Una vacanza a misura di “Casali”
Cresce il turismo di qualità e la Calabria ha bisogno di valorizzare le sue risorse naturali
Da Il Crotonese di venerdì 8 settembre 2006
Unestate difficile quelle che si avvia alla conclusione. Fredda, breve, banale. Nessuna cosa che meriti di essere ricordata. Molte, invece, da dimenticare: il cattivo tempo, larresto di Pacenza, la cabina di regia di Loiero, il mare ancora sporco, il calo delle presenze turistiche, il Bur Calabria.
Al culmine di un estate così brutta, mi viene in mente di cercare un angolo riservato e piacevole per poter trascorrere qualche giorno di riposto. Si, ma .che non sia troppo lontano, che sia al mare ma anche fresco, che non sia molto affollato, che mantenga il rapporto diretto con la natura ma nel contempo sia ben tenuto, elegante e discreto. Quante pretese, quante richieste. Poi, un flash: mi viene in mente che un posto così, un agriturismo vicino al mare, lho incontrato durante le feste di fine anno del 2003. Eravamo in pieno inverno, è vero, tutto era così diverso, dalla stagione estiva, ma quel posto era così piacevole, così accogliente, elegante ed immerso nella natura da non farsi dimenticare facilmente.
La zona di Isola Capo Rizzuto è tra le più belle e selvagge della Calabria. Mare spettacolare e natura incontaminata sono le due caratteristiche principali di questa zona. I villaggi turistici sono moderni e ben fatti, alcuni di livello europeo, altri più modesti ma comunque accettabili. Quello che però colpisce di negativo è tutto il resto. I centri abitati, il deserto circostante, certe sgradevoli abitudini della gente del posto: tutto da dimenticare immediatamente. Detto questo, rimane comunque una zona turistica di eccellenza. Allinterno della quale cè qualcosa che supera leccellente: il mare prima di tutto. E proprio sul mare di Isola, circondato da aree immense e visibilmente degradate, ritrovo il mio rifugio invernale di qualche anno fa. Lestate lo rende straordinariamente irriconoscibile. IL verde che lo circonda è dolce e mai invadente, gli uliveti hanno uneleganza solenne ed austera, il bosco adiacente è piccolo ma piuttosto fresco, la macchia mediterranea lo accompagna dolcemente fin sul spiaggia privata. I casali che formano lagriturismo in questione ti raccontano la storia che hanno vissuto: sono tre residenze grandi, eleganti ed accoglienti; la più bella, la quarta, si affaccia sul mare, nel cuore della macchia mediterranea, e molto probabilmente deve averla notata dal suo yackt qualche principe di passaggio, e per averla ha offerto cifre sbalorditive. Ma, per fortuna, la casa più bella dello Jonio, è ancora lì, piccola, superba e incantevole a guardare quel mare di fronte che pare la voglia di continuamente accarezzare.
Poche persone possono gustare tanta bellezza, tanto silenzio, tanto piacere. E un contesto così semplice, ma anche così naturale, che sembra di vivere in una fiaba. Quasi quasi ti aspetti che spunti Cappuccetto rosso ( ma senza lupo cattivo), o Biancaneve ( un po più furba del solito) ad allietare il tranquillo soggiorno dei pochi ospiti: una decina di giovani coppie con figli piccoli, piccolissimi, qualche coppie un poco più adulta, i proprietari sempre attenti e gentili, il personale straniero così disponibile. E nessuno più, per fortuna!
Il tempo qui, ai Casali di Cavallaro, scorre lento: cè poco da fare, ma quel poco è così prezioso che sembra inventato: i tavolini per il pranzo nel cuore degli uliveti, le passeggiate nel verde circostante, le amache nel boschetto laterale, la spiaggia piccola e accogliente che sembra appena disegnata, il mare pulitissimo e i tanti scogli che lo impreziosiscono come pietre preziose. Grazie a Dio, ai Casali non ci sono televisori, nemmeno nelle camere. E, cosa ancora più miracolosa, i miei giovani figli non notano nemmeno lingombrante assenza del più diffuso e invadente degli elettrodomestici.
A fianco dei Casali cè un grande e affollato complesso turistico; dallaltra parte si vede a poca distanza Isola Capo Rizzuto. Attorno tanta desolazione. Per cui è meglio, molto meglio, rimanere allinterno dei Casali, lasciandosi accarezzare dal vento leggero che non manca mai, dal fresco naturale sempre presente, dal verde che spunta da ogni angolo, dal mare azzurro e verde sempre pulito. Una vacanza così, sebbene di pochissimi giorni, ha dato ossigeno a questa estate da dimenticare.
Rientrando lungo la famigerata ss.106, mi convinco che
Ed per questo che mi viene in mente Leonida Repaci: Quando fu il giorno della Calabria, Dio si trovò in pugno 15 mila Kmq di argilla. Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese per due milioni di abitanti al massimo. Era teso in un vigore creativo, il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro. Si mise allopera, e
Quella Calabria, nonostante i calabresi, è tuttora un capolavoro. Passando dai Casali di Cavallaro, il Signore di Leonida Repaci, decise di riposare, consapevole di aver creato qualcosa di veramente bello.
Franco Laratta