Al Ministro degli Interni: “in grave pericolo il collaboratore di Giustizia Luigi Bonaventura”
Il caso del Collaboratore di giustizia crotonese, Luigi Bonaventura, che hafatto chiarezza su trent’anni e di vita delinquenziale nella città di Crotone e Provincia. Di recente ha reso dichiarazioni sui De Stefano e su presunti collegamenti tra la ‘ndrangheta ela Lega Nord. Ma ora vive senza alcuna tutela, riceve pesanti minacce e intimidazioni. A rischio anche la vita della moglie e dei figli. Da mesi invoca l’aiuto delle Istituzioni, ma nessuno gli risponde più”!
L’on Franco Laratta ha chiesto l’intervento urgente del Ministro degli Interni Cancellieri
Il testo dell’ Interrogazione urgente
Per sapere, premesso che
Il sig. Luigi Bonaventura è un collaboratore di giustizia (ammesso al programma di protezione definitivo) dall’anno 2007. Egli apparteneva alla famiglia ‘ndranghetistica più nota a Crotone, famiglia Bonaventura / Vrenna / Corigliano. Nipote e figlio di boss della ‘ndrangheta Crotonese, anch’egli è diventato boss. Si è accusato di diversi omicidi e di avere partecipato alla strage di Piazza Pitagora a Crotone.
Con la sua scelta di diventare collaboratore ha accettato tutti i rischi e tutti gli obblighi. Non si è mai sottratto a nessun impegno di quelli assunti con lo Stato. Integerrimo e rispettoso della magistratura e delle Istituzioni ha avvertito il vero senso del cambiamento per salvare la sua famiglia e per strappare i figli al destino della ‘ndrangheta calabrese. Grazie alla sua collaborazione è stata fatta chiarezza su trent’anni e più di vita delinquenziale nella città di Crotone e Provincia. Di recente ha reso dichiarazioni sui De Stefano e su presunti collegamenti tra la ‘ndrangheta ela Lega Nord.
Oggi vive fuori dalla Calabria, a Termoli, dove è stato trasferito appena decise di collaborare. Sorvolando su una serie di disservizi (se così possono essere definiti), proprio nella città dove ora vive è stato trovato e avvicinato da persone appartenenti alla famiglia De Stefano e non solo. Per puro caso e per la sua scaltrezza è salvo e non ha concluso il suo percorso collaborativo come è accaduto perla Garofaloe per tanti altri collaboratori che sono stati raggiunti e uccisi o si sono a loro volta suicidati.
La storia personale di questo collaboratore e della sua famiglia, ha coinvolto anche imass mediache hanno pubblicato non pochi articoli. Ha denunciato la presenza di talpe nel sistema di protezione e l’accondiscendenza di dipendenti del Commissariato della città di Termoli, dove è stato trasferito, con finti collaboratori.
Sin dal suo arrivo in quella città, è stato avvicinato da persone che si spacciavano per collaboratori ma che in realtà, con l’assenso dei NOP, continuavano a vivere con proventi dell’attività delinquenziale e con intenti criminali. Tutto ciò è stato denunciato e diverse DDA si sono interessate alle dichiarazioni rese dal sig. Bonaventura.
Sono state avanzate richieste, appelli ma nessuna risposta. Il Servizio Centrale ha offerto dei trasferimenti, che però non si sono rilevati sicuri. Non avrebbe senso trasferire il collaboratore e la sua famiglia in un’altra Regione d’Italia in cui si era certi della presenza di componenti della ‘ndrangheta essendo questa ormai ben radicata nelle città del Nord. Si è cercato di prospettare qualche altra soluzione ma niente di tutto quanto è stato avanzavano è stato preso in considerazione. Si era chiesto, quanto meno e in attesa di trovare una soluzione definitiva, di assegnare una scorta permanente al Bonaventura e alla sua famiglia (visto che è ormai a tutti nota la sua permanenza nella città dove è stato trasferito), ma non vi è stata nessuna risposta.
Il sig. Bonaventura ha rifiutato i trasferimenti in altre Regioni poiché le località indicate erano tutte località, nel bene o nel male, in cui vi sono soggetti appartenenti al famiglie ‘ndranghetistiche. È vero che non compete al collaboratore fare delle valutazioni, ma dopo quanto successo, è ovvio che il collaborante non si sente più sicuro.
Il caso del sig. Luigi Bonaventura è un caso singolare è molto particolare. Si trova in serio pericolo di vita, ecco la ragione dell’ansia di denunciarlo a voce alta e a livello Nazionale. Più che la sua vita, è quella dei suoi figli ad esserein grave pericolo – e non vorremmo sentire mai più parlare di altri bambini sciolti nell’acido- .
TUTTO CIO’ PREMESSO
SI INTENDE SAPERE
-Se il governo sia a conoscenza di quanto su esposto;
-Che cosa intenda fareper garantire sicurezza e protezione al collaboratore di giustizia e alla sua famiglia;
– se è a conoscenza che il sig. Luigi Bonaventura aveva chiesto più volte un servizio di scorta, ma al momento non gli è mai stato accordato;
– se non ritenga assolutamente necessario e urgente trovare una diversa soluzione , rispetto a quella attuale,al fine di garantire alsuddetto collaboratore di giustizia , e in modo particolare alla sua famiglia, tranquillità e sicurezza, tenendo conto che attualmente lo stesso riceve pericolosi segnali di avvertimento e intimidazione