Ehi Luca, che fai?
Franco: Ehi Luca, che fai?
Luca: Sto guardando su Rai play. Non voglio cambiare pianeta.
Franco: Ma tu come lo vivi questo 25 aprile?
Luca: Come un cubano libero al sole 🤣
F.: E i tuoi sentimenti comunisti che fine hanno fatto? 🤭
L.: Appunto, un cubano dopo aver lottato, si butta sulla spiaggia o su un prato e si fa riscaldare e coccolare dal sole
F.: Il sole dell’avvenire? Vedi che ritorna a tratti la tua anima di sinistra.
L.: Il mio poeta preferito è Neruda, credo che il sogno comunista sia presente sempre nel primo sole del mattino. “Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera”.
F.: La primavera è sinonimo di libertà. Quello che però io temo è che “non è la libertà che manca in Italia, mancano gli uomini liberi”!
L.: Io mi sento libero quando creo, nella musica, nella composizione, lì nessuno mi dice quello che devo fare o come lo devo fare e lo faccio da uomo libero. Citazione del giorno di Luca Altomare.
F.: Poi fuori dalla musica dov’è la libertà? La libertà ha bisogno prima di tutto di giustizia sociale. Libertà dal bisogno. Perché il bisogno rende schiavi. Libertà è verità: perché “la verità rende rende l’uomo veramente libero”.
L.: È vero, se non si è liberi nel sociale non ti puoi sentire veramente libero, ma siamo noi che ci creiamo il nostro modello di vita sociale. Mio nonno paterno era libero nel suo modello sociale, in Sila, tra semina, raccolti e caccia. Mio nonno materno, ha combattuto la guerra d’Africa, è stato in Francia e poi ritornando dove ha trovato la sua libertà? Nei campi, tra gli animali e nella famiglia. Forse e lì che dovremmo tornare, nel nostro orto a seminare qualcosa di buono, qualcosa che ci possa donare la libertà.
F.: Da alcuni decenni la società del consumismo senza limiti, ci ha costretto ad un altro modello di libertà: liberi di…. consumare, possedere, avere e poi buttare. Un delirio che ha ucciso l’uomo libero.
L.: E la natura ci ha voluto fermare. Ci ha fatto capire che eravamo arrivati ad un punto di quasi non ritorno. Tutti frenetici, stressati, ritmi assurdi, se si poteva inventare il quarto turno lo avrebbero fatto. Produrre, produrre, produrre. E poi arriva qualcosa di inaspettato, di invisibile che ferma le lancette del mondo ad una nuova ora, una nuova era. Ma chi avrà tratto lezione da tutto ciò? Pochi, veramente pochi. Perchè? Perchè il capitalismo non si può fermare. Tutto deve tornare come prima, e se moriranno altre persone non è importante, l’importante è produrre più della domanda. Il 2008 è un lontano ricordo, il 2020 è già passato. Si, bisogna ripartire, è necessario per tutti, ma ponderando bene la reale necessità tra domanda e offerta.
F.: Sarei più drastico amico mio: solo una rivoluzione di quel modello di società ci farà tornare veramente liberi. Quel modello di società, occidentale, essenzialmente americano, è morto. Finito. Occorre una società del bello, del vero, dell’essenziale.
L.: Proprio così, il bello, il vero e l’essenziale.
F.: “Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza vorrei metter… vorrei mettermi a vendere sai cosa? La speranza.” Ce lo ha insegnato Gianni Rodari. Io vorrei avere quella botteguccia!
L.: Stavo rileggendo Vendo Souvenir e la prima parte, non ricordavo, parla di libertà
“Ci sono due cose certe nella vita di tutti quanti: i buoni propositi per settembre e gennaio, subito ahimè smentiti da ottobre e febbraio.
Dopo anni di burocrazie
ho aperto, in via delle fantasie,
il mio laboratorio di souvenir.
Metto una pianta sul davanzale,
di quelle innocue che non fanno male,
ma profumano di libertà.
C’è tanta gente che vorrebbe entrare
non per comprare, ma per curiosare,
simpatici!… ma fatevi un po’ più in là!
Vendo ricordi tutti ‘entennali
sorrisi scadenti, ricordi volgari,
con saldi di qualità”
F.: Che bella!
L.: Speriamo di poterci riabbracciare presto, anche quella è la nostra libertà e noi meridionali ne sappiamo molto di abbracci.
F.: Vero. Ecco, abbiamo bisogno di una società più… umana, una società di uomini colti. Perché solo la conoscenza, insieme alla bellezza, salverà il mondo dalla catastrofe!
La saluto maestro. Lei che la musica l’ascolta e la crea, rivoluzionandola, è già un uomo libero. Noi no!
La conversazione al mattino del 25 Aprile.
Io sono…. io. Luca è Luca Altomare, musicista, autore, spirito innovativo, terrone calabrese in quel di Jesi