La tragedia di un uomo piccolo piccolo
Notte insonne per il primo ministro. La terza notte consecutiva. Il letto, improvvisamente troppo grande, non gli dà pace. Sudato, irritato, pazzo di rabbia per il Paese che non lo capisce più. Eppure gli ho dato tutto: soldi, benessere, meno tasse, grandi riforme e grandi opere.
Il giorno prima era andato dappertutto in Tv: da Anna La Rosa, da Biscardi, da Vespa, il suo notaio preferito, poi a Tribuna politica e per 25 minuti al Tg4. Il giorno dopo è andato per la prima volta in Procura per denunciare Prodi, DAlema, Rutelli e Fassino per la storia delle Cooperative rosse.
Ma perché gli italiani non mi capiscono più? Perché ho perso le Elezioni europee, poi tutte le comunali, e perfino le regionali?. Più ci pensa e più non trova pace. Così ne inventa una al giorno: la casa per tutti; il viagra per gli anziani: Ma non gli credono più. Fosse per lui farebbe sposare anche i gay, o invadere San Marino, occupare la Svizzera, cacciare i cinesi. Ma non lo ascolta nessuno. Non si dà pace il Presidente. Così, essendo uomo di azione, decide che è questo il momento di passare definitivamente alla storia, come solo Cesare Augusto, Napoleone, Washington , Stalin e Mao hanno fatto prima di lui.
Se i giornali gli sono contro, se gli industriali lo detestano e la magistratura lo perseguita, se tutti scioperano e il Paese crolla, vorrà dire che bisogna fare altro. Scende di scatto dal letto quando non è ancora lalba; saltella per casa come una pallina di gomma impazzita, osserva stupito che le sedie, i tavoli, i divani sono tutti troppo alti, mentre lui è piccolo, tanto piccolo. Grida, urla, impreca contro il mondo intero, sente che la fine è vicina. Ma uno come lui, che non ha mai perso nemmeno una partita a carte, deve reagire, deve progettare e realizzare un Paese tutto nuovo, tutto suo. Ci vuole qualcosa di clamoroso. Di quelle cose che accadono ogni 100- 200 anni! Suda, non trova pace, non riesce a salire sul divano. Fuori è buio, ma si affaccia e vede il sole nel cielo scuro! Un sole rosso fuoco. Certamente un segno divino.
Ci sono. Ho trovato, urla pazzo di gioia. Telefona al perfido Ferrara e lo convoca d urgenza, chiama anche Emilio, il fedele direttore, fa venire il Capo di Stato Maggiore e lAmbasciatore italiano presso la Santa sede. Arrivano tutti di corsa. Lo trovano pallido, in un pigiama troppo lungo e largo, tutto bagnato. Il premier nemmeno saluta. Parla, parla, parla ..si agita, e siccome vuole farsi vedere bene, fa un balzo dalla sedia e si mette seduto al centro del grande tavolo ovale. Ho deciso: voglio un Paese tutto mio, senza giudici, senza opposizione, senza comunisti, senza elezioni, e senza comuni e regioni, tutte rosse ormai. Non deve esserci nemmeno il Parlamento, né tanto meno i partiti. Un Paese dove sarò presidente a vita, Primo ministro perenne, Capo dello Stato, dellEsercito e di tutti gli Enti, Legislatore unico, Primo e solo Giudice. -Silenzio! Un minuto di silenzio che sembra lungo un secolo.
Ho un piano, ho un piano, ho un piano- grida saltellando sul tavolo-: conquisteremo il Vaticano!! Ho un piano, ho un piano, ho un piano- ripete battendo a ritmo le mani-: conquisteremo il Vaticano. Ho un piano, ho un piano, ho un piano, conquisteremo il Vaticano!
Dopo 20 minuti di filastrocca, il premier entra nei dettagli e annuncia il Piano Perfetto, in codice: P2: A) I confini dellattuale Stato della Città del Vaticano si estenderanno fino alla porte di Milano. Il resto del Nord sarà consegnato alla Lega che ne farà la Repubblica Padana. Gianfranco invece sarà il Governatore unico di Roma e del Lazio, col titolo di Vicario a vita.
B) Nuovi confini al Sud: Basta con la Calabria e il calabresi, basta con i meridionali lagnosi, basta con mafia e delinquenza: un grande muro sarà costruito a sud di Napoli, da lì comincerà lo Stato Meridionale affidato alla gestione diretta di Mafia, Ndrangheta e Sacra Corona Unita. Faremo costruire direttamente ai mafiosi il Ponte sullo Stretto, cosi ci sarà lavoro per tutti per i prossimi 20anni; faremo abbattere l A3 Salerno – Reggio Calabria (altri 10 anni di lavoro per i forestali e i clandestini africani), così che nessuno dovrà più emigrare verso Nord.
Risolto il problema del lavoro e della criminalità al sud, risolto il problema della Padania e della Lega al Nord, avvisati con una telefonata lamico Putin e lamico G.W.B che approvano , il progetto P2 prevede limmediata nomina del premiere quale Presidente a vita di uno Stato supremo tutto suo, senza altri mezzi di comunicazione se non la Radio e la Tv vaticana e lOsservatore romano ( tutti diretti da Silvio 1), con una sola Banca e una sola grande di squadra mondiale di calcio (allenata dal presidente a vita).
Lambasciatore italiano presso la Santa sede si ricorda di un dettaglio: Presidente, ma . e il Papa?. Gelo in sala. Al presidente, al quale nel frattempo per il sudore e la concitazione si staccano uno dopo laltro i capelli che da un anno si era fatto impiantare, viene unidea: Ma questo papa non è tedesco? Bene, allora lo trasferiamo in Germania. Se ne occupasse la Merkel per un po, lItalia lo ha fatto per quasi 2 mila anni!. Ma lo sanno i tedeschi e i polacchi quanto sono costate allo Stato italiano 10 milioni di bottigliette di acqua minerale per i funerali dellaltro papa? Poi annuncia che il Piano prevede la Grande Riforma della Chiesa Cattolica (approvata dall Onu): il papa sarà ospitato a rotazione da tutti i paesi europei, americani e africani. Ogni 50 anni cambierà Paese . Sarà così un papato universale e senza confini.! .
Mentre urla felice per la straordinaria idea, gli si stacca una guancia che pure era quasi nuova, impiantata a Ginevra un mese fa.
Finito di illustrare il Piano, il Presidente a vita fa un salto gigantesco da quel tavolo che è diventato alto quanto un grattacielo, poi con un balzo felino salta sullimmenso loggione della villa, davanti a sé vede lo splendido e immenso giardino che ora somiglia quasi ad un sagrato, con una grande piazza; gli alberi formano un incantevole colonnato, come quello del Bernini.
Silvio I guarda in silenzio milioni di persone che attendono in piazza che lui si affacci.
Ma cè un silenzio tragico nella villa, per certi aspetti perfino comico. Dal fondo della sala si ode solo una voce dai toni bassi che, grave ma sollevata, dice al telefono: Gianni, corri subito qui, è giunto il momento. Ora tocca a te!. Dopo poco arriva il sottosegretario di Stato, Letta.
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