Uno Sciopero più che legittimo
Non posso non condividere e fare mie le ragioni della giornata di mobilitazione indetta da CGIL-CISL-UIL per martedì 2 marzo, con lobiettivo di sensibilizzare il Governo regionale e nazionale sulle gravi emergenze della Provincia di Cosenza, che sono poi le emergenze dellintera Regione che attraversa una delle stagioni più difficili della sua storia: smantellamento del tessuto economico-produttivo, con perdita di migliaia di posti di lavoro, mancanza di una seria politica di rilancio industriale, crescita del precariato, aumento delle situazioni di disagio, economia regionale in recessione.
A conferma della legittimità dello Sciopero basta osservare gli impegni presi e non mantenuti di questo Governo, che ha deciso di abbandonare completamente il meridione. Non cè traccia in nessuno dei documenti del Governo, lultimo dei quali la manovra Finanziaria per il 2004, di alcuna misura di intervento per il Sud, nonostante i proclami e il populismo della destra.
Sul fronte a noi più vicino, non ci resta che segnalare, qualora cè ne fosse bisogno, lirrisolutezza di questo Governo regionale, ormai incapace di utilizzare i fondi europei di Agenda 2000, privo di un serio piano per il lavoro, per lo sviluppo e loccupazione, con una gestione della sanità che accumula ritardi ed inefficienze spaventose, per finire, ma non per ultimo, alla più alta pressione fiscale tra le regioni italiane (ticket sanitari, bollo auto, addizionali Irpef) senza che i calabresi, in tutto questo, ricevano in cambio servizi adeguati.
Dobbiamo prendere atto che, dopo 34 anni di meridionalismo, questa classe di Governo ha fatto toccare alla Calabria il punto più basso del suo processo di crescita economica, civile e morale. Una regione, ormai in ritardo su tutti i fronti, dallarretramento della qualità della vita alla perdita di competitività economica, alla riduzione del prodotto interno lordo, dellexport, alla diffusa criminalità e illegalità, alla drammatica situazione occupazionale con la dismissione del settore tessile, di quello informatico, la Legnochimica, il calzaturiero, etc., per arrivare ai processi di assegnazione delle deleghe alle province e ai comuni, con il decentramento delle funzioni da tutti invocato.
Come si può osservare un vero e proprio bollettino di guerra, che fa regredire notevolmente la Calabria, contraendo diritti e creando stridenti situazioni di disagio sociale a livelli che nessuno pensava più si ripresentassero, se si pensa allimpoverimento complessivo delle classi e allaumento del tasso di povertà in regione che ha superato ormai il 30 % della popolazione, con il grave rischio di una ripresa della conflittualità sociale e di una nuova stagione di lotte.
Queste motivazioni stanno alla base della legittima proclamazione dello Sciopero da parte delle Organizzazioni sindacali, al quale tutti noi diamo una adesione più che convinta per non assistere impassibili allo smantellamento del nostro tessuto economico-produttivo (come purtroppo sta avvenendo) e/o al ridimensionamento, per logiche economiciste e di bilancio, di tante realtà che finiscono con laggredire tanto i diritti della persona quanto il mortificare la dignità di ognuno. Oggi, chiediamo anche noi, forze di opposizione in questa Regione, una mobilitazione forte di tutte le coscienze sensibili perché sono in discussione i diritti di molti lavoratori calabresi, senza mai dimenticare i disoccupati, ed un generale peggioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini.
La Calabria, ha necessità urgente di nuovi posti di lavoro e non della soppressione di quelli esistenti, di una classe politica che programmi interventi concreti sul territorio secondo le sue vocazioni, che rilanci la concertazione, che porti a regime i livelli di spesa delle risorse comunitarie.
Io condivido con il sindacato che, soltanto attraverso una rinnovata stagione di mobilitazione ed impegno, si possono in Calabria e nel Paese contrastare le scelte inique dei governi di centro destra, di attacco ai diritti, al sindacato, alla concertazione per ristabilire, in un clima di dialogo e di nuova operosità, la crescita e il profondo rispetto della dignità di ognuno.
Franco Laratta
Assessore Provinciale al Lavoro