Telefonia, un pizzo lo scatto alla risposta
“Pagare lo scatto alla risposta equivale non a pagare una tassa, come è stato giustamente osservato, ma a pagare il pizzo, ancora di più dei costi fissi di ricarica”. E’ dura la presa di posizione del deputato della Margherita, Franco Laratta, che lamenta “forti pressioni per evitare che venga eliminato un altro ingiusto balzello a carico di milioni di italiani”. “Lo scatto alla risposta – spiega il deputato – non è un servizio, ma è un altro balzello che spesso si trasforma in disservizio dal momento che gli utenti a causa delle “cadute di linea” sono costretti a richiamare e ripagare più volte lo scatto alla risposta senza aver usufruito del servizio vero che è quello di conversare e per il quale ripagheranno. Nel costo fisso di ricarica, – osserva Laratta -sebbene fosse una tassa odiosa, un minimo di servizio c’era dato che vi erano coinvolti più soggetti di intermediazione: la card, la stampa, il pos, le banche, i commercianti ecc, ma sullo scatto alla risposta? Niente. Un lucro enorme e ingiustificabile, che non comporta, tra l’altro, nessuna spesa da parte dei gestori, nè in termini di personale, appunto perchè non è un servizio. Anzi appare l’applizazione legale del pizzo a danno di utenti inermi la cui sola scelta non è quella di non pagarlo ma di scegliere il pizzo più conveniente”.
“Bene ha fatto il presidente Calabrò a lanciare quella proposta che va sostenuta con forza perchè il coro di no all’abolizione viene dalle multinazionali di telefonia e non dai cittadini utenti”.