Il potere. La politica. Il delirio di onnipotenza.
Tutta la storia dimostra che il grande potere avvelena
Da Il Quotidiano di martedì 7 febbraio 2006
Tutta la storia dimostra che il grande potere avvelena (Bertrand Russel), ma quello che più conta è che il potere condiziona chi lo esercita, ne accentua i difetti, lo acceca fino a farlo sentire invincibile.
Gestire il potere in politica non è semplice. Soprattutto non è una cosa che può fare chiunque, perchè provoca pericolose ubriacature e fa perdere il rapporto con la realtà. La più grave delle controindicazioni è che ti fa sentire onnipotente. Ci sono uomini che governano le istituzioni, le imprese o leconomia pur essendo profondamente ignoranti, per cui la loro arroganza cresce insieme alla loro prepotenza.
Le moderne democrazie soffrono per la mancata selezione dei gruppi dirigenti. Per cui al potere giungono spesso persone modeste e senza cultura, perfino uomini spregiudicati che diventato potenti perchè sanno come controllare il consenso. Il limite della moderna democrazia, alla fine, è proprio questo: non avere previsto al suo interno strumenti di selezione della classe dirigente e non riuscire quindi a garantire il ricambio e il rinnovamento degli apparati. Un po anche per questo è finita
Controllare pacchetti di voti (acquisiti con il denaro o ottenuti con linganno e la facile promessa) non è più sufficiente ( e non lo è mai stato) per essere un buon legislatore, un presidente competente, un sindaco capace. LItalia, da nord a sud ( ma molto più al sud e in Calabria in particolare) è ricca di esponenti politici, anche di primissimo piano, che non hanno la capacità di governare i processi politici, non possiedono alcuna competenza, né hanno lumiltà necessaria per governare le istituzioni con distacco e obiettività. Siamo, in buona sostanza, pieni di assessori inutili (per non dire dannosi) che provocano danni a regioni, province e comuni per la loro perfetta inutilità. La cosa diventa ancora più grave quando anche ai vertici del potere giungono persone del tutto impreparate e inadeguate.
La crisi dei partiti storici, dagli anni 80 in poi, ha fortemente limitato laccesso alla vita pubblica dei migliori rappresentati delle professioni, della cultura, della società civile. I partiti stessi sono finiti in mano a mediocri professionisti della politica, uomini che hanno scalato il potere utilizzando i partiti, controllando consistenti pacchetti di voti, occupando le istituzioni con lobiettivo di soddisfare esigenze ed interessi personali. Ogni politica dovrà piegare le ginocchia davanti alla morale” diceva Kant, ma questo ai giorni nostri non vale più niente!
La gestione del potere senza limiti di tempo e senza alcun condizionamento esterno esalta i soggetti fino al punto di provocare in loro quel delirio di onnipotenza che cancella ogni capacità di agire nel rispetto degli altri, tipico delle più pericolose forme di tirannide. Chi vive con questo delirio ha una grandissima considerazione di se stesso, condivide soltanto le proprie idee, negli altri vede solo nemici che lo minacciano.
Giunti allinizio del Terzo Millennio, mentre lItalia sbanda per colpa di una lunghissima crisi politica che sta minando dallinterno la base della democrazia stessa, occorre immaginare una nuova forma di partecipazione del cittadino alla politica. Rifondare i partiti è necessario per ridare più forza alla democrazia, mentre è indispensabile controllare meglio laccesso al sistema per impedire che uomini senza scrupoli e senza alcuna qualità controllino i partiti stessi ed occupino le istituzioni. Così come è necessario porre un limite ai mandati elettorali (dopo due legislature in una istituzione della Stato è opportuno cambiare); se un sindaco non può andare oltre i 10 anni di mandato, è opportuno che un presidente di Regione, un Primo Ministro, un Capo di Stato non mantengono lincarico oltre cinque anni ( in America, del resto, da sempre il presidente dura in carica quattro anni che possono diventare al massimo otto, ma questo è successo in alcuni casi). E necessario limitare al minimo i privilegi della politica, ridare più forza alle istituzioni democratiche, ma occorre anche rivedere i poteri dei sindaci eletti direttamente dal popolo ( a metà legislatura và prevista una verifica del loro operato), mentre per i presidenti delle Regioni non è affatto necessaria lelezione diretta per tante di quelle ragioni che sarebbe lungo spiegare in questa sede.
E poi, soprattutto la qualità della politica: occorre grande competenza, ma anche qualità morali, tanto spirito di sacrificio e una grande disponibilità allascolto per potere gestire un Ente o una Istituzione pubblica. Non è affatto vero- cominciamo a dirlo apertamente- che chiunque (nemmeno in piena democrazia) possa governare un comune o una regione: occorrono qualità e competenze fuori dallordinario per poter decidere il destino di tante persone e il futuro delle comunità. Non bastano il buon senso e lonestà, come abbiamo a lungo immaginato nel secolo scorso. Oggi occorrono cultura, competenza, conoscenza.
La persona mediocre, quasi sempre ignorante e arrogante, non ha capacità di gestione e di decisione, non sa e non può guidare processi complessi, disegnare il futuro, occuparsi delle emergenze. E allora una democrazia moderna, in una società assai difficile e complessa come la nostra, deve immaginare e prevedere strumenti severi per laccesso al potere. Nella società dellinformatica e degli straordinari progressi tecnologici, ma anche nella società così vicina ad un pericolosissimo scontro fra civiltà, chi governa deve avere non solo piena confidenza con strumenti nuovi e dalle infinite potenzialità, quanto deve avere prima di tutto una consistente base culturale, per poi possedere doti e qualità umane, morali e professionali immediatamente riconoscibili.
Qualche giorno fa, ero al telefono con un importante uomo politico calabrese che guida un settore importante di una istituzione pubblica di primaria importanza. Quando gli ho detto che gli avrei mandato una mail con allegato quel progetto del quale parlavamo, mi sono sentito rispondere con uno sconfortante: Non uso il computer e non ho posta elettronica, queste cose non fanno per me. Mandami un fax! Un fax?
Prima emergenza in Calabria: la necessità di mettere in piedi una nuova e moderna classe dirigente. Per la cui cosa il presidente Loiero può aiutare veramente
Franco Laratta