Un demone in Calabria
quel demone descritto da Leonida Repaci in Quando fu il giorno della Calabria… è ritornato!
Utta a fa juornu ca notti è fatta. La lunga notte della Calabria sta per finire. Si vedono in lontananza le prime luci dell alba. Ancora un poco e il demone sarà definitivamente scacciato dalla nostra meravigliosa terra. Utta a fa juornu !
Ormai non ci sono più dubbi: quel demone descritto da Leonida Repaci in Quando fu il giorno della Calabria… è ritornato! Nella splendida opera dello scrittore di Palmi, aveva rovinato la terra che al Creatore era riuscita più bella della California e delle Hawaii: la Calabria. Un gioiello rovinato dalle calamità, dalla violenza, dallomertà, dalle alluvioni, dalla miseria che il demone aveva portato in questi luoghi baciati dalla bellezza mentre il Signore si era per un attimo assopito.
Quel demone oggi è in mezzo a noi. E non contento dei danni devastanti che aveva a suo tempo compiuto contro la creatura prediletta del Signore Iddio, ha ripreso la sua opera malefica. Da quando è tornato questa terra non ha più pace: abbiamo assistito all assassinio di un uomo politico onesto, Franco Fortugno; ad una alluvione devastante a Vibo Valentia; ad unondata di criminalità e morte senza precedenti ( una ventina di morti ammazzati nella sola locride).
Il demone si è dimostrato molto attivo nel corso dellultima settimana: una ragazza di 16anni, Federica, rimane vittima di un banale intervento chirurgico nell ospedale di Vibo, contemporaneamente una neonata muore improvvisamente dopo la nascita allospedale di Corigliano, in quegli stessi momenti alcuni lavoratori, eterni precari, finiscono sotto la carica della polizia nel corso di una clamorosa manifestazione a Catanzaro, un dirigente di una piccola squadra di calcio è finito pestato a morte nel campo neutro di Luzzi, due traghetti si sono rovinosamente scontrati sullo Stretto di Messina, un giovane macellaio viene trovato ucciso e il suo corpo bruciato nella tranquilla San Giovanni in Fiore e la madre , appresa la notizia, rimane fulminata dal dolore. Tutto questo in una settimana!!
Ma il demone della Calabria aveva già avvelenato il clima politico, rovinato il bel risultato elettorale per le regionali, devastato tutti i partiti politici e fatto a pezzi anche i sindacati. Ed era anche accaduto che un bravo sindacalista venisse ammazzato dal suo giovane amante a Catanzaro; un frate cappuccino fosse arrestato a Cosenza con laccusa di violenza carnale ad una suora e, ad altre donne; un megaospedale psichiatrico in quel di Serra di Aiello si scoprisse devastato da un mare di corruzione, malcostume e abbandono, e tra i responsabili venisse indicato un prete cosentino con la complicità di politici, burocrati e affaristi.
Tutto questo mentre buona parte dei consiglieri regionali, senza distinzione di colore, è risultata indagata ed una donna magistrato è finita in carcere per una lunga serie di reati commessi in un contesto di profonda e vasta corruzione.
E poi accaduto che il demone risvegliasse larroganza del racket in una città come Lamezia, mentre a Vibo è venuta fuori una pesante indagine su importanti enti locali e a Crotone il vicepresidente della commissione regionale antimafia è finito agli arresti nel quadro di una inchiesta che ha visto coinvolti diversi esponenti delle istituzioni; cosi come sono in corso importanti inchieste che vedono al centro rapporti tra politica-affari-criminalità.
Lo spirito del maligno soffia sulla Calabria. Penetra dappertutto, getta benzina sul fuoco, sparge sangue innocente, impedisce la crescita e lo sviluppo della nostra economia, mette in ginocchio lagricoltura, il turismo, limpresa, alimenta sacche di clientela allinterno della Regione, mantiene forti i contatti con la malavita, la ndrangheta e il malaffare che sembrano invadere tutti i settori .
Cosa sta succedendo a questa splendida terra? I giornali nazionali, da un paio danni la mettono ogni giorno alla gogna: proprio ieri laltro finiva sotto accusa sul magazine del più venduto quotidiano nazionale il commissario della Camera di Commercio di Cosenza; ma la più mostruosa gogna televisiva si era vista ad Anno Zero con al centro consiglieri regionali che si salutano come compare dei miei compari. Soltanto poco tempo prima le intercettazioni telefoniche apparse sulla stampa avevano rivelato una situazione a dir poco allucinante. E da allora uninfinità di pagine su pagine dedicate a questa Calabria in preda a corruzione, malaffare, nepotismo, malavita. Le più brutte pagine sono state quelle riservate al Presidente Loiero da La Stampa di Torino, ma poi anche i repotarge dell Espresso, le corrispondenze di Repubblica, del Corriere e a cascata dalle testate di destra che ogni giorno rivelano un pezzo inguardabile della Calabria.. E se il demone ha fatto dire al presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, che Loiero o si dimette o lammazzano, lo stesso essere malefico si accanisce sullo spaventato Agazio il quale ormai riceve una quantità industriale di minacce telefoniche, lettere minatorie, proiettili di tutti i calabri che farebbero impallidire anche Bin Laden. Ma lindomito presidente ha trovato il tempo, non appena varata la sua terza giunta (dopo il naufragio delle due precedenti !) di rilasciare una sconvolgente intervista allUnità con la quale inspiegabilmente attaccava i vertici dello Stato e del Governo . Giusto per richiamare lattenzione dei media sulla Calabria: ma se ne sentiva davvero il bisogno? E non meno esaltante è stata lassessore regionale alla Sanità che ha fatto appena in tempo a dichiarare che la Sanità calabrese è sana e forte che i Nas e Repubblica hanno assegnato alla nostra Regione la maglia nera per i peggiori ospedali. Doris mostra i muscoli e ne chiude uno: il giorno dopo ragiona e lo riapre. Un diavolo per capello.
E accaduto molto altro in questi mesi in Calabria. Il demone nero, peloso e assai brutto, ne ha combinato di tutti i colori. Qui però non possiamo continuare nellillustrare il libro nero delle nostre tragedie. Come ai tempi della creazione della Calabria descritta da Repaci, questi mali sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola. Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come Dio lha voluta. La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto.
Utta a fa juornu ca notti è fatta. La lunga notte della Calabria sta per finire. Si vedono in lontananza le prime luci dell alba. Ancora un poco e il demone sarà definitivamente scacciato dalla nostra meravigliosa terra. Utta a fa juornu ! Coraggio calabresi, ancora un poco : forse accadranno altre cose brutte, ma la parte migliore di questa nostra terra sta per emergere dal fango. Il nostro futuro non potrà che essere più bello di questo presente così maligno!
Franco Laratta