Sicurezza, lotta alla mafia e alla criminalità organizzata
Il perché lo chiediamo allon. Laratta membro dellAntimafia
R.: Con la fiducia ci hanno impedito di migliorare le norme antimafia contenute nella legge, che risultano incomplete nelle parti decisive, spesso lacunose e contraddittorie. Ora speriamo che la cosa non si ripeta al Senato, dove contiamo di poter migliorare la legge. Sfidiamo comunque la maggioranza a convergere con noi su alcuni ordini del giorno che contengono precisi indirizzi al Governo su punti qualificanti della lotta alla mafia e sui quali i loro stessi ministri si sono già detti d’accordo con noi nelle audizioni in Commissione Antimafia.
D. Facciamo qualche esempio concreto?
R.: Nel disegno di legge ci sono alcuni punti sul sequestro e la gestione dei beni. Ma non si è voluto tenere conto della relazione approvata all’unanimità in Commissione Antimafia nella scorsa legislatura. Le soluzioni allora previste ruotavano attorno alla realizzazione di una Agenzia Nazionale per i beni confiscati. Nel Decreto sicurezza, invece, sono stati presi solo dei pezzi e non si toccato il punto vero e dolente di tutto il sistema: l’agenzia del Demanio, che continuerà ad avere in gestione i beni, che dovrà avanzare le proposte di assegnazione (anche se il potere definitivo di assegnazione viene dato ai Prefetti), che continuerà ad essere pagata dallo Stato per ogni giorno in cui detiene i beni. Tutto questo manterrà aperti quasi tutti i problemi, ed il Commissario di Governo non può risolverli tutti perché ha solo poteri di coordinamento.
D. Bene, ma qual è la vostra proposta?
R.:Noi proponiamo di realizzare una struttura agile e veloce, che sostanzialmente accentri tutte le diverse competenze e soprattutto sia unico riferimento per la soluzione dei problemi: verificare la celerità delle assegnazioni, trattare con i creditori per liberare i beni immobili da ogni gravame ipotecario, assegnare i beni solo a destinatari affidabili . Il Ministro dell’interno Maroni, il 2 aprile u.s. in Commissione Antimafia, ha detto chiaramente di essere favorevole alla sua costituzione. Ora vorremmo sapere perché questa norma non è presente nel Decreto sicurezza al quale è posta la fiducia. Cosa è successo? Chi nel governo lha fatta saltare?
D.: Avete fatto molte polemiche sulle norme antiraket, annunciando anche emendamenti e correzioni al testo di legge.
R.: Infatti. E gravissimo che il Ministro della Giustizia abbia cercato di eliminare questa norma, perché è una norma che per prima ha applicato la Confindustria Sicilia al suo interno, e poi la Confindustria Nazionale.
Nei maxiemendamenti è stata ripristinata la norma che prevede che agli imprenditori che pagano il pizzo la revoca dellappalto. E’ una norma già importante ma che noi avremmo voluto, e potuto, rendere ancora più efficace. Ed io ero tra i proponenti di alcuni emendamenti in tale senso, poi saltati per il voto di fiducia.
Questa norma ha un unico fine: impedire che un solo euro di soldi pubblici possa essere passato alla mafia! E quello che è successo per anni, e succede anche oggi, in questo momento, negli appalti per la Salerno-Reggio Calabria, come nel più piccolo appalto per la asfaltare una strada in un comune. Ma occorre essere decisi e chiari nella legge. E non fare solo enunciazioni generiche.
D.: Ma voi in sostanza cosa proponevate?
R.: Come dicevo prima, avevamo presentato alcuni emendamenti che istituivano anche un sistema premiale per chi denuncia e fa arrestare i suoi estorsori. Un sistema molto semplice, che alcuni comuni amministrati dal centro sinistra già applicano (Lamezia, Gela, Niscemi ad esempio), che prevede l’esenzione da tasse e imposte. Saltati gli emendamenti, abbiamo predisposto un ordine del giorno, che non ha forza di legge, ma è comunque un forte segnale politico. Vedremo come si comporterà il Governo e la maggioranza.
D.: Il decreto sulla sicurezza interviene anche sui testimoni di giustizia. E evidente a tutti la necessità di un intervento, per rendere più efficace il ruolo dei testimoni di giustizia, per assicurare loro sicurezza e un vero reinserimento nella società.
R.: Esatto. In nessuno dei tanti provvedimenti sulla sicurezza il Governo ha ritenuto di dover inserire una sola norma che riguardasse il miglioramento della legge attuale sui testimoni, evidentemente ritiene che questa legge funzioni così. Ma non è vero e lo sanno tutti.
Noi eravamo pronti ad una serie di proposte di modifica tendenti a garantire un vero riconoscimento da parte dello Stato del grande contributo che i testimoni hanno dato e continuano a dare nella lotta alla criminalità organizzata. La debolezza dellattuale normativa, le sue incongruenze non fanno che aumentare la sfiducia nello Stato e nella lotta alle mafie. Su questi temi, la Commissione antimafia ha trovato la totale chiusura da parte del Governo e della maggioranza.
D. Lei, proprio dal Quotidiano, è stato il primo a denunciare come la mafia si sta arricchendo in questo periodo di grande recessioni. Entrando nelle società in crisi e acquistando ovunque le imprese in difficoltà.
R: Avrà notato che proprio tre giorni fa è intervenuto a dire queste cose il Capo dello Stato. Quando la recessione sarà finita, troveremo la criminalità organizzata più ricca e più forte. Padrona di imprese e aziende in tutta Italia. Di queste cose il governo non se ne vuole occupare. Del tutto distratto in altre faccende, pubbliche e private, e in campagna elettorale.
