Il cancro della corruzione
Pubblicato da il "Quotidiano del Sud", sabato 7 maggio 2016
“Direi che il dato più probante e preoccupante della corruzione italiana non tanto risieda nel fatto che si rubi nella cosa pubblica e nella privata, quanto nel fatto che si rubi senza l’intelligenza del fare e che persone di assoluta mediocrità si trovino al vertice di pubbliche e private imprese. In queste persone, la mediocrità si accompagna a un elemento maniacale, di follia, che nel favore della fortuna non appare se non per qualche innocuo segno, ma che alle prime difficoltà comincia a manifestarsi e a crescere fino a travolgerli. Si può dire di loro quel che D’Annunzio diceva di Marinetti: che sono dei cretini con qualche lampo d’imbecillità…”
Così scriveva Leonardo Sciascia (Il Globo, 1982), con la forza e l’autorevolezza di un grande. La corruzione è un cancro, e non da ora. Ma quello che più spaventa è che molto spesso ai vertici delle istituzioni pubbliche e private, ai vertici dei centri di potere, ci siano uomini incompetenti, modesti e perfino incapaci. Nello Stato centrale come nelle regioni e negli enti locali, è il trionfo della banalità e dell’inadeguatezza, oltre che di un’arretratezza culturale spaventosa. Così impera una profonda ignoranza verso le innovazioni tecnologiche e la potenza della rete nei luoghi di lavoro. Così si ignora quanto il mondo sia cambiato, quanto sia in atto una rivoluzione politica, economica e sociale che ha pochi precedenti.
Sciascia aveva capito con molto anticipo, che i tempi delle candidature per ‘grazia ricevute’ avrebbero ucciso la democrazia: il ventennio berlusconiano ha realizzato il presagio delle nomine e delle cariche ottenute per meriti corporali: non tanto per capacità, quanto per grazie elargite!
La stessa rabbia che manifestano i media e l’opinione pubblica contro la corruzione e il malaffare sin dai tempi di tangentopoli, andrebbe spesa anche e soprattutto contro la dilagante incompetenza e la devastante ignoranza che siede in molti centri decisionali e in tante sedi di potere. A molti livelli. Purtroppo anche fra la gente.
Così il paese muore.