Un’assemblea costituente per la grande riforma delle Istituzioni!
Matteo Renzi ha capito che le istituzioni italiane, così come sono, non funzionano più. E che vanno radicalmente cambiate se vuole governare veramente il Paese. E lo sa così bene che immagina una riforma al mese, anche se sa benissimo che questo difficilmente potrà realizzarsi.
Prima di tutto perchè il parlamento italiano non legifera ormai da anni. Lo fa il governo! Poi perchè il parlamento non può contemporaneamente discutere e approvare i decreti leggi in scadenza, e a tempo perso cambiare la Costituzione.
Occorre quindi una scelta forte, coraggiosa e definitiva. Che oggi Renzi può proporre e realizzare. L’Italia ha bisogno di un’Assemblea costituente che adegui la Carta Costituzionale nella sua seconda parte. Le cose da fare sono tante, se ne discute da oltre 30 anni, e per lo più quasi tutti condividono le soluzioni. Una sola Camera; consistente snellimento dell’ apparato statale e regionale; governo più forte con il presidente del Consiglio che diventa ‘premier’; più chiari e forti i poteri di garanzia per il Quirinale. Già nel 2008, con trenta colleghi deputati lanciammo la proposta di eleggere un’Assemblea costituente che in un anno avrebbe dovuto rivedere la nostra Carta costituzionale per adattarla alle mutate esigenze politiche del Paese. La proposta cadde nel vuoto!
Di riforme costituzionali si parla da oltre trentanni in Italia. Il primo a parlare di Grande Riforme fu Bettino Craxi. Ma non ci sono mai state le condizioni politiche per realizzarle. Credo che ancora oggi la via d’uscita sia una sola: eleggere una nuova Assemblea costituente. Cento padri neo-costituenti, eletti a suffragio universale, che in meno di un anno diano al Paese più forti e moderne istituzioni.
Un paio di esempi: il Parlamento così comè non funziona più: troppo lento, enorme, costosissimo. Dunque: una sola Camera, 400 deputati, nuovi regolamenti. Indennità parlamentare nella media europea, eliminate tutte le forme di privilegi. Rafforzare il potere del presidente del Consiglio, rivedere le funzioni di equilibrio e garanzia del presidente della Repubblica. Rivedere i compiti e le funzioni delle Regioni ( e poi 20 sono davvero troppe!), dare maggiori poteri ai comuni; abolire gli enti doppioni e quelli ormai inutili. Affrontare e risolvere la delicata questione del gestione della Giustizia e dell’ eccessiva durata dei processi.
I partiti. Occorre regolare il funzionamento della vita dei partiti, tutelando le minoranze interne, disciplinando laccesso alle candidature.
La politica ha perso troppi anni in lunghi e sterili dibattiti sulle riforme, passando da bicamerali perfettamente inutili. Lelezione di unAssemblea costituente per varare una grande riforma dello Stato e delle sue Istituzioni rimane l’unica via d’uscita. Tutto il resto verrà da sè.
Ma occorre fare presto. Il Paese affonda sotto il peso di istituzioni ormai vecchie, di una politica inconsistente, di una situazione economica e sociale gravissima, di una burocrazia soffocante.
Fa bene Renzi a correre ed accelerare, nella speranza di dare al Paese una nuova legge elettorale, di varare un efficace piano per il lavoro e di dare vita ad una serie di riforme.
Ma con un parlamento in queste condizioni, non si farà facilmente e in breve tempo, alcuna riforma costituzionale.
Se c’è la volontà politica, a primavera si possono eleggere i 100 membri della nuova Assemblea costituente. E in meno di un anno si può dare al Paese una grande riforma delle sue istituzioni.