figlio risorto. Anche Gesù, alla vista della Madre, le va incontro con gioia.
Un brivido enorme, una grande commozione, un grandissimo applauso liberatorio: Gesù è veramente risorto, Maria lo ha potuto finalmente incontrare.
La folla ha come la sensazione che quelle statue, oltremodo bellissime, siano vere, vive. E che quella corsa, quel ritrovarsi in piazza di corsa, tutti insieme, sia una storia vera, che accade in quel momento.
E’ qui che si scopre la Calabria delle sue antiche tradizioni, la Calabria che tra sacro e profano sopravvive a sé stessa, alle sue contraddizioni, alle mille paure.
L’Affruntata non può essere catalogata come un fatto di cronaca, di storia mafiosa. Semmai dovrebbe essere esattamente l’opposto.
E potrà esserlo ora che il clero ha deciso di reagire. Ovviamente non bastano da soli preti e vescovi, occorre la partecipazione e la condivisione dei fedeli: perchè solo così la ndrangheta non passa!