Ho visto un cieco con lo smartphone!
Ho visto un cieco incredibilmente passeggiare guardando il suo… telefonino.
Mi fermai all’istante: ma come fa un cieco a passeggiare guardando il suo cellulare?
Il cieco non era da solo, era accompagnato, per sicurezza. E portava dei grandi occhiali neri.
Mi sono chiesto: ma perché guarda il cellulare? Un cieco non può leggere, vero? Allora lo fa per farsi notare? Ma perché e da chi dovrebbe farsi notare?
Allora sta prendendo tutti in giro?
Ad un certo punto allargo lo sguardo e vedo un secondo cieco, con un cane e un bastone, che guardava anche lui suo cellulare!
Poi ne vedo un terzo e un quarto e un quinto. Tutti ciechi, tutti con gli occhiali scurissimi, tutti con il cane per ciechi, e tutti che guardavano lo smartphone con insistenza.
Pensavo: ma com’è possibile? Che cosa sta accadendo?
Mi venne un dubbio. Cercai disperatamente uno specchio.
Mi guardai in quello specchio e… assurdo: la mia immagine portava occhiali scuri! Ma io non ho mai avuto occhiali scuri! Mai.
Mi giro di scatto, rischio di cadere inciampando in un bastone. Un bastone simile a quello che usano i ciechi.
“Dov’è il mio telefonino?”, chiesi a voce alta al ragazzo che mi aspettava. Dov’è?
Avevo tre telefonini. Dal più vecchio al più moderno. Avevamo tutti almeno due telefonini. E tutta la nostra giornata era incentrata sul cellulare: per ogni cosa serviva il cellulare. Aveva sostituito quasi tutte le nostre funzioni.
Quasi tutte. Era diventato i nostri occhi, le nostre mani, i nostri piedi.