Esanimi di stato!
Interrogativi sotto lombrellone che scuotono questa pigra estate. Concorsi di bellezza ed esami di maturità: promossi o bocciati? Tralascio reginette e sirenetti perché non riempiono la tessera punti dell autorevole intellettuale. Passo allaltra più redditizia analisi, tenendo per me lidea che oggi, scettro e corona sono tristemente più appetiti del pezzo di carta, utile per trovare parcheggio negli atenei o per riempire il buco sulla parete tra Padre Pio e il poster dellOnore e il rispetto. Neppure sotto tortura mi faccio poi estorcere la sensazione che le giurie di miss e mister siano più serene e motivate di tanti commissari esterni che, se non fosse per quel sempre più magro rimborso o per il brivido di essere chiamati come Montalbano per un paio di giorni allanno, rinuncerebbero allincarico senza batter ciglio.
Col dubbio daver tradito la riservatezza annunciata, mi chiedo se ha ancora senso certificare così la maturità dei ragazzi. Il rito delliniziazione alletà adulta, affogato in una glassa debordante e stucchevole, è stantio allinterno. La mia esperienza, i pareri raccolti, i riscontri evidenti viaggiano nella stessa direzione.
Arretro un po quando chi parla bene cerca di dissuadermi con motivazioni alte. Poi metto timidamente piede nella realtà e spicco un triplo salto in avanti con carpiatura che sposta il mio originario convincimento su posizioni più radicali.
Se non avessimo paura di volare basso, confesseremmo senza pudore che ad esempio lappeal dei temi o dei più chic saggi brevi assegnati alla maturità è spesso pari a quello del curling per noi italiani. Per uno studente medio, la cui ultima fatica letteraria credibile è la letterina a Babbo Natale vecchia di dieci anni, svolgere tracce frigide, o incomprensibili talvolta agli stessi estensori, si risolve in un accidioso collage di banalità e retorica, stimolato dallo scollamento tra quanto studiato o sentito prioritario a quelletà e quanto richiesto dalla prova.
Da qualche anno a mettere un po di pepe allesame ci pensa il cosiddetto quizzone: il test saggia nella sua ricorrente tipologia a risposte multiple la fortuna e la precisione balistica del candidato a barrare la casella giusta; nonché la sua prontezza di riflessi per non farsi cogliere dal professor Birkermaier di turno in flagranza di collaborazioni o consultazioni illecite: hi-tech e artigianali.
Sono gli orali però ad assestare la sberla che trasforma losservatore in un bobble head attaccato ai cruscotti delle auto, che scuote (amaramente) la testa ad ogni sollecitazione.
La tesina multidisciplinare, per dirne una, che tanta gioia ha portato alle copisterie, era nata come biglietto da visita per lo studente; un esordio rassicurante su temi concordati, in cui saltare senza fiatone da una materia all altra nella lunga corsa verso il cento, che più di un traguardo sembra ormai la parodia della ruota di Ok, il prezzo è giusto! Colpa del frettoloso assemblaggio dei materiali, di un pigro riciclo di quelli usati in terza media, di un palpabile disinteresse verso gli argomenti e di una supervisione terza altrettanto superficiale, ma tante tesine, per contenuti e forma, sembrano il copione recitato dalla cameriera secca dei signori Montagnier. La macchinosità nellesposizione si amplifica nelle successive domande poste da commissari con la saudade per il mare o selettivamente in trance. Si spegne invece di fronte a giudici incalzanti che non ammettono repliche e sfruttano quel palcoscenico per bissare compiaciuti la propria maturità, aggiornando senza volerlo la galleria dei personaggi scolastici felliniani. Ogni generalizzazione è antipatica, ma le eccezioni, talune commoventi, non aiutano a risollevare la media tuttaltro che incoraggiante. Possibile che nessuno dei tanti nutrizionisti di stato presenti sulle tv ad ogni ora abbia mai lanciato lallarme sulla pericolosità dei chili di nozioni ingurgitati last minute ed espulsi ad esame sostenuto? Ancora oggi cè chi lamenta nausee al ricordo di quellabbuffata, pungenti nonostante la lenitiva e struggente colonna sonora di Venditti mandata in loop ad ogni vigilia. I più fortunati riferiscono di aver ripreso a cibarsi di cultura quando hanno riscoperto la fragranza di quei cibi per lanima, mandati giù anni prima come olio di ricino per il fegato.
Basta indugi: gli esami di maturità vanno aboliti! Sono esanimi di stato: privi di sensi e senso, che mortificano le intelligenze dei nostri giovani, appiattiscono il loro spirito critico e non hanno riflessi produttivi. Meglio destinare i soldi risparmiati alle scuole, favorire stage e tirocini, nei quali gli studenti possano allenare e misurare le proprie capacità e inclinazioni. Altrettanto serio garantire una formazione continua ai docenti: più idonei di commissari piovuti dal cielo e dintorni a valutare ragazzi seguiti nellintero ciclo di studi – precarietà e nomadismo del corpo insegnante permettendo. Meno diplomifici più formazione, meno nozionismo più competenze. Un mondo che si muove veloce non può essere rincorso con una locomotiva a vapore. Questi esami, dunque, per nessuno. Prove d’ingresso, invece, per tutti. Alle università come sul mercato del lavoro, per capire se il percorso formativo maturato alle superiori si è tradotto in autentiche competenze e abilità, da approfondire in un caso o spendere subito nellaltro.
Alle resistenze pseudo-romantiche, conservatrici, miopi di qualche nostalgico barone, che imbrigliano di fatto le nuove generazioni, preferisco opporre e girare a queste ultime i consigli spassionati (e inascoltati) del buon Troisi a Robertino. Bisogna emanciparsi dagli adulti e non rinunciare ad esprimere la propria personalità. Nella legalità, però.