W lItalia! La Calabria un po meno
pubblicato su il quotidiano di lunerì 12 marzo 2006
Unaltra foto, la seconda in pochi giorni, è stata scattata alla nostra Calabria. A puntare lobiettivo, anche stavolta, la troupe di raitre che, guidata da un pungente e fintamente incredulo giornalista, ci ha restituito, in due puntate, limmagine di una regione molto brutta, arretrata, furba e fiera di esserlo!
Inutile aggrapparsi alla convinzione, per altro fondata ma poco incoraggiante, che sullo sfondo abitano da queste parti anche personalità di elevato spessore. La macchina fa solo primi piani. E la ripresa è stata desolante.
Provo ad immaginare le reazioni dei calabresi di fronte a quelle immagini. Qualcuno avrà scosso la testa con amarezza. Qualcun altro avrà approvato le posizioni dei protagonisti. Molte, già dalle prime ore del lunedì, le telefonate e gli sms che abbiamo ricevuto, tutte inveivano contro la politica-politicante, così sporca che più sporca non si può!
Penso poi agli idealisti, a quelli che hanno deciso per amore di investire nella propria terra: avranno retto alla prova dello specchio senza leggere sul proprio volto lo stigma di coglione?
E quanti cervelli e braccia avranno maturato definitivamente il proposito della fuga come mossa ineluttabile? A rimandare la partenza, la sfortuna che non passano treni dopo una certa ora.
Ma la categoria che avrà vissuto più di tutte limbarazzo dellinchiesta, e pagherà socialmente le conseguenze dello sputtanamento in prima serata, è quella dei calabresi trapiantati al centro-nord: quelli che contano e che hanno successo, ma anche la gente comune, i lavoratori emigrati alcuni decenni fa, i giovani da poco partiti in cerca di fortuna; e noi parlamentari ormai costretti a non farci più vedere in Transatlantico.
La crisi dei partiti tradizionali è un dato evidente. Altrettanto, lemergere dei partiti-persona, che coi loro pacchetti di voti si cimentano in faticose traversate coast to coast da una coalizione allaltra pur di strappare laccordo più vantaggioso. Laffollamento del Centro, per risparmiare sugli spostamenti, un fenomeno in crescita. La creazione di partitini ad personam, per avere più peso contrattuale e mettersi nella condizione di aspirare alla famosa pari dignità, da cui discendono incarichi di governo e sottogoverno per sé e i propri compari, la degenerazione della politica.
E questo non avviene solo in Calabria. Da noi fa solo più rumore perché il terreno è fertile e il cliché che vantiamo ci predispone ad essere raccontati così. Ogni luogo comune, però, nasconde una parte di verità e il tratto caricaturale di molti interventi, ieri l ha irrobustita.
Slanci di ospitalità inopportuni, ammiccamenti, pettegolezzi, compiacimento e limmancabile spirito di rassegnazione prodotto da un sistema del quale loro sono ovviamente vittime.
Così i colleghi hanno risposto alle graffianti perplessità dellintervistatore.
Neppure lapologia della fila (da manuale, nella dotta esposizione del sindaco Scopelliti) come momento di aggregazione e solidarietà, evoluzione ottimistica della folla irrazionale manzoniana, ha risollevato il tono del dibattito. Ancor meno convincenti i Ponzio Pilato, fieri a preservare la propria verginità sul piano formale, più disinibiti a godere dei benefici purché le trasgressioni abbiano una paternità certa. Si è poi arresa definitivamente alla gravità, la presunta ingenuità dichiarata da chi aveva scelto un assessore inadatto.
E la caduta è stata rovinosa quando il presidente Loiero ha ammesso di aver rinunciato a scegliere il candidato migliore per un incarico importante, per non sancire la propria personale sconfitta!
Insoddisfatto di un contraddittorio blando in cui linterlocutore non ha né nascosto il malcostume né regalato propositi per superarlo, tanto meno elaborato il pudore, sostituendolo con uno scatto dorgoglio, lintervistatore ha spento microfoni e telecamere.
Da domani occhio ai graffiti che sporcheranno i cartelloni della campagna pubblicitaria ideata da Toscani. Qualcuno potrebbe rispondere per le rime.