Tangenti e mazzette: il marcio italiano!
60 miliardi di euro l’anno: è questo il costo della corruzione in Italia.
Il sistema delle mazzette-vitalizio di Venezia coinvolge tutti, non lasciando fuori nessuno! Il nostro Paese è corrotto-dentro: questo è un dato. Ma il marcio è figlio dell’illegalità diffusa, garantito e promosso con piacere da un’intera classe politica nazionale!
La legge è sempre stata vista con fastidio, come le verifiche e i controlli! Il sistema Italia dagli anni ’90 in poi è stato questo.
Tutto va preceduto da un ‘sembrerebbe che’, ma il quadro che esce fuori dall’inchiesta del Mose, è senza dubbio devastante.
Le accuse della procura:
- Giancarlo Galan, parlamentare, già presidente regione Veneto, 1milione annui dal 2005 al 2011; 1,8 milioni in più per rilascio pareri.
- Emilio Spaziante, generale Guardia di Finanza, 2,5 milioni di euro promessi per evitare le verifiche.
- Patrizio Cuccioletta, magistrato alle acque, 400 mila euro all’anno.
- Maria Giovanna Piva, magistrato alle acque, 400 mila euro l’anno.
- Marco Milanese, parlamentare e consigliere dell’ex ministro Tremonti,
500 mila euro. - Renato Chisso, assessore regione Veneto, 250 mila euro all’anno.
- Vittorio Giuseppone, magistrato corte dei conti, 600 mila euro anno.
- Giorgio Orsoni, sindaco Venezia, 600 mila euro di finanziamenti.
Finora il Mose, la barriera che dovrebbe salvare Venezia, è costato 5 miliardi di euro! Quanto in tangenti?
Uno scandalo con 35 arrestati e 100 indagati, da destra a sinistra, passando da militari, magistrati, dirigenti, funzionari! Una vergogna nazionale. Tutto da provare, sicuro. Ma il fango si vede da lontano. Ed è un fango schifoso, che ci fa vergognare tutti.
Occorre subito un decreto legge per colpire duramente corrotti o corruttori, che dovranno finire in carcere e restituire tutto il maltolto, anche i loro patrimoni vanno sequestrati. Le pene dovranno essere esemplari, i processi rapidi, le pene certe.
Negli ultimi anni abbiamo tentato più volte in parlamento di inasprire le pene per questi reati, con il ripristino del reato di falso in bilancio, imponendo rigidi controlli negli appalti.
Ma per 20 anni il clima politico nazionale è stato di fastidio verso ogni forma di legalità e di rispetto delle norme.
Ora c’è chi scopre la devastante corruzione che ha colpito il Paese in tutte le sue componenti! Troppo tardi. Chi ha gridato per anni che “il Paese è seduto su una montagna di corruzione”, è stato visto come il solito rompiballe, come quello che non voleva il progresso del Paese. Una voce fuori dal coro.
Troppi soldi senza controllo, troppa corruzione da nord a sud senza limiti, assoluta mancanza di rispetto della legalità.
Ora occorre una svolta vera e coraggiosa. E questo governo può e deve farla subito.