Se la ripresa corre nei campi
Da “Avvenire” del 6 Agosto 2015
É cresciuta in controtendenza in anni della crisi e ora si candida a guidare la ripresa. L, agricoltura come architrave del brand Italia, sinergia fra cultura, turismo, ambiente e sviluppo sostenibile viene raccontata nel libro Il cuore e la terra (Rubbettino), una sorta di diario di viaggio scritto da Nicodemo Oliverio, capogruppo del Pd in commissione Agricoltura alla Camera, in collaborazione con Franco Laratta, giornalista e consigliere d’amministrazione di Ismea, ente economico che si occupa di progetti di sviluppo di aziende agroalimentari.
Nel 2013 il valore aggiunto dell’agricoltura italiana è cresciuto del 4,7%, mentre il Pil diminuiva di quasi due punti, l’export agricolo è cresciuto del 5%. Nel secondo trimestre 2014 l’occupazione nel settore è cresciuta del 5,8. «L, agricoltura è una delle poche vere eccellenze italiane», spiega Oliverio, calabrese come l’editore del volume. Una risorsa che può contribuire a superare un altro gap del nostro Mezzogiorno: «Solo il 15% delle presenze turistiche straniere si sposta sotto Roma», ha ricordato il ministro della Cultura Dario Franceschini intervenuto alla presentazione presso la sala stampa della Camera «Bisogna saper vendere l’Italia nel suo insieme, nello spirito dell’articolo 9 della nostra Costituzione, l’unica – ha rilevato Franceschini – a metter insieme sviluppo della cultura, paesaggio e patrimonio storico e artistico della Nazione».
Il volume racconta di un’Italia che negli anni ’50 era ancora terra di agricoltori, divenuti poi operai e, nel giro di 20 anni, impiegati, i cui figli, nel passaggio di due generazioni, in un periodo di crisi, scelgono in gran numero di tornare alla terra: nel 2013 le iscrizioni ai dipartimenti di Agraria sono aumentate del 40 per cento. «L’Agricoltura – ha spiegato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo – in soli 15 anni da settore dimenticato, all’ultimo gradino sul piano sociale, è diventata settore cruciale». Cresce il target di settore, nascono nuovi modelli, come la vendita diretta. «Il cibo non è una cosa qualsiasi, è bene comune. Aumenta la voglia di trasparenza, di informazione. E, soprattutto al Sud- ha spiegato il presidente di Coldiretti- questo diventa sinonimo di legalità. Al di sotto di un certo prezzo bisogna sapere che c’è sfruttamento, del lavoro e anche dell’ambiente. E senza legalità non c’è sviluppo sostenibile».
Sono ben 77 i prodotti in cui la quota di mercato dell’Italia è tra le prime tre al mondo. E ben 23 i prodotti (pasta, pomodori, aceto, olio, fagioli), in cui è prima in assoluto. Il libro si chiude con un viaggio nelle aziende agricole che primeggiano, soprattutto al Sud, creando modello di sviluppo. E di speranza.
Di Angelo Picariello