Zar, despoti e bulli al governo del mondo!
Quando mentre sei in viaggio scoppia una bufera, chi guida la macchina ha grandi responsabilità. Se sbaglia una reazione e se non sa prevedere i rischi, può finire molto male. Esempio calzante in questi tempi drammatici.
Chi governa la Cina ha nascosto per almeno due mesi la scoperta del primo focolaio di coronavirus ed è finita in una pandemia.
Il tragicomico presidente americano, Trump, ha definito la notizia della diffusione del coronavirus “una fake news”. Oggi 50 Stati americani sono stati infettati. Finirà malissimo. Quel buffo premier inglese che si chiama Johnson, voleva lasciar correre liberamente il virus in lungo e largo per il Regno, così scattava “ l’immunità di gregge”. Ne sarebbero morti a decine e decine di migliaia, ma il premier ha così tranquillizzato i sudditi di Sua Maestà: “abituatevi alla perdita dei vostri cari”.
Mentre in Italia, presa a modello da tedeschi, francesi e spagnoli (tutti in grande ritardo), le opposizioni le sparano grosse e si dimostrano attori protagonisti nello squallore della politica nazionale. Che senso ha bloccare la rapida approvazione dei decreti legge del governo? In altre epoche, DC e PCI diedero vita a governi di unità nazionale per salvare l’Italia: nel dopoguerra con De Gasperi, poi durante il terribile assalto delle Brigate Rosse (anni ‘70), grazie alla regia di Moro (poi rapito e ucciso dai terroristi) e di Berlinguer.
E mentre Putin, zar per l’eternità, ha trasformato la Russia in un paradiso terrestre dove il coronavirus non attecchisce, niente, non attecchisce, c’è un altro personaggio da tragica operetta. Anzi un bullo. Del resto, questo è un mondo governato da bulli.
Così il presidente del Brasile, Bolsonaro, che tranquillizza i brasiliani comunicando loro che da noi si muore di coronavirus perché: “L’Italia è un Paese pieno di vecchietti, in ogni palazzo c’è almeno una coppia, come a Copacabana e per questo motivo ci sono tanti morti”.
Che Dio lo abbia in gloria.