Su inchiesta Energopoli
Troppa fretta nel gettare al macero le persone indagate, troppa enfasi accusatoria che trasforma un semplice indagato in un colpevole a prescindere. Dobbiamo lasciare lavorare la magistratura e metterla in condizione di agire presto e bene.
La recentissima notizia dell’archiviazione delle accuse nei confronti dellon PINO GALATI, DELLEX PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA GIUSEPPE CHIARAVALLOTI, DELLEX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI CROTONE, SERGIO IRITALE e di altri indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Crotone, Energopoli , ripropone il tema mai risolto del clamore mediatico davanti alla notizia dellapertura di una indagine; della fuga di notizie che contribuiscono a creare un clima di accuse e di condanna preventiva nei confronti dei soggetti interessati.
Troppo spesso, soprattutto quando si tratta di personalità pubbliche, unavviso di garanzia diventa un atto di condanna, quasi una sentenza definitiva. E accaduto in questo caso, ma accade così per tutti gli altri casi. Ma quando le indagine si concludono e gli indagati vengono prosciolti (purtroppo a distanza di troppo tempo) quasi mai cè lo stesso interesse e la stessa evidenza.
Occorre abbassare i toni, dare tempo ai giudici, attendere almeno un rinvio a giudizio prima di arrivare a tanto clamore. Occorre altresì attendere un giudizio della magistratura competente prima di considerare colpevole un cittadino indagato. Tutto questo nel rispetto del lavoro dei giudici, i quali devono essere messi in condizione di celebrare processi brevi per tutti, non solo per qualche potente, ma prima di tutto processi giusti nei quali ognuno possa difendersi senza giungere in tribunale con già in tasca una condanna .a prescindere!