«La conta non serve Spazio a volti nuovi»
Intervista di MASSIMO CLAUSI
Franco Laratta, già deputato e consigliere regionale, sono almeno tre anni che avvisa i colleghi del Pd che in questo modo si sarebbe andati, politicamente, a sbattere. Ieri lo ha ribadito nel corso del suo appassionato intervento all’assemblea regionale. Ma se è facile la critica un po’ più complicata è l’analisi e cercare di capire cosa fare “per non essere presi a calci dagli elettori”, come ha detto lo stesso Laratta.
Qual è stato il succo del suo Intervento? Ho invitato gli amici a prendere atto del fallimento di una classe dirigente, che ha subito una batosta di dimensioni dram-matiche.
Le colpe di chi sono? Di tutti. Di un partito che va in giro a parlare di miliardi in arrivo mentre le aree interne si spopolano e sempre più calabresi vivono sotto la maglia di povertà.
Colpa di Renzi e del suoi governi, quindi? No. Renzi ha avuto mille difetti e di certo non sono un renziano. Ma una cosa è certa: la Calabria è stata centrale nel dibattito politico. Noi oggi abbiamo nove miliardi, certificati ieri dal neo deputato Viscomi, da spendere. Renzi è venuto in Calabria dodici volte, non una. Ma i calabresi queste cose non le hanno toccate con mano, nessuno ha visto un centesimo.
Scommetto che dirà che il governo regionale deve cambiare marcia… Certo e deve ingranare la sesta.
Qualcuno dire la seconda. Lasciamo stare. Il punto politico è che il Governatore ha detto di essere stato lasciato solo. Non mi pare che il segretario regionale, Magorno, abbia mai replicato. Ciò mi fa pensare che ritiene Oliverio abbia ragione. Se è così allora il Pd deve prendersi le sue responsabilità politiche e indicare al Governatore i suoi uomini migliori per gestire questi venti mesi di legislatura che rimangono. Badi che ho parlato di uomini migliori che possono venire anche dalla società civile, non sto parlando dei consiglieri. E’ giusto però che il Pd metta la faccia in questo ultimo scorcio di legislatura. Una nuova giunta tecnica non serve.
Oliverio mi pare voglia ricandidarsi. Lei cosa ne pensa? Lui è governatore uscente ed ha tutto il diritto ad una ricandidatura. Non è questo il problema. Il vero problema è capire con quale progetto, per fare cosa? La scelta degli uomini è importante, ma alla gente dobbiamo prospettare una idea, altrimenti mica ci aspetta per farci l’applauso. Per questo ho sempre parlato di un congresso delle idee e non delle tessere.
Ci spiega meglio? Penso che dobbiamo fare un congresso, anche entro maggio, che non sia una conta di tessere, ma di idee, proposte. Se dobbiamo assistere a un congresso di autoconservazione degli attuali dirigenti o la presa del potere della minoranza, possiamo anche stare a casa, Serve una netta discontinuità, anche generazionale. Uomini nuovi, con idee nuove. In questo ambito ogni corrente può anche scegliersi il suo, ma c’è bisogno di una ventata di aria fresca.
E dove si trovano questi uomini nuovi? Dalla società civile, ma anche dai tanti sindaci del territorio o segretari di circolo che in questi anni sono stati lasciati soli dal partito che non ha mai analizzato le sconfitte, che non ha mai riunito l’assemblea, passata da rinvio in novo.
A proposito di correnti. Qualcuno dice che il difetto maggiore del Pd calabrese è che sia composto solo da vecchia nomenklatura dei Ds, l’area cattolica è sparita del dibattito interno… A Roma dicono il contrario. In Calabria c’è obiettivamente una preponderanza della com-ponente ex comunista dovuta ritengo alla frammentazione dell’area ex socialista che pure ha numeri importanti qui, ed ex cattolica.
Lo scontro tra le correnti distruggerà il Pd? Il rischio c’è. Per questa serve una svolta che sia collegiale.