Non basta il taglio delle indennità
Il problema sono le spese inutili, costi eccessivi per mantenere impianti pseudo-istituzionali o amministrativi, gli apparati che ruotano attorno a figure politiche o di gestione, enti ormai superati e inefficienti.
Il parlamento, ora anche i consigli regionali, forse quelli provinciali e comunali, fanno a gara per tagliare gli stipendi degli eletti e quelli degli amministratori. Giusto per compiere un bel gesto simbolico, in linea con la stagione di austerità (o meglio di profonda depressione) in cui si trova il nostro Paese. Bel gesto, ma non basta. Anzi il rischio è proprio quello che tagliare lo stipendio, o lindennità, del parlamentare o del consigliere regionale, rischia di rimanere un puro gesto simbolico. Il problema, ritengo, non sia affatto questo. Per lo meno non basta. Anzi rischia di iniziare e finire così, con un piccolo taglio.
Il problema sono le spese inutili, i costi eccessivi per mantenere impianti pseudo-istituzionali o amministrativi, gli apparati che ruotano attorno a figure politiche o di gestione, enti ormai superati e inefficienti, strutture sparse sul territorio delle quali nessuno ormai più risponde.
Il problema è, ad esempio, lalto numero dei consiglieri regionali (credo che in effetti 50 consiglieri regionali in Calabria siano davvero troppi!), i tanti consiglieri provinciali e comunali (una città di media grandezza va dai 30 ai 40 consiglieri: servono davvero a far funzionare meglio un comune?), il costo della rappresentanza politico-istituzionale (servono davvero i continui viaggi in Italia e perfino allestero?), alcuni eccessi negli stipendi dei dirigenti e dei funzionari, le tante commissioni, i troppi dipendenti, che sono a carico in alcuni enti. Non basta, quindi, tagliare una percentuale dellindennità, bisogna andare ben oltre, scavare fino in fondo nei bilanci, nelle strutture, negli enti: ne verrà fuori una situazione che in 10 anni in Calabria ha toccato punte altissime, facendo pagare alla collettività il costo di mille clientele e di spese che rasentano la corruzione.
Una nuova stagione di austerità può aiutare la politica ad avvicinarsi ai cittadini. In un momento in cui il Paese soffre e la Calabria si trova in una situazione di impoverimento di massa, è utile, molto utile, cominciare a fare sul serio, ad eliminare tutto il superfluo.
Cominciando giusto per dire le cose più ovvie e forse banali col far rimanere in garage le auto blu che creano fastidio nei cittadini, ad eliminare cene e buffet sparsi dopo ogni manifestazione pubblica, a tagliare sui contributi a pioggia dati a gruppi e associazioni di amici.
È questo il momento migliore, per la classe politica, di scendere in mezzo alla gente, con disponibilità allascolto e al confronto, per tornare ad essere popolo nel popolo, cittadini fra i cittadini, abbattendo steccati e muri posti tra gli elettori e i propri rappresentanti a tutti i livelli. È il momento dei sacrifici per tutti, per la Sanità, per i settori improduttivi, per le categorie ormai marginali nella economia che cambia. Tagliare i rami secchi per investire in modernizzazione e innovazione in tutti campi. Ma prima di procedere a tagli dolorosi per i cittadini, è il caso, anzi è necessario cominciare a tagliare i costi veri della politica, le sacche di inutili che si annidano allinterno delle istituzioni, cancellando i troppi privilegi, i favoritismi e gli sprechi di cui è piena la burocrazia.
Solo dopo aver fatto questo, si può cominciare con il rigore che dopo 10 anni di sperperi ed eccessi anche in Calabria sarà dolorosamente necessario attuare. Ma il rigore è valido ed efficace se saranno salvaguardate le fasce deboli, le famiglie monoreddito, le persone sole e senza alcun reddito. Torni a pagare chi può. Si torni a decidere tenendo conto del reddito di ogni famiglia. Il centro sinistra calabrese deve trovare il coraggio di avviare una politica di tagli e austerità che sia prima di tutto giusta!
Franco Laratta
Vicesegretario regionale vicario
Dipartimento Mezzogiorno La Margherita