Francesco d’Assisi, il Poverello che rivoluzionò la Chiesa
Ogni 4 ottobre mi telefona il sindaco di Paola, che conosco bene, per due cose: la prima per rimproverarmi di essere lunico calabrese a non festeggiare san Francesco di Paola, la seconda è per farmi gli auguri! Mi sono formato seguendo i gruppi francescani, la mia seconda casa da ragazzo era un convento di frati cappuccini- a San Giovanni in Fiore-, la mia guida è stata un frate coraggioso e convincente – padre Antonio Pignanelli, morto giovane per un tumore, che mi insegnò a lottare per la giustizia, ad amare i poveri e gli ultimi, a lottare per una chiesa sempre più umile e povera, esattamente secondo linsegnamento di Francesco. Da allora mi sono innamorato del poverello dAssisi che è divenuto per me un modello di vita. Devo al suo insegnamento il mio stare sempre fra la gente, ad essere disponibile verso coloro che sono soli e hanno bisogno di tutti.
Mi affascina lamore di Francesco per la natura, lambiente, gli animali (fratello lupo): pensate che vivo in una casa in un bosco della Sila, circondata da una natura splendida e incontaminata. E poi di Francesco dAssisi mi ha particolarmente colpito il suo vivere il cristianesimo con gioia, amore e letizia, per Cristo si può vivere cantando, con il cuore aperto alla gioia, senza musi lunghi e angoscia. Parlerei per ore di Francesco, lAltro Cristo, del suo concetto di povertà, della sua rivoluzione interna alla chiesa, del suo amore per la bellezza. Ieri sera rientrando da Cosenza verso San Pietro in Guarano, guardando verso il Tirreno si vedeva un sole rosso fuoco che tramontava. Appena poco più avanti, nei pressi di Camigliatello, si vedeva nel cielo una splendida luna piena che sorgeva. Ecco, Francesco dAssisi mi ha insegnato ad ammirare spettacoli come questi. Fratello sole e sorella luna!
Rivelo una mia cosa molto personale: ogni mercoledi sera – finiti i lavori alla Camera – vado ad una mensa per i poveri di Roma, a servire i pasti. Mi fa sentire vicino a loro.