Il Pd, partito del Futuro. Quale il ruolo dei cattolici?
Credo di non parlare per più di tre minuti. Tante cose sono state dette finora, per cui la mia è giusto una testimonianza, qui ad Assisi.
Dunque, io credo che in questi ultimi tempi sia prevalso un senso di paura, come se noi fossimo spaventati, improvvisamente, del nostro stesso partito, del partito che stiamo costruendo, il Partito Democratico. Un senso di paura e di preoccupazione sembra aver trovato spazio tra noi, come se noi non ci ritrovassimo più bene insieme, incapaci di trovare le cose che ci uniscono, come se non vedessimo più un futuro per il nostro partito. E vero, sono accadute tante cose in questi mesi, in questo primo anno di vita del Pd. Sembra passato un secolo, ma è passato un solo anno. Ha ragione il presidente Marini quando ci ricorda, qui ad Assisi, che questo partito ha solo un anno di vita, e che quindi dobbiamo capire e comprendere che non si può giudicare così severamente un partito che ha solo un anno, e che in un anno ha fatto tante cose, anche alcuni errori, perché no?. Ma tante cose importanti hanno fatto Walter, Dario, il gruppo dirigente, noi tutti messi insieme. Basterebbe guardare alle nostre condizioni prima che il partito nascesse, per rendersi conto di quanto di positivo sia stato fatto, di quanta strada abbiamo percorso, di quanto dovremo farne ancora insieme. Ma se facciamo prevalere il senso della paura, non sarà certamente questa la condizione ideale per la costruzione del partito e per la difesa di quelli che sono i nostri ideali, la nostra cultura, la nostra tradizione.
Abbiamo parlato molto di cattolicesimo democratico,in questi giorni ad Assisi. Abbiamo parlato dei cattolici in politica, senza dire abbastanza. E cioè che non basta dirsi cattolici, definirsi cattolici, per convincere chi ci guarda e ci ascolta che noi siamo i più bravi, che pertanto abbia il diritto a ottenere più spazio e maggiore peso nella vita politica, di poter chiedere e meritare più consensi. In realtà, si dicono e sono cattolici anche altri, molti anche nel centrodestra: basta guardare la cappella di Montecitorio ogni mattina: è piena di parlamentari cattolici, molti sono esponenti di Forza Italia, di AN, della Lega. Molti fanno la comunione dalle mani del Vescovo e del Cardinale. Sono anche loro cattolici, come lo siamo noi. Possiamo noi affermare di essere più cattolici di loro?
In realtà, un cattolico vero, impegnato in politica, si distingue da tutti gli altri,per la testimonianza,la proposta, la coerenza, la difesa dei nostri valori, la difesa della nostra cultura e della nostra fede. Dobbiamo essere in grado di affermare la forza delle nostre idee allinterno delle istituzioni e dello Stato, che è laico, che è la casa di tutti, credenti e non credenti. La nostra deve essere, nel partito e nelle istituzioni,una presenza viva, testimonianza vera, per affermare i principi della solidarietà, della pacifica convivenza, della difesa delle fasce più deboli, della promozione delluomo che torna ad essere al centro del nostro impegno: luomo, la vita, la solidarietà, il civile confronto: sono questi i punti fondamentali del nostro impegno di cattolici che ci possono distinguono da tutti gli altri.
Sapremo far valere questi valori anche nel nostro partito, nel pd? Credo di sì, perché il nostro è un partito libero, plurale, aperto. E proprio questo rappresenta per noi un punto di forza, perché alla fine le idee migliori, i progetti più giusti, la condivisione, prevalgono su ogni altra cosa. Nel pd, come nelle istituzioni e nella società noi dobbiamo affermare lidea di una società libera, forte e democratica, nella quale tutti si ritrovino al di là delle loro idee e dei loro principi. Una società più giusta, che sia la casa di tutti, che sia regolata da leggi che tutti rispettano, e che la civile convivenza sia un valore indispensabile. Una società regolata dai valori cristiani della pace e della solidarietà, dove ognuno possa professare liberamente la propria fede, secondo la propria cultura e la propria tradizione. La legge su tutto, la solidarietà prima di tutto, il rispetto reciproco come punto irrinunciabile, la giustizia e la libertà come beni fondamentali. E noi, cattolici impegnati in politica, come sale di questa società, come lievito nella politica e dentro le istituzioni. La nostra forza? Limpegno, la testimonianza, lonestà e la severità. Al fine di riportare la politica nel giusto solco nel quale è nata: la più nobile delle scienze; la più alta forma di servizio; la prima delle attività delluomo che intende così costruire una società più giusta, un Paese più libero. Sapremo noi cattolici, noi che siamo impegnati nel pd, a fare tutto questo? Forse non ne siamo capaci, o non ne siamo allaltezza. Ma almeno,il nostro impegno, tutta la nostra forza, devono essere spesi per raggiungere questi obiettivi.
Faceva bene PierLuigi Castagnetti quando parlava della necessità di difendere la nostra Costituzione, il ruolo del Parlamento, la democrazia di questo Paese. Noi che viviamo dentro le Aule parlamentari sappiamo bene quanto questo Parlamento è oggi offeso,oltraggiato e svuotato per colpa della maggioranza di centrodestra. Sappiamo benissimo quanto
E anche questo, lunità della nazione, non sembri un discorso troppo forte, non sembri anche questa una parola troppo grossa. Questo è un argomento che si farà sempre più forte, sempre più attuale: la difesa della democrazia, delle istituzioni democratiche, della Carta costituzionale, dellunità del Paese e della difesa delle aree deboli e delle fasce sociali svantaggiate saranno la nuova battaglia che il Pd e i cattolici impegnati nel partito e nelle istituzioni dovranno combattere nei mesi prossimi, senza timore, con molta energia nel parlamento e nella società. Su questi principi sacrosanti non possiamo cedere di un millimetro!
Noi vediamo già, in parlamento, i segni delle contraddizione che vive il centrodestra. Vediamo bene quale sia il ruolo della Lega e quali siano i veri obiettivi dei leghisti. Facciamo un esempio:proprio in questi giorni, alla Camera
E vado velocemente alla conclusione. Anche se sono tante le cose sul Partito Democratico che vorrei dire ma che ora non riesco. Vedo anchio qualche rischio, lo vediamo tutti, lo segnaliamo: ma è necessario evitare di piangersi continuamente addosso, di angosciarsi, di frustarsi in continuazione. Basta, altrimenti faremo passare lidea di essere tutti pronti al suicidio. Vogliamo renderci conto e guardare con ottimismo al fatto che finalmente è nato un grande partito? Un partito nuovo, moderno pluralista. E noi, cattolici democratici, siamo forti dentro questo partito, noi conteremo sempre di più se avremo argomenti e tesi da proporre,idee da presentare, principi da difendere. Il nostro ruolo è fondamentale per la vittoria del Pd, per la sua definitiva collocazione fra le più grandi forze europee democratiche e riformiste.
Dobbiamo però stare attenti al rischio di un partito che nel territorio sia troppo diviso, frazionato. Il rischio è che nascano venti partiti regionali; che il partito torni ad essere o diventi ancora di più il risultato della sommatoria dei due vecchi partiti, che messi insieme non faranno mai il Partito Democratico. Il rischio è quindi è che si blocchi e si fermi quellansia di cambiamento, di rinnovamento che aveva caratterizzato la nascita di questo partito sin dal primo momento. Ecco, questo è un rischio, ma noi abbiamo tutta la forza e tutta la voglia di evitarlo, se ci convinciamo sempre di più della enorme potenzialità che ha il Pd, e di cosa possa fare per il Paese e per la sua democrazia.
Ieri Fioroni tracciato un bel programma per il nostro impegno nel pd, un bel percorso da studiare e approfondire in questi due giorni ad Assisi. Poi, finora, i tanti interventi davanti ad unassemblea numerosissima e molto attenta hanno fatto crescere la speranza. Quella speranza che sembra riprendere quota dopo i primi segnali di paura e smarrimento, che non possono più appartenerci.
Mi rivolto a te, Dario. Io vorrei dirti una cosa, e concludo così il mio intervento: domani nel tuo intervento finale devi parlare del futuro! Del nostro futuro, delle nostre speranze, delle speranza del Paese. Vogliamo che le idee del futuro siano il segnale più forte che da Assisi si dirige al cuore del Pd . Noi non possiamo guardare sempre indietro, non possiamo essere proiettati nel nostro passato, noi abbiamo bisogno di lanciare un progetto, unidea, un percorso. Sì, vanno bene la nostra tradizione e la nostra cultura; tutto quello che è il nostro patrimonio e i nostri valori. Cose che difenderemo sempre e che faranno parte del nostro bagaglio culturale. Ma bisogna ritornare a parlare al Paese, che ha bisogno di liberarsi della paura e di guardare avanti; dobbiamo essere una forza moderna, democratica, che parla del futuro, che guarda alle nuove generazioni, che lo fa con un linguaggio diverso, moderno. Chiedo quindi a Dario Franceschini di dare a tutto il Pd e al Paese un segnale diverso. Lui sa come fare, perché Dario è la nostra speranza nel pd, e il Pd è la speranza del Paese . (Applausi)