R.: Con la fiducia ci hanno impedito di migliorare le norme antimafia contenute nella legge, che risultano incomplete nelle parti decisive, spesso lacunose e contraddittorie. Ora speriamo che la cosa non si ripeta al Senato, dove contiamo di poter migliorare la legge. Sfidiamo comunque la maggioranza a convergere con noi su alcuni ordini del giorno che contengono precisi indirizzi al Governo su punti qualificanti della lotta alla mafia e sui quali i loro stessi ministri si sono già detti d’accordo con noi nelle audizioni in Commissione Antimafia.
D. Facciamo qualche esempio concreto?
R.: Nel disegno di legge ci sono alcuni punti sul sequestro e la gestione dei beni. Ma non si è voluto tenere conto della relazione approvata all’unanimità in Commissione Antimafia nella scorsa legislatura. Le soluzioni allora previste ruotavano attorno alla realizzazione di una Agenzia Nazionale per i beni confiscati. Nel Decreto sicurezza, invece, sono stati presi solo dei pezzi e non si toccato il punto vero e dolente di tutto il sistema: l’agenzia del Demanio, che continuerà ad avere in gestione i beni, che dovrà avanzare le proposte di assegnazione (anche se il potere definitivo di assegnazione viene dato ai Prefetti), che continuerà ad essere pagata dallo Stato per ogni giorno in cui detiene i beni. Tutto questo manterrà aperti quasi tutti i problemi, ed il Commissario di Governo non può risolverli tutti perché ha solo poteri di coordinamento.
D. Bene, ma qual è la vostra proposta?
R.:Noi proponiamo di realizzare una struttura agile e veloce, che sostanzialmente accentri tutte le diverse competenze e soprattutto sia unico riferimento per la soluzione dei problemi: verificare la celerità delle assegnazioni, trattare con i creditori per liberare i beni immobili da ogni gravame ipotecario, assegnare i beni solo a destinatari affidabili . Il Ministro dell’interno Maroni, il 2 aprile u.s. in Commissione Antimafia, ha detto chiaramente di essere favorevole alla sua costituzione. Ora vorremmo sapere perché questa norma non è presente nel Decreto sicurezza al quale è posta la fiducia. Cosa è successo? Chi nel governo lha fatta saltare?
D.: Avete fatto molte polemiche sulle norme antiraket, annunciando anche emendamenti e correzioni al testo di legge.
R.: Infatti. E gravissimo che il Ministro della Giustizia abbia cercato di eliminare questa norma, perché è una norma che per prima ha applicato la Confindustria Sicilia al suo interno, e poi la Confindustria Nazionale.
Nei maxiemendamenti è stata ripristinata la norma che prevede che agli imprenditori che pagano il pizzo la revoca dellappalto. E’ una norma già importante ma che noi avremmo voluto, e potuto, rendere ancora più efficace. Ed io ero tra i proponenti di alcuni emendamenti in tale senso, poi saltati per il voto di fiducia.
Questa norma ha un unico fine: impedire che un solo euro di soldi pubblici possa essere passato alla mafia! E quello che è successo per anni, e succede anche oggi, in questo momento, negli appalti per la Salerno-Reggio Calabria, come nel più piccolo appalto per la asfaltare una strada in un comune. Ma occorre essere decisi e chiari nella legge. E non fare solo enunciazioni generiche.
D.: Ma voi in sostanza cosa proponevate?
R.: Come dicevo prima, avevamo presentato alcuni emendamenti che istituivano anche un sistema premiale per chi denuncia e fa arrestare i suoi estorsori. Un sistema molto semplice, che alcuni comuni amministrati dal centro sinistra già applicano (Lamezia, Gela, Niscemi ad esempio), che prevede l’esenzione da tasse e imposte. Saltati gli emendamenti, abbiamo predisposto un ordine del giorno, che non ha forza di legge, ma è comunque un forte segnale politico. Vedremo come si comporterà il Governo e la maggioranza.
D.: Il decreto sulla sicurezza interviene anche sui testimoni di giustizia. E evidente a tutti la necessità di un intervento, per rendere più efficace il ruolo dei testimoni di giustizia, per assicurare loro sicurezza e un vero reinserimento nella società.
R.: Esatto. In nessuno dei tanti provvedimenti sulla sicurezza il Governo ha ritenuto di dover inserire una sola norma che riguardasse il miglioramento della legge attuale sui testimoni, evidentemente ritiene che questa legge funzioni così. Ma non è vero e lo sanno tutti.
Noi eravamo pronti ad una serie di proposte di modifica tendenti a garantire un vero riconoscimento da parte dello Stato del grande contributo che i testimoni hanno dato e continuano a dare nella lotta alla criminalità organizzata. La debolezza dellattuale normativa, le sue incongruenze non fanno che aumentare la sfiducia nello Stato e nella lotta alle mafie. Su questi temi, la Commissione antimafia ha trovato la totale chiusura da parte del Governo e della maggioranza.
D. Lei, proprio dal Quotidiano, è stato il primo a denunciare come la mafia si sta arricchendo in questo periodo di grande recessioni. Entrando nelle società in crisi e acquistando ovunque le imprese in difficoltà.
R: Avrà notato che proprio tre giorni fa è intervenuto a dire queste cose il Capo dello Stato. Quando la recessione sarà finita, troveremo la criminalità organizzata più ricca e più forte. Padrona di imprese e aziende in tutta Italia. Di queste cose il governo non se ne vuole occupare. Del tutto distratto in altre faccende, pubbliche e private, e in campagna elettorale.