AAA.: boschi vendisi al migliore offerente!
Il caso del possibile taglio dei monumentali abeti bianchi di Serra San Bruno, potrebbe essere solo la punta di un iceberg!
Tanti Comuni, stretti dalla morsa dei debiti, colpiti dal crollo dei trasferimenti statali, mettono mani alle proprietà e autorizzano vendite del patrimonio boschivo, a dir poco ingiustificate dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.
Il fatto che il Corpo Forestale dello Stato in Calabria sia stato drasticamente ridemensionato, impedisce un regolare controllo del patrimonio boschivo, ormai alla merce di persone senza scrupolo che fanno scempio di tutto. Con interessi anche da parte della malavita e dalla ‘mafia dei boschi’!
La grande condizione finanziaria dei comuni fa accadere vicende come quella di Serra San Bruno, dove potrebbero essere tagliate e vendute oltre 1000 piante preziosissime, un vero e proprio patrimonio di biodiversità.
La Regione e il Ministero dell’ Ambiente sono chiamati a tutelare e difendere il grande patrimonio boschivo calabrese, che negli ultimi 10-15 anni risulta essere sempre più abbandonato al proprio destino. E’ necessario dare risorse ai Parchi Nazionali calabresi, che sono in grado di avviare progetti di tutela del patrimonio naturale. Ma va soprattutto messo in condizione di agire il Corpo Forestale dello Stato, il solo che può difendere i boschi calabresi dall’assalto e dall’aggressione a fini speculativi.
Tanti Comuni, stretti dalla morsa dei debiti, colpiti dal crollo dei trasferimenti statali, mettono mani alle proprietà e autorizzano vendite del patrimonio boschivo, a dir poco ingiustificate dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.
Il fatto che il Corpo Forestale dello Stato in Calabria sia stato drasticamente ridemensionato, impedisce un regolare controllo del patrimonio boschivo, ormai alla merce di persone senza scrupolo che fanno scempio di tutto. Con interessi anche da parte della malavita e dalla ‘mafia dei boschi’!
La grande condizione finanziaria dei comuni fa accadere vicende come quella di Serra San Bruno, dove potrebbero essere tagliate e vendute oltre 1000 piante preziosissime, un vero e proprio patrimonio di biodiversità.
La Regione e il Ministero dell’ Ambiente sono chiamati a tutelare e difendere il grande patrimonio boschivo calabrese, che negli ultimi 10-15 anni risulta essere sempre più abbandonato al proprio destino. E’ necessario dare risorse ai Parchi Nazionali calabresi, che sono in grado di avviare progetti di tutela del patrimonio naturale. Ma va soprattutto messo in condizione di agire il Corpo Forestale dello Stato, il solo che può difendere i boschi calabresi dall’assalto e dall’aggressione a fini speculativi